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Diritti tv, si va verso la modifica della Legge Melandri: l'Inter e le altre big rischiano di perdere 20 milioni



Cambia la legge Melandri sui diritti tv. Sale dal 40 al 50% la quota attribuita equamente ai club di serie A, mentre scende quella attribuita sul numero dei tifosi. Salta poi completamente il riferimento (che valeva il 5%) alla popolazione residente nel Comune della squadra sportiva. E' una delle norme in materia di sport inserite nel pacchetto voluto dal ministro Luca Lotti. La norma attribuisce il 50% dei diritti a tutte le squadre, il 30% sui risultati conseguiti (tenendo conto soprattutto delle ultime stagioni) e il 20% (prima era il 25%) in base ai 'tifosi' paganti nelle gare casalinghe degli ultimi 5 campionati.

Il nuovo sistema, che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento, secondo quanto si legge su La Repubblica penalizza alcuni grossi club (come Juve, Milan, Inter e Roma) che rischiano di perdere circa 15-20 milioni. Favorisce invece le squadre medio-piccole. Questi dovrebbero essere i parametri base, poi qualcosa potrebbe essere limato in fase di approvazione.
 
Serie A, la Lega proporrà il maxi-spezzatino dal 2018

Analizzando quello che potrebbe essere il destino dei principali programmi sportivi delle emittenti Rai, Fulvio Bianchi de La Repubblica rivela che per il periodo 2018-2021 la Lega Serie A potrebbe rilanciare l'idea del maxi-spezzatino televisivo, con partite spalmate su otto fasce orarie diverse: "Ecco le otto finestre (o slots) che saranno proposte dalla Lega. Sabato: ore 15; 18 e 20,30. Domenica: 12,30; 15; 18 e 20,30. Lunedì: 20,30. Da come si può vedere per Novantesimo Minuto sarà un problema: solo tre gare, e forse non di cartello, la domenica pomeriggio alle 15. Con quattro italiane in Champions, molte partite saranno anticipate al sabato (e in qualche caso anche al venerdì se una delle italiane dovesse giocare in Russia al martedì successivo)".
 
Diritti tv Serie A, come cambia la ripartizione con la riforma Lotti: sorridono le piccole

La riforma sulla ripartizione dei diritti tv in Serie A è alle porte. Da domani infatti la revisione della Legge Melandri ad opera del Ministro dello Sport Luca Lotti passerà al vaglio del Senato, all’interno dell’analisi sulla Legge di Bilancio 2018.

Una riforma che, stando alle parole dello stesso Lotti, «renderà il campionato più bello e interessante». Ma nel particolare, come cambierà dal punto di vista economico la ridistribuzione tra le squadre? Il passaggio dal 40 al 50% delle quote da dividere tra le 20 squadre renderà minore l’impatto tra le big e le medio-piccole, mentre il fattore “spettatori” potrebbe riequilibrare ulteriormente la situazione, rispetto al precedente studio sulle tifoserie in Italia.

In attesa di capire nel particolare quale saranno le metodologie di calcolo, le nostre stime si basano sul numero di spettatori in casa delle 20 squadre nelle ultime tre stagioni (anche nelle categorie inferiori) rapportato al totale degli spettatori delle stesse 20 squadre. Inoltre, nella nostra simulazione, abbiamo considerato sia l’attuale cifra del contratto dei diritti tv per la Serie A da incassare globalmente (circa 924 milioni di euro) sia quella che, secondo nostre stime, potrebbe essere la nuova cifra che la Serie A si potrebbe suddividere nel triennio 2018/21.

Con l’attuale contratto in vigore e l’attuale sistema di ripartizione, stando alla nostra simulazione, la differenza sarebbe netta: la prima, ovverosia la Juventus, incasserebbe circa 4 volte più dell’ultima, cioè il Sassuolo.

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Divario ugualmente anche alto anche considerando i potenziali 1,2 miliardi di euro che la Serie A potrebbe dividersi con il nuovo contratto: la Juventus potrebbe incassare 141 milioni di euro, il Sassuolo solo 32,7 milioni.

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Diritti tv nuova ripartizione Serie A, la stima

La riforma Lotti porterebbe ad una situazione decisamente più equilibrata, secondo la nostra stima. Il rapporto tra prima e ultima scenderebbe a circa 2 a 1, con le big che vedrebbero notevolmente scendere i propri ricavi e le medio-piccole che avvicinerebbero gli incassi a quelli delle squadre principali.

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I calcoli in base alla stima sul nuovo contratto riporterebbero in alto i ricavi anche per le big, tutte oltre quota 80 milioni di euro, seppur lontani dagli incassi stimati in base all’attuale metodo di distribuzione.

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In quest’ultima ipotesi, l’ultima potrebbe incassare addirittura intorno ai 40 milioni di euro, poco meno della metà di quanto porterebbe a casa la prima.
 

DavidInter

Capitano
  Bannato
al di là dei calcoli le big sono quasi sempre le uniche a investire. se vengono dati più soldi alle piccole nessuno ci garantisce che i vari presidenti non preferiscano tenerseli per sè. vedi il chievo che non spende una minchia da anni.
bisognerebbe obbligare le piccole a spendere di più per costi d'ingaggio e cartellini, ma dubito faranno mai una regola del genere.
perchè il chievo dovrebbe spendere di più se tanto ogni anno si salva e arriva decimo?
 
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