Curva Nord 1969

Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

che bel post :D
 
Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

Mi hai fatto commuovere.... Hai riassunto il significato di amare la propria squadra... Mi ci rivedo in te sai?.... A me la passione fin da piccolo me l'ha trasmessa mio padre.... Prima volta a San Siro fu come te a 4 anni... Era il 1995, Inter Vicenza 1_0 gol di Roberto Carlos.. Mi ricordo che viddi san Siro e mi sembrava la cosa più grande del mondo.... Ero così spaesato :) al gol ricordo che un signore li vicino al momento dell esultanza mi prese in braccio e mi abbracciò.. Li forse già capii che essere interisti significa far parte di una famiglia...
Dopo quella partita NON HO più smesso di andare allo stadio... (fortuna di essere di Milano).... Ovviamente sempre con mio padre fino a quando, dall'età di 17 anni mi feci il primo abbonamento (in curva) e da li in poi (adesso ho 24 anni) ho sempre fatto l'abbonamento alternando curva nord a primo anello verde..... Purtroppo non mi sono segnato tutte le partite viste allo stadio ma facendo un calcolo posso dire tranquillamente di aver visto a San Siro circa 200 partite... Escluse quelle europee :)
Trasferte fatte poche perché non avevo disponibilità economica....

Ho sempre avuto l'inter parte fondamentale della mia vita.... Quel tifo sfrenato e senza limiti che mi fa passare giornate tristi quando si perde o giornate euforiche quando si vince.... Passare giornate con mal di stomaco prima di partite molto importanti... Passare le vigilie di tutte le partite col sorriso sulle labbra solo al pensiero che doveva giocare la mia squadra.... Svegliarsi il giorno di una partita casalinga entusiasta di dover mettere sciarpa al collo, prendere la metropolitana e raggiungere lo stadio... E ogni santa volta quello stadio mi trasmette l'adrenalina come la prima volta...

Per l'inter sono andato allo stadio sotto la neve pur avendo bronchite... Ho saltato matrimoni cresime comunioni di parenti anche stretti per non saltare la partita sia che giocava a San Siro sia che dovevo vederla a casa....

Per l'inter ho pianto tanto.. Ho riso tanto... Ho messo alla prova la resistenza del mio cuore.... Ho rotto telecomandi e mi sono ingessato il polso dopo quel Lazio Inter 4-2.....

Adesso, è da questa stagione che non sono più abbonato... Per un motivo semplice, sono andato a vivere dalla mia fidanzata a Udine, perché non c'erano alternative... Ragazza Interista pazza come me conosciuta due anni fa grazie all Inter... E con la quale da Udine, ogni volta che possiamo raggiungiamo San Siro o qualche trasferta... Ammetto che mi manca essere sempre presente... Ma la vita è così.. :)

Non voglio dilungarmi ancora troppo... Ho scritto quello che mi veniva dal cuore.. Ne avrei da raccontare che dovrei scrivere chissà x quanto...

Concordo con te, non c'entra quante volte si va allo stadio,, conta quanto ami la tua squadra... Conta quanto peso ha l'inter nella tua vita...... E a me, l'inter, ha reso la vita migliore... Sono fiero di essere Interista nelle vene e sarà così finché vivrò..

Per quelli che preferiscono una serata tra amici al posto della partita, o ad una cena con una bella fig.a o altre cazzate varie.... BHE...... NON FATE PARTE DI CIO CHE SI CHIAMA "TIFO".

saluti a tutti e forza Inter
 
Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

SOLO APPLAUSI PER PERSONE COME TE!
io ho 22 anni, sono arrivato a 238 partite, mio padre 52 anni è arrivato a 762. Non saremo gli unici a tenere questo conti, non siamo pazzi, siamo semplicemente innamorati di due colori.
Ti racconto di mio padre, lui la partita a cssa non la può guardare, sta male.
Io penso di essere stato l'unico bambino nella stagione 2002/2003 abbonato, avevo 10 anni.
Spero tanto di arrivare alla vostra età proprio come sei te!
Sai una cosa strana? Ne parlavo l'altro giorno con lui, negli anni degli scudetti zero trasferte mentre adesso seguiamo insieme l'Inter in trasferta!
Complimenti ancora, è sempre forza Inter!!
 
Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

bravo, senza fare lezioni da accademia della crusca, senza dare patenti di tifo, senza giudicare a destra e a sinistra chi non conosci, senza dire cosa e come ci si deve comportare, hai spiegato benissimo cosa vuol dire tifare una squadra. E il fatto che tu abbia visto 909 partite allo stadio, secondo me, è la parte più marginale del tuo discorso. Le tue parole sono una vera lezione di tifo, questo è uno dei post più belli che abbia mai letto in questo forum. Io mi chiamo Simone, leggendoti mi sono emozionato, mi sono rivisto nelle tue parole e ci tengo a ringraziarti. :giusto:
 
Ho qualche "primavera" alle spalle, ho iniziato ad andare a San Siro quando avevo 4 anni e mezzo con i miei, che dalla culla mi hanno allevato a pane e Inter.

Quella di domenica sera col Palermo è stata la mia partita n° 909 vista "live" allo stadio (ebbene sì, nei primi anni con l'aiuto di mio padre ho tenuto nota, su carta, delle partite che vedevo allo stadio e successivamente, con l'arrivo dei pc, ho trasferito tutto su un file excel che aggiorno sistematicamente).

L'Inter è una parte fondamentale della mia vita. Per lei ho pianto e ho riso, ho imprecato e ho esultato, ho passato giornate e settimane pessime incazzato, deluso, abbacchiato, così come ho vissuto periodi esaltanti, viaggiando ad un metro da terra qualsiasi cosa di extra-calcistico accadesse nelle mie giornate.

Ho l'abbonamento in campionato, non in curva, ma in curva e con la curva ho fatto quasi tutte tutte le trasferte e ho visto spesso in casa le gare di coppa.

I miei, quando si conobbero e si fidanzarono, scoprirono di essere entrambi tifosi interisti, ed il primo anno fecero 4 abbonamenti, due all'Inter e due al Milan per tifargli contro, sostenendo le squadre che di volta volta incontravano i rossoneri.

Per l'Inter ho litigato, ho fatto quasi 150 trasferte, oltre 100 in Italia e una trentina in Europa, ho perso giornate di lavoro, ho spostato riunioni, ho fatto orari o viaggi allucinanti, sono andato a San Siro un paio di volte con oltre 39 di febbre.

I miei non ci sono più, ma l'amore per la mia squadra e per i colori nerazzurri si sono addirittura moltiplicati e non finirò mai di ringraziarli per avermi trasmesso questa "malattia". La sera stessa che mia madre morì all'improvviso, pur completamente stravolto e disperato, chiamai il mio più caro amico, un "fratello" interista e gli chiesi di accompagnarmi allo stadio per vedere Inter-Newcastle, partita che avrei dovuto vedere con mia madre, alla quale volli sentirmi vicino, immaginandola a guardarmi da lassù, al 4° anello...

Questo per dire che il tifo può davvero entrare a far parte della nostra vita così profondamente da condizionarla in modo inequivocabile.

Io considero tifoso dell'Inter chiunque viva il tifo in un modo simile, considerando la nostra squadra e i nostri colori come una priorità. Se poi abita vicino a Milano o nelle vicinanze o, pur abitando lontano ha la possibilità sia economica che logistica di seguire la squadra meglio. Ma se non ha, pur facendo sacrifici, la possibilità economica di permettersi biglietti/abbonamenti o viaggi e trasferte non lo considero meno tifoso di me che vado allo stadio. Immagino che soffrirà anche lui, magari quanto me.

Diverso il discorso per quelli che si professano tifosi e poi, pur potendo, allo stadio ci vanno solo una volta all'anno in tribuna rossa o nei box, invitati dagli sponsor, solo se si mangia e non d'inverno perché fa freddo. E magari nei vari forum parlano di giocatori o di quello che dovrebbe fare o non fare la curva, senza conoscere nemmeno una delle dinamiche che governano il tifo allo stadio e l'umore che si respira a San Siro o alla Pinetina.

Ecco, per me i veri tifosi, che vadano o meno allo stadio, sono quelli del primo gruppo. I secondi, che preferiscono un happy hour con una bella gnocca a una partita dell'Inter, possono per quanto mi riguarda andare a vedere Milan o Juve. Non sentirò mai la loro mancanza.

Comprare l'abbonamento di una squadra per tifargli contro ha un qualcosa di assurdo...stiam parlando sempre di sport? (Ma come altre cose come "saltare matrimoni" et simila)
Tutto molto bello comunque, ma la sostanza non cambia :ghigno:
Poi Lamentiamoci pure di star dietro a Campionati come la Premier o la Liga per quanto concerne il discorso stadio...ne abbiamo di "pappa mentalità" da mangiare.
 

Malko

Esordiente
MiCha5, Andrea 1908, Simone,

grazie anche a voi per tutto quello che avete scritto, per i commenti che avete fatto e per le storie che avete raccontato.

La cosa che accomuna gran parte di coloro che scrivono qui è proprio una storia diversa, ma per altri aspetti in fondo uguale, perché fatta di vera passione.

Ognuno può essersi avvicinato ai colori nerazzurri in mille modi diversi, grazie a un papà o a una mamma, a un fratello o a uno zio, a un amico o a un compagno di classe, magari grazie al primo giocattolo, un pallone nerazzurro.

Ognuno, ne sono certo, ha una storia meravigliosa da raccontare, come quella di MiCha5 e della sua donna che fanno avanti e indietro da Udine, o come quella di Andrea e suo padre (anche nella nostra famiglia allargata, cugini ecc. ogni vacanza, matrimonio, cresima ecc. è stato organizzato calendario alla mano, per evitare ogni rischio di sovrapposizioni; io ho sempre fatto - e faccio - lo stesso al lavoro, organizzando riunioni, meeting e convention solo in certe date, e bigiando altri appuntamenti lavorativi quando c'era/c'è l'Inter, o tornando di notte guidando una volta dal Portogallo e una dalla Spagna per vedere la partita, in due occasioni in cui alla convention annuale non potevo non partecipare...).

Concordo molto con quanto detto da Simone nel suo ultimo intervento. Non occorre dare patenti di tifo, occorre semplicemente portare rispetto per tutti quelli che gioiscono o soffrono profondamente per l'Inter e per i suoi colori, che vivono il tifo con coinvolgimento, che mettono la squadra e la partita davanti a tutte le altre priorità.

Mentre leggevo alla mia morosa le vostre risposte mi sono emozionato anch'io, perché il filo conduttore che c'è per chi ama l'Inter è lo stesso, è una cosa grande, ed è una cosa che ci fa sentire orgogliosi e fieri di tifare per questi colori.

E sappiamo bene che essere tifosi è bello, ma essere tifosi dell'Inter è speciale, e come la viviamo noi non la vive nessuno.

Dei mille ricordi belli che ho ve ne racconto uno che ho vissuto a maggio del '94. Finale di andata di Coppa Uefa contro il Salisburgo, ma partita giocata per motivi di capienza per una finale al Prater di Vienna.

Viaggio di 14 ore in pullmann, da Milano a Vienna, con arrivo verso le 3 del pomeriggio. Il centro di Vienna invaso da interisti, quella sera eravamo circa in diecimila. Verso le 5 del pomeriggio, con gran parte degli interisti già arrivati e radunati nella Stefanplatze, escono da un ristorante del centro alcuni dirigenti accompagnatori della squadra, con l'intenzione di avvicinarsi allo stadio. Tra di loro Peppino Prisco. Viene subito riconosciuto, circondato, tutti che vogliono salutarlo. Lui che stinge mani a destra e a manca, noi che cominciamo a fare i classici cori "Peppino Prisco facci un gol...", poi qualcuno comincia a fare "chi non salta è un rossonero...". Lui si aggrega subito, ed ho questa bellissima immagine di lui che salta con noi, spettinato a pochi metri da me, mentre intorno centinaia di interisti con le sciarpe al collo o tenute in alto con le mani saltano urlando come pazzi....

Un delirio.

Poi 4 ore dopo, il gol di Nicolino Berti...
 
Complimenti Malko! :clap

Anch'io sono nato con l'Inter nel cuore, passione che mi ha passato mio padre... Causa distanza non avrò visto tutte le partite che hai visto tu, però sono abbonato ormai da 8 anni nonostante tutti i km tra dove vivo (paraggi di basilea) e san siro. Faccio quello che riesco a fare. Sentire persone che dicono che a loro piace di più guardare la partita alla tv che allo stadio mi rende incredulo. Come è possibile? L'Inter è parte integrale della mia vita, lo è sempre stata, e lo sarà sempre. Ogni tanto mi chiedo perchè tutto questo. Poi mi guardo intorno e noto che l'Inter mi ha regalato emozioni, viaggi, tantissimi amici, una ragazza e tanti bei momenti passati in famiglia e con amici.

Ora vorrei sapere da te, Malko, come hai vissuto il periodo 2005-2011. Un periodo dove finalmente andammo a raccogliere tutto quello che ci aspettava. Ma anche un periodo nel quale tantissime persone sono salite sul carro. Ho provato sinceramente fastidio per queste persone che (credevano?) di essere interiste. Poi ovviamente così come sono spuntati sono spariti. Però sapevo anche che quello che provavo io alla vittoria dei scudetti e della CL non poteva essere lo stesso di chi si è scoperto interista nel 2007...
 
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