Consiglio futuro lavorativo

Olenmauro

Titolare
  Bannato
ciao e' difficile poter dare un consiglio posso dirti cosa ho fatto io.
anni da dipendente come tecnico di assistenza ,gran bel lavoro paga ottima,macchina aziendale,benefit ,ecc,ecc.
poi e' nata mia figlia e mi sono reso conto che riuscivo a,starle vicino giusto un giorno la settimana visto che ero sempre in trasferta.
ho mollato il lavoro e mi sono arrangiato lavorando da casa,un paio di anni come venditore su ebay di articoli anriquariato,poi facendo mercatini ed infine ho avviato un allevamento di gatti .
ci sono stati momenti buoni ed altri no ma li ho sempre vissuti accanto alla mia famiglia e questo e' quello che conta x me.
 
ciao e' difficile poter dare un consiglio posso dirti cosa ho fatto io.
anni da dipendente come tecnico di assistenza ,gran bel lavoro paga ottima,macchina aziendale,benefit ,ecc,ecc.
poi e' nata mia figlia e mi sono reso conto che riuscivo a,starle vicino giusto un giorno la settimana visto che ero sempre in trasferta.
ho mollato il lavoro e mi sono arrangiato lavorando da casa,un paio di anni come venditore su ebay di articoli anriquariato,poi facendo mercatini ed infine ho avviato un allevamento di gatti .
ci sono stati momenti buoni ed altri no ma li ho sempre vissuti accanto alla mia famiglia e questo e' quello che conta x me.

Infatti , il mio dubbio è legato al timore di non trovare qualcosa che mi dia quella tranquillità lavorativa che cerco.

Al momento l'unica cosa positiva, professionalmente parlando, è che faccio un lavoro che mi piace ( non come prima però ) nel posto che ho preso da zero nel 2003 assieme a mio padre , che ora non c'è più.

Ora ci sono rimasti quasi solo compromessi: un rapporto con la mia socia ( seconda moglie di mio padre appunto ) buono ma con ovvie smagliature, condizioni lavorative oggettivamente non vantaggiose e quella sensazione di essere indispensabile sempre, che da soddisfazione , ora è più una spada di Damocle.

In tutto ciò il Covid ha cambiato tanto il modo di lavorare e di incassare del bar di periferia: gli abituali irriducibili sono una fetta sempre più alta dell'incasso e i passanti hanno sempre più la tendenza a passare poco, fermarsi meno, spendere il minimo indispensabile e andare in centro o al mare.

Di buono c'è che ho clienti difficili, molto difficili, sono più che forgiato per gli ambienti lavorativi più differenti quando me ne andrò da lì ?.

E che sono un titolare atipico: oltre ai lavori di responsabilità e ai turni lunghi mi sono tenuto per me anche tutte le mansioni più schifose e faticose, pertanto non uscirò da quest'avventura come uno che sa solo dare ordini, tutt'altro e spero che questo mi aiuti quando deciderò di mollare e cercare altro.

La famiglia, come dici tu, è alla base di tutto comunque.

Di base ambisco alle 40 ore , a lavorare meno di 51 settimane annue e a più tutele, proprio per poter aumentare la qualità e la quantità del tempo passato con moglie e bimbi.

E se mi ammalo voglio pensare solo a loro ed a curarmi, non certo a tornare a lavorare troppo presto,solo perché facendomi sostituire i conti non tornerebbero e comunque dovrei dedicare almeno un'ora al giorno a cose lavorative che le altre non sanno fare.

Se qualcuno che conoscete ha lavorato in aziende private ( che nel pubblico si sta bene lo immagino già, ma i concorsi sono rari ) come "categoria protetta" mi piacerebbe sapere come si è trovato come trattamento ricevuto da colleghi e titolari.
 
Sopra un certo numero di dipendenti le aziende hanno l'obbligo di assumere dalle categorie protette. Questi lavoratori hanno ogni genere di garanzia e di solito i loro colleghi e superiori li agevolano nelle mansioni in quanto si rendono conto di aver a che fare con persone fragili. Ho conosciuto lavoratori delle categorie protette dipendenti di aziende che operano in settori tosti come il metalmeccanico o l'autotrasporto e erano sempre state riservate loro mansioni compatibili con le loro disabilità. Non credo che avresti difficoltà a trovare occupazione, se tu decidessi di provare in quella direzione. Se poi uno dimostra di avere capacità e buona volontà non è che gli vengano precluse possibilità di carriera per il fatto di appartenere alle categorie protette.
 

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Infatti , il mio dubbio è legato al timore di non trovare qualcosa che mi dia quella tranquillità lavorativa che cerco.

Al momento l'unica cosa positiva, professionalmente parlando, è che faccio un lavoro che mi piace ( non come prima però ) nel posto che ho preso da zero nel 2003 assieme a mio padre , che ora non c'è più.

Ora ci sono rimasti quasi solo compromessi: un rapporto con la mia socia ( seconda moglie di mio padre appunto ) buono ma con ovvie smagliature, condizioni lavorative oggettivamente non vantaggiose e quella sensazione di essere indispensabile sempre, che da soddisfazione , ora è più una spada di Damocle.

In tutto ciò il Covid ha cambiato tanto il modo di lavorare e di incassare del bar di periferia: gli abituali irriducibili sono una fetta sempre più alta dell'incasso e i passanti hanno sempre più la tendenza a passare poco, fermarsi meno, spendere il minimo indispensabile e andare in centro o al mare.

Di buono c'è che ho clienti difficili, molto difficili, sono più che forgiato per gli ambienti lavorativi più differenti quando me ne andrò da lì ?.

E che sono un titolare atipico: oltre ai lavori di responsabilità e ai turni lunghi mi sono tenuto per me anche tutte le mansioni più schifose e faticose, pertanto non uscirò da quest'avventura come uno che sa solo dare ordini, tutt'altro e spero che questo mi aiuti quando deciderò di mollare e cercare altro.

La famiglia, come dici tu, è alla base di tutto comunque.

Di base ambisco alle 40 ore , a lavorare meno di 51 settimane annue e a più tutele, proprio per poter aumentare la qualità e la quantità del tempo passato con moglie e bimbi.

E se mi ammalo voglio pensare solo a loro ed a curarmi, non certo a tornare a lavorare troppo presto,solo perché facendomi sostituire i conti non tornerebbero e comunque dovrei dedicare almeno un'ora al giorno a cose lavorative che le altre non sanno fare.

Se qualcuno che conoscete ha lavorato in aziende private ( che nel pubblico si sta bene lo immagino già, ma i concorsi sono rari ) come "categoria protetta" mi piacerebbe sapere come si è trovato come trattamento ricevuto da colleghi e titolari.

Nella mia ci sono sempre stati lavoratori così. I problemi che sono sorti non sono mai stati a livello di colleghi e titolari ma piuttosto di tipologia di lavoratori. Mi spiego: la tendenza di coloro che gestiscono le categorie protette (almeno qui) è quella di "rifilare" all'azienda un lavoratore e lasciare che poi la stessa si sbobbi l'onere di trovargli qualcosa da fare, cosa assai difficile in certe realtà. Ti ritrovi quindi con persone che magari non sono in grado di fare le scale due volte al giorno o non hanno un minimo di professionalità per inserirle in attività d'ufficio da dover gestire. Il consiglio che ti do è quello di non farti trattare come un pacco postale da depositare da qualche parte. Fai si che chi ti segue per l'inserimento parli prima con le aziende ed abbia ben chiaro il tipo di personale di qui queste necessitano...
 
Nella mia ci sono sempre stati lavoratori così. I problemi che sono sorti non sono mai stati a livello di colleghi e titolari ma piuttosto di tipologia di lavoratori. Mi spiego: la tendenza di coloro che gestiscono le categorie protette (almeno qui) è quella di "rifilare" all'azienda un lavoratore e lasciare che poi la stessa si sbobbi l'onere di trovargli qualcosa da fare, cosa assai difficile in certe realtà. Ti ritrovi quindi con persone che magari non sono in grado di fare le scale due volte al giorno o non hanno un minimo di professionalità per inserirle in attività d'ufficio da dover gestire. Il consiglio che ti do è quello di non farti trattare come un pacco postale da depositare da qualche parte. Fai si che chi ti segue per l'inserimento parli prima con le aziende ed abbia ben chiaro il tipo di personale di qui queste necessitano...

Al momento sto preparando un percorso di uscita dalla mia azienda, ho iniziato a seguire i concorsi pubblici, mi sono fatto un'idea delle competenze richieste nel settore privato a noi categorie protette e mi sono rifatto un curriculum ( erano più di 20 anni che non lo aggiornavo , mai avuto bisogno ) con cui mi sono candidato per alcune posizioni , tipo portalettere e addetto allo sportello alle Poste.

Scoccia solo che per ottenere un aiuto ( il collocamento mirato per noi invalidi ) dal centro per l'impiego devi essere completamente libero da ogni tipo di lavoro.

Anche se mi pare di capire che per seguire i concorsi basta un minimo di abilità informatica, mentre per cercare lavoro in aziende si va di curriculum e conoscenze, specie in realtà piccole come la mia zona.

In ogni caso io cambio per avere orari più umani, più tutele e più tempo per stare come la mia famiglia; per il resto è più una precauzione per l'evoluzione della mia malattia renale che altro.

Il nefrologo mi ha caldamente consigliato di smettere di stare in piedi 60 ore alla settimana e di fare troppi sforzi, a parte questo non ho preclusioni.
 

PadreMaronno

Farabrutto che si approfitta di poveri disgraziati
  Interfan dell'anno
  Supporter
Arrivo tardi, mi sono accorto solo oggi del topic.
Sinceramente non mi sento di darti consigli, ma vedo che le motivazioni di certo non ti mancano, cosa fondamentale quando si intende dare una svolta/cambio alla propria vita.
Voglio cmq farti un immenso in bocca al lupo, ti leggo sempre con piacere e non posso che augurarti davvero il meglio ?
 
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