Diego Simeone

oh io non ce l'ho mai avuta fino in fondo con lui, ma per me diego pablo era un mito quando giocava da noi, lo amavo più di ronaldo e il principale motivo per cui odio lippi è la sua cessione.
però quel goal mi ha fatto malissimo per questo, quel giorno dissi "NO PROPRIO LUI NO!", è come se un carissimo amico vi desse un grandissimo dolore. magari tutte le colpe non gliele riesci a dare, ma vallo a provare lo stesso affetto di prima...

idem :(
 
ok quel brutto ricordo e già quello ... ma poi è sto super allenatore?, bah vorrei vederlo senza falcao, a catania ha fatto come montella, in giro i super allenatori che ti cambiano la squadra sono 3 4 se va bene ...pensiamo a rafforzare la rosa che con sta squadra pure simeone non va lontano per me
 

mcpeppo

Esordiente
  Bannato
di quel 5 maggio ricordo tutto.. ricordo che per scaramanzia guardavo le partite in poltrona, nel salotto della mia vecchia casa.. con una tazza dell'inter piena di coca cola e la maglia del 99-2000 addosso.. ricordo che diego simeone esultò, e incazzato caricava i suoi compagni.. sarà stato l'atteggiamento dell'innamorato ferito, che voleva far soffrire la sua ex, ma io non ho dimenticato ( MI SONO TRASFERITO NEL 2005, CAMBIANDO CASA, SALOTTO, GETTANDO LA POLTRONA, LA TAZZA, MI è RIMASTA SOLO LA MAGLIA, CHE CONSERVO NEL CASSETTO ASSIEME ALLE ALTRE.. PIù CHE SCARAMANZIA ERA UNA IETTATURA PESTILENZIALE QUELLA MIA ABITUDINE..)

VOGLIO LUCIANO SPALLETTI
 
oo io al progetto strama ci credo ( o ci credevo ) ma il cholo si prende subito... vedi come cambia la musica poi... un carattere e un carisma non da poco e che ha fatto bene ovunque
 
Zanetti: "Ho sentito Simeone! Mi sento importante. Samuel e il mio futuro..."

A tutto Javier Zanetti. Dopo la vittoria ottenuta contro il Chievo Verona, il capitano dell'Inter si è soffermato ai microfoni di ESPN. Una lunga intervista, nella quale vengono trattati tanti temi. Si parte dal suo stato di forma attuale. Ecco le parole riportate da FcInterNews.it: "Io sto bene - spiega Pupi -,mi preoccupo sempre di sentirmi utile e i miei compagni mi fanno sentire importante. Essere rimasto per tanti anni in questo club è veramente importante per me, mi identifico con l'Inter, è una squadra a cui tengo veramente tanto. Sono il capitano e ho anche responsabilità. Quando sono arrivato qui per me era importante per far conoscere le mie qualità, perché ho avuto questa possibilità e sinceramente la prima cosa che mi passò per la testa era quella di sfruttare questa chance".

Ma cosa spinge un calciatore del suo carisma a rimanere tutta la carriera con la maglia dell'Inter? "Sono sempre rimasto ambizioso, ho avuto la possibilità di andare in un altro club di un altro paese, ma ho preferito rimanere qui. La testa è fondamentale per un calciatore, ma anche allenarsi, stare con i miei compagni, giocare, è tutto importante. Il fisico mi ha aiutato tanto per la mia carriera, e quando smetterò rimarrò sempre all'Inter, con un altro ruolo".

E quale sarà allora il ruolo che Zanetti ricoprirà, nel giorno del suo addio al calcio? "Certamente non farò il direttore tecnico, certamente no - ride -. Rimarrò vicino alla squadra, un ruolo con grande responsabilità perché voglio sentirmi utile per questa squadra così come mi sento importante in campo".

Non manca il capitolo dedicato alla Nazionale: "E' una buona squadra, Sabella ha creato un buon gruppo. E' sempre nel mio cuore, se Alejandro avesse bisogno di me sa che io ci sono. Almeyda, Veron e Simeone? El Cholo l'ho sentito, siamo amici, gli ho fatto davvero i complimenti per ciò che sta facendo all'Atlético Madrid, veramente un grande lavoro e conosco il modo di lavorare che ha. Veron adesso è dirigente del club che ama, l'Estudiantes, sono tutte cose importanti per chi ha avuto una carriera in Europa".

Chiosa finale dedicata a Samuel: "Walter è uno degli amici che mi ha dato il calcio. Io lo stimo come difensore, come uomo in campo e fuori, per la sua personalità. Spero che rientri il prima possibile e ci aiuti per il finale di questa stagione. Da questo club sono passati tanti argentini, è veramente un orgoglio anche perché quasi tutti hanno lasciato il segno".
 
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