Com'era Internet prima dei social?

teioh

Prima squadra
Per me la più grande differenza è che su internet una volta c'era l'anonimato. Credo di non aver mai dovuto inserire il mio vero nome proprio fino al 2008 quando la mia ragazza di allora volle creare il mio profilo Facebook.
La pochissima privacy e di conseguenza le pubblicità e l'esibizionismo dei social di oggi non potevano esistere in quegli anni. E, secondo me, si era decisamente più tutelati.
Per il resto le communities di quegli anni, praticamente quasi solo forum a tema, erano di veri appassionati. Quasi nessuno partecipava attivamente ad una community senza essere un vero fan dell'argomento trattato.
Ora internet è più casual, più di tutti e di conseguenza c'è meno privacy e, come diceva Wharol, ognuno può avere i suoi 15 minuti di notorietà, nel bene e nel male.
 
Per me la più grande differenza è che su internet una volta c'era l'anonimato. Credo di non aver mai dovuto inserire il mio vero nome proprio fino al 2008 quando la mia ragazza di allora volle creare il mio profilo Facebook.
La pochissima privacy e di conseguenza le pubblicità e l'esibizionismo dei social di oggi non potevano esistere in quegli anni. E, secondo me, si era decisamente più tutelati.
Per il resto le communities di quegli anni, praticamente quasi solo forum a tema, erano di veri appassionati. Quasi nessuno partecipava attivamente ad una community senza essere un vero fan dell'argomento trattato.
Ora internet è più casual, più di tutti e di conseguenza c'è meno privacy e, come diceva Wharol, ognuno può avere i suoi 15 minuti di notorietà, nel bene e nel male.
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Per me la più grande differenza è che su internet una volta c'era l'anonimato. Credo di non aver mai dovuto inserire il mio vero nome proprio fino al 2008 quando la mia ragazza di allora volle creare il mio profilo Facebook.
La pochissima privacy e di conseguenza le pubblicità e l'esibizionismo dei social di oggi non potevano esistere in quegli anni. E, secondo me, si era decisamente più tutelati.
Per il resto le communities di quegli anni, praticamente quasi solo forum a tema, erano di veri appassionati. Quasi nessuno partecipava attivamente ad una community senza essere un vero fan dell'argomento trattato.
Ora internet è più casual, più di tutti e di conseguenza c'è meno privacy e, come diceva Wharol, ognuno può avere i suoi 15 minuti di notorietà, nel bene e nel male.

«Internet» ricorda Patricia Lockwood, saggista e poetessa americana, nel saggio Communal mind « è stato un luogo di gioco», sì, ma anche e soprattutto «un luogo dove potevi essere te stesso». E ora? «Gradualmente è diventato il posto dove tutti siamo come tutti gli altri».
 
Per me la più grande differenza è che su internet una volta c'era l'anonimato. Credo di non aver mai dovuto inserire il mio vero nome proprio fino al 2008 quando la mia ragazza di allora volle creare il mio profilo Facebook.
La pochissima privacy e di conseguenza le pubblicità e l'esibizionismo dei social di oggi non potevano esistere in quegli anni. E, secondo me, si era decisamente più tutelati.
Per il resto le communities di quegli anni, praticamente quasi solo forum a tema, erano di veri appassionati. Quasi nessuno partecipava attivamente ad una community senza essere un vero fan dell'argomento trattato.
Ora internet è più casual, più di tutti e di conseguenza c'è meno privacy e, come diceva Wharol, ognuno può avere i suoi 15 minuti di notorietà, nel bene e nel male.

non direi, internet è di chi è nel business dei dati, del profiling a fini commerciali, di marketing
internet è di chi offre piattaforme "gratuite" ai polli che cedono loro (davvero) gratuitamente dati che valgono oro
 
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non direi, internet è di chi è nel business dei dati, del profiling a fini commerciali, di marketing
internet è di chi offre piattaforme "gratuite" ai polli che cedono loro (davvero) gratuitamente dati che valgono oro

Sì, questo è sicuramente un aspetto del'Internet odierno totalmente assente un tempo, se non altro perché la platea era molto più ristretta rispetto ad oggi.

I social poi hanno contribuito a rendere il web un luogo in cui una vasta massa, almeno nell'apparenza della realtà virtuale, scimmiotta i comportamenti di "VIP" e presunti tali.... influencer & co. Un qualcosa di totalmente inconcepibile agli albori della Rete, quando la stragrande maggioranza degli utenti navigava per puro interesse verso qualcosa e non per mostrarsi in un certo modo agli occhi di qualcun altro. Insomma, prima si navigava per 'essere', ora si naviga per 'apparire'.

Rimane ancora oggi una fetta di Internet dove le logiche dei social non vengono applicate, però parliamo comunque di una netta minoranza di utenti rispetto al totale. Basti pensare a quanti forum o blog o portali tematici, dominato da logiche di navigazione completamente diverse, hanno purtroppo chiuso i battenti o si sono svuotati con l'avvento di FB....
 



« [...] Le utopiche promesse dei primi anni di Internet si sono deteriorate» scrive l'Economist «ma Wikipedia – scritta da amatori, libera per tutti – svetta come la grande eccezione. È il sogno che si è realizzato. O, comunque, che si è per la maggior parte realizzato»


https://www.wired.it/internet/web/2021/01/13/wikipedia-bisogno-internet-libera/

“ [...] Al netto dei suoi difetti, però, Internet non ha mai avuto più bisogno di un progetto come Wikipedia quanto oggi. Nel 2017, la Chief Executive Officer della Wikimedia Foundation Katherine Maher tenne un discorso alla conferenza berlinese re:publica per parlare di libera conoscenza e di come questo concetto fosse ancora fondamentale per garantire che il futuro della rete sia costruito attorno alle “necessità delle persone e non solo a quelle dei mercati”. In una internet che sempre più speditamente diventa un territorio strutturato attorno a “walled garden” (giardini recintati) governati algoritmicamente e dal capitalismo della sorveglianza, Wikipedia rappresenta una alternativa da preservare e attorno alla quale ispirare la pretesa di una rete diversa e che, soprattutto, sappia essere qualcosa di diverso. Questa pretesa non è nostalgia idilliaca per una internet che non c’è più, è al contrario la rivendicazione di una possibilità: quella che internet continui ad assomigliare più a una biblioteca che alla televisione”

https://www.huffingtonpost.it/entry...ggio-del-business_it_60006b5dc5b62c0057bb15ab

https://www.repubblica.it/dossier/s..._in_direzione_ostinata_e_contraria-282619825/

“ [...] Wikipedia è troppo bella per essere vera: in un mondo guidato dal profitto ha messo al centro la conoscenza, al posto della competizione si è basata sulla collaborazione anche fra estranei, e la tecnologia - la piattaforma wiki - l'ha messa al servizio delle persone. Insomma dal 2001 è sempre andata in direzione ostinata e contraria. Non stava sbagliando strada, stava costruendo una utopia. Nel mare del web, l'isola che non c'era”.
 
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