Dialetti

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Giusto per dovere di cronaca:


... si usa il termine dialetti, che va anche bene se il territorio è delimitato, ma non va bene se il territorio in cui questo linguaggio viene capito (compreso, ascoltato, ricevuto) risulta essere molto vasto, facciamo una valle, una pianura, tipo dalle alpi alle piramidi ma solo per fare lo sborone. :cool:

Non so come funziona da te ma qui in Piemonte il dialetto o che dir si voglia cambia da paese a paese. Il mio piemontese è diverso da quello di uno di Viverone (20km), di Vercelli (46km) e un'altra lingua rispetto a quello che si parla nel novarese (70km).
 
Credo sia una cosa generalizzata. Il romagnolo parlato a Rimini è diverso da quello di Ravenna, per non parlare poi di quello imolese che risente tantissimo dell'influenza emiliano-bolognese.
Estendendo il concetto, un piacentino è per me incomprensibile, un reggiano quasi, un bolognese lo interpreto benino dati gli anni dell'università ma è strutturalmente molto differente e molto più musicale e ricco di vocali rispetto al romagnolo.
 

GioanBreraFuCarlo

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Credo sia una cosa generalizzata. Il romagnolo parlato a Rimini è diverso da quello di Ravenna, per non parlare poi di quello imolese che risente tantissimo dell'influenza emiliano-bolognese.
Estendendo il concetto, un piacentino è per me incomprensibile, un reggiano quasi, un bolognese lo interpreto benino dati gli anni dell'università ma è strutturalmente molto differente e molto più musicale e ricco di vocali rispetto al romagnolo.
Attacco di insonnia, capita.

Il problema non è la capacità di parlare una lingua diversa, ma la capacità di comprenderla.
Io ho vissuto in diversi periodi della mia vita in territori che vanno dalla Catalogna all'Istria sul parallelo e da San Maurizio (Saint Moritz) al Gargano sul meridiano.

Se proprio comprendo che la persona che ho davanti pretende che io debba conoscere la sua lingua butto giù uno scolastico "fuck you" e me ne vado. Quello ormai è universale.

Per chiarire, dopo una settimana sulla riviera romagnola, a furia di sentire la cadenza, se vado dal tabacchino non chiedo la scatola di Garibaldi con lo stesso tono che uso qui.

Se sono a trovare i miei cognati a Barcellona non ordino al ristorante acqua non gasata ma "sine gas", anche se il castigliano vorrebbe "sin" ai catalani piace mettere e far sentire la "e" finale.

Sfumature, dettagli, piccolezze. Notte. :sleep:
 
Torno su questo argomento per un intercalare che noi romagnoli condividiamo con i veneti di cui non conosco l'origine.
Entrambi i dialetti utilizzano "ciò", anche se i romagnoli lo mettono per lo più all'inizio della frase, i veneti più spesso al termine. In romagnolo la "o" è chiusa, in veneto credo aperta (mi correggano pure i veneti se sto sbagliando qualcosa).
Cosa vuol dire? Beh, tutto e niente. Serve per rafforzare i concetti o, quando usato da solo, è l'intonazione che ne determina il significato. Ma è difficile da spiegare, preferisco fare un esempio pratico aiutato da questo divertente filmato di "Romagna slang" in cui la rappresentazione è estremizzata al fine di includere il maggior numero di esempi:

P.S. l'accento vira un po' sul ravennate, sembrerebbe tipico della zona tra Faenza e Ravenna :)
 
Torno su questo argomento per un intercalare che noi romagnoli condividiamo con i veneti di cui non conosco l'origine.
Entrambi i dialetti utilizzano "ciò", anche se i romagnoli lo mettono per lo più all'inizio della frase, i veneti più spesso al termine. In romagnolo la "o" è chiusa, in veneto credo aperta (mi correggano pure i veneti se sto sbagliando qualcosa).
Cosa vuol dire? Beh, tutto e niente. Serve per rafforzare i concetti o, quando usato da solo, è l'intonazione che ne determina il significato. Ma è difficile da spiegare, preferisco fare un esempio pratico aiutato da questo divertente filmato di "Romagna slang" in cui la rappresentazione è estremizzata al fine di includere il maggior numero di esempi:

P.S. l'accento vira un po' sul ravennate, sembrerebbe tipico della zona tra Faenza e Ravenna :)
Hai espresso il concetto in maniera corretta.
E' effetivamente un rafforzativo colloquiale dei concetti con varianti di sfumature ( un quasi equivalente dell' isn't it, che però viene declinato in base al soggetto, inglese ). Da noi in Veneto può valere da un "ti pare?", "è chiaro, no ?" ad un "eccheccazzo !".
 
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