Ivan Ramiro Cordoba

Inter, Cordoba: "Pronto a tornare se serve. Murillo deve crescere ancora"

L'ex difensore dell'Inter Ivan Ramiro Cordoba, ospite de La Domenica Sportiva, ha parlato così della stagione dei nerazzurri e del suo futuro: "Ci può stare che una stagione vada storta. All'Inter serve lavoro, soprattutto in fase difensiva. Murillo ha le qualità per diventare un grandissimo difensore, ma ha bisogno di imparare ancora per adattarsi completamente al calcio italiano. Il prossimo dovrà essere l'anno della sua conferma. Futuro? I nerazzurri sono nel mio cuore, sono stato benissimo a Milano. Se il club pensa che posso ancora aiutare, torno volentieri".
 
Inter, Cordoba: "Pronto a tornare se serve. Murillo deve crescere ancora"

L'ex difensore dell'Inter Ivan Ramiro Cordoba, ospite de La Domenica Sportiva, ha parlato così della stagione dei nerazzurri e del suo futuro: "Ci può stare che una stagione vada storta. All'Inter serve lavoro, soprattutto in fase difensiva. Murillo ha le qualità per diventare un grandissimo difensore, ma ha bisogno di imparare ancora per adattarsi completamente al calcio italiano. Il prossimo dovrà essere l'anno della sua conferma. Futuro? I nerazzurri sono nel mio cuore, sono stato benissimo a Milano. Se il club pensa che posso ancora aiutare, torno volentieri".

Con tutto il rispetto non ne vedo l'utilità,non è che bisogna dare un ruolo ad ogni nostro ex giocatore
 
Cordoba: «Tornare? Io ci sono, sarebbe bello I cinesi faranno bene»

Ivan Ramiro Cordoba studia da dirigente. In giugno a New York, dove ha casa da una decina d’anni, ha frequentato un corso di International Sports Management alla Columbia University. Dove c’era anche Dino Ruta, professore che in Bocconi ha svezzato il Javier Zanetti manager. Ex colonna in campo e team manager, Cordoba non nasconde che gli piacerebbe tornare all’Inter. «Mi piacerebbe molto poter contribuire al bene della mia squadra del cuore – racconta –. Con l’ingresso di Suning, ora c’è un inevitabile momento di transizione. Vorranno capire più a fondo le varie problematiche. Io abito a Como e sono a disposizione. Se succedesse, sarebbe bello. L’arrivo dei cinesi sarà positivo se faranno come Moratti e investiranno per costruire una squadra più competitiva. Presto si capiranno le loro vere intenzioni».
Ha capito come mai l’Inter non è andata nel modo sperato lo scorso campionato? «E’ stato ed è tuttora un momento particolare per la società. L’acquisto di Thohir, ora la vendita ai cinesi. E’ inevitabile che questo senso di instabilità si sia ripercosso anche a livello sportivo: difficile non avvertirlo pure nello spogliatoio».
Lei ha avuto Mancini come allenatore. Lasciando perdere come andrà l’imminente confronto con Thohir, c’è qualcosa nell’Inter di questi due campionati che l’ha sorpresa? «Il mister vuole che le sue squadre giochino quasi a memoria. E nella passata stagione, come si è visto, non c’è mai stata una formazione tipo. ConoscendoMancini è difficile spiegarselo, perché la sua forza è sempre stata quella di trovare un nucleo di 11-14 giocatori su cui puntare. Evidentemente alcuni di questi elementi non sono stati in grado di dare le risposte che lui si aspettava».
A proposito di chi le risposte le ha date, il City sembra disposto a offrire 60 milioni per Bonucci. Lei lo ha visto da ragazzino nell’Inter, che cosa ne pensa? «Gli è servita molto proprio la carriera giovanile da noi. Era nella Primavera, era davvero molto bravo. Un peccato che non sia rimasto: il fatto è che nessuno ha colto le sue potenzialità. Gli parlavo spesso e magari l’ho anche aiutato. Ora ha una fiducia nei suoi mezzi smisurata, decisiva per far bene».
Un altro ex, Balotelli, invece sembra essersi smarrito. «Probabilmente ha avuto sempre un entourage che lo ha consigliato male. Rimane ancora un ragazzino, non è riuscito a fare il cambio necessario nella sua testa. Il talento e basta non è sufficiente, questo ormai è evidente».
Ha avuto all’Inter undici allenatori. Peschi lei quelli più significativi per la sua carriera. «Ho imparato tantissimo da Cuper, Mancini, Mourinho e Leonardo. Mourinho è il più bravo perché ha un metodo che nessuno riesce a duplicare. Tutti possono usare le sue idee tattiche, ma non gestire il gruppo come fa lui. Nel gioco e fuori dal campo. Tutti i suoi allenamenti sono con il pallone, la cosa che piace di più a noi calciatori. E poi ti dà sempre una possibilità, ma ti devi fare trovare pronto. Spesso te ne concede una seconda, insomma, non è uno che ti accantona o ti taglia. Avevamo un ottimo rapporto, di quelli franchi fra uomini veri. Abbiamo anche litigato, ma sapeva che certe mie critiche erano giuste e finiva per apprezzarle».
L’avversario più tosto? «Ronaldo, il Fenomeno. Imprevedibile. Con lui dovevi indovinare le sue mosse o provare ad anticiparlo. O se no commettere fallo. Molto forte anche Ibra. Ma con la mia rapidità, riuscivo a prendergli il tempo. Ricordo con nostalgia i duelli con Shevchenko».
I momenti più belli. «Il Triplete e il gol decisivo nella finale della Coppa America 2001. Ma fra le emozioni più forti c’è il primo trionfo con le giovanili del Rio Negro, la mia squadra da ragazzino. Avevo 15 anni e non sapevo che cosa significasse vincere. E quando lo capisci non vorresti fermarti più. Non mi sono fermato. Era l’unica cosa che avevo in testa. Mi allenavo più ore di tutti: è così che ho superato compagni magari più dotati di me».
 
Intervenuto a margine dell’evento Overtime Festival, Ivan Ramiro Cordoba è tornato a parlare anche del 5 maggio e dello scandalo di Calciopoli: “5 maggio? Ormai l’abbiamo dimenticato (ride). Ho un problema in testa, una parte mi dice parla e una parte no. Va rinfrescata un po’ la memoria. Non che noi non abbiamo vinto per questo, però sono successi degli episodi… e non sona qua a dire che la Juve questo, il Milan quello e la Roma quell’altro, ma sono dei fatti. C’era Udinese-Juve… va beh, Udinese e un’altra squadra. Quando senti un compagno che dopo quella partita viene da te, un mio compagno di nazionale, che dice che senza nessun motivo quattro titolari sono stati mandati in tribuna… Allora, noi non abbiamo vinto perché non abbiamo avuto tutta quella carica che dovevamo avere per vincere perché era nelle nostre mani. Però se non ci fossero stati tanti altri episodi, secondo me sarebbe stata un’altra storia. Non voglio dire il nome di un allenatore, ma lo capite: però quell’episodio è stato come tanti altri. Non voglio parlarne, poi va a finire che sembra sia stata l’Inter che ha scatenato una cosa così clamorosa e colpevole di una tragedia nel calcio italiano. Quello che è successo in quegli anni deve essere una vergogna del calcio italiano, punto. Fare quello che hanno fatto quelle persone che gestivano il calcio italiano. Sapere che vai a vedere una partita e altri sanno già come va a finire, non esiste. Non bisogna dimenticarlo perché altrimenti si torna a fare le stesse cose. Bisogna ricordarle e parlarne perché non esiste che poi si fa finta che non è esistito, è esistito eccome”.


Mitico!!:clap:clap:clap:clap

Qui l'intervista integrale: http://www.fcinter1908.it/copertina...er-del-triplete-icardi-grande-responsabilita/
 

MIRCEA

Primavera
Intervenuto a margine dell’evento Overtime Festival, Ivan Ramiro Cordoba è tornato a parlare anche del 5 maggio e dello scandalo di Calciopoli: “5 maggio? Ormai l’abbiamo dimenticato (ride). Ho un problema in testa, una parte mi dice parla e una parte no. Va rinfrescata un po’ la memoria. Non che noi non abbiamo vinto per questo, però sono successi degli episodi… e non sona qua a dire che la Juve questo, il Milan quello e la Roma quell’altro, ma sono dei fatti. C’era Udinese-Juve… va beh, Udinese e un’altra squadra. Quando senti un compagno che dopo quella partita viene da te, un mio compagno di nazionale, che dice che senza nessun motivo quattro titolari sono stati mandati in tribuna… Allora, noi non abbiamo vinto perché non abbiamo avuto tutta quella carica che dovevamo avere per vincere perché era nelle nostre mani. Però se non ci fossero stati tanti altri episodi, secondo me sarebbe stata un’altra storia. Non voglio dire il nome di un allenatore, ma lo capite: però quell’episodio è stato come tanti altri. Non voglio parlarne, poi va a finire che sembra sia stata l’Inter che ha scatenato una cosa così clamorosa e colpevole di una tragedia nel calcio italiano. Quello che è successo in quegli anni deve essere una vergogna del calcio italiano, punto. Fare quello che hanno fatto quelle persone che gestivano il calcio italiano. Sapere che vai a vedere una partita e altri sanno già come va a finire, non esiste. Non bisogna dimenticarlo perché altrimenti si torna a fare le stesse cose. Bisogna ricordarle e parlarne perché non esiste che poi si fa finta che non è esistito, è esistito eccome”.


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Qui l'intervista integrale: http://www.fcinter1908.it/copertina...er-del-triplete-icardi-grande-responsabilita/

grande Ivan!!!:ghigno:
 
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