I fallimenti degli Italiani all'estero

piotor

Pallone d'oro
  Moderatore
Come te lo spieghi?

Ps: da aggiungere anche Panucci 2 anni al real Madrid
Principalmente culturale.

Italiani non in grado di mettersi in discussione, umanamente e professionalmente. Non stiamo parlando di cervelli in fuga, ma di onesti mestieranti di provincia a cui il Buon Dio ha donato il talento nel dare due calci al pallone. La saudade del bar del paese, dei prive' della discoteca coi soci e' troppo forte.

Aggiungiamoci una cultura di base molto bassa che non aiuta a imparare facilmente le lingue del paese di destinazione.

La cosa che salta all'occhio non e' tanto il fatto che non abbiano successo, ma che tornino sempre indietro. Mai una volta che cambino paese per una nuova avventura. Il tragitto e' sempre e solo di andata e ritorno.

Spagnoli,Tedeschi,Francesi,Olandesi,Portoghesi fanno intere carriere all'estero. Le uniche eccezioni siamo noi e, c'e' da dire, gli Inglesi. ANche se oggi come oggi gli stipendi che prendono in PL all'estero se li scordano. Tuttavia in passato era lo stesso.
 
Mah, secondo me la spiegazione di Piotor contiene molta parte di verità ma mi sembra un tantino generalizzata, al limite dello stereotipo.
Io in Inghilterra ci ho giocato (si fa per dire:D) in anni nei quali praticamente non c'erano stranieri (Ardiles e Villa arrivarono dopo il Mondiale del '78)) e mi ci sono trovato benissimo ;).
Parlando più seriamente, credo che la differenza sia più che altro di tipo culturale: per formazione, il calciatore Italiano ha nel suo DNA l'ossessione della vittoria a tutti i costi e con qualsiasi mezzo, il che si concilia male con quasi tutti i campionati fuori dai nostri confini. I nostri buoni giocatori sono più che altro preparatissimi a livello tattico, ma spesso sono privi della qualità tecnica che si richiede in Spagna e dell'intensità necessaria per giocare in Inghilterra ed in Germania. Da noi si curano molto gli allenamenti ed in partita, quando la situazione lo consente, se si può si ritira la gamba per scongiurare inutili rischi di infortunio, se fai questo all'estero ti prendono sui cogl... ed il campo lo vedi con il binocolo.
Aggiungiamo che fino a qualche anno fa gli ingaggi più ricchi si spuntavano da noi, ecco perché tranne poche eccezioni (Zola, ad esempio) quelli che sono andati a giocare altrove erano magari buoni sì ma mica dei fenomeni.
 

piotor

Pallone d'oro
  Moderatore
Mah, secondo me la spiegazione di Piotor contiene molta parte di verità ma mi sembra un tantino generalizzata, al limite dello stereotipo.
Io in Inghilterra ci ho giocato (si fa per dire:D) in anni nei quali praticamente non c'erano stranieri (Ardiles e Villa arrivarono dopo il Mondiale del '78)) e mi ci sono trovato benissimo ;).
Parlando più seriamente, credo che la differenza sia più che altro di tipo culturale: per formazione, il calciatore Italiano ha nel suo DNA l'ossessione della vittoria a tutti i costi e con qualsiasi mezzo, il che si concilia male con quasi tutti i campionati fuori dai nostri confini. I nostri buoni giocatori sono più che altro preparatissimi a livello tattico, ma spesso sono privi della qualità tecnica che si richiede in Spagna e dell'intensità necessaria per giocare in Inghilterra ed in Germania. Da noi si curano molto gli allenamenti ed in partita, quando la situazione lo consente, se si può si ritira la gamba per scongiurare inutili rischi di infortunio, se fai questo all'estero ti prendono sui cogl... ed il campo lo vedi con il binocolo.
Aggiungiamo che fino a qualche anno fa gli ingaggi più ricchi si spuntavano da noi, ecco perché tranne poche eccezioni (Zola, ad esempio) quelli che sono andati a giocare altrove erano magari buoni sì ma mica dei fenomeni.
Ma il mio e' un discorso statistico, non individuale.

Effettivamente ci sono tanti giocatori che pascolano in Scozia,Ungheria,Belgio et similia, ma penso che siano dei cucadores falliti che si divertono a essere protagonisti in quelle realta'.

La cosa che pero' e' indiscutibile e' che tutti, sistematicamente, vogliano tornare in Italia dopo 12 mesi massimo. Nessun'altra esperienza all'estero, solo il ritorno da mamma.

Emergere in una realta' straniera e' un processo complesso che necessita' di tanta, ma tanta umilita' e professionalita', doti che al calciatore medio italiano mancano in toto.

Come dici giustamente tu, determinati tipi di comportamenti da "prima donna" in altre culture non sono tollerati.
 
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