Le dichiarazioni di Giovanni Gardini

Pedullà, che attacco a Gardini: “Uomo ombra? Neanche l’ombra. Stipendio top, zero tracce”



Il giornalista ha aspramente criticato il direttore generale nerazzurro, accusato di poca decisione e presenza all’interno del club

di fcinter1908, [MENTION=11685]macc[/MENTION]a_marco 8 novembre 2016, 13:31

Dopo aver messo a posto il tassello allenatore, l’Inter sarà impegnata nei prossimi mesi in un progressivo cambiamento societario. Un diverso assetto che ha già iniziato a prendere forma, dopo l’addio di Bolingbroke dal ruolo di amministratore delegato e la nomina ad interim al suo posto di Jiun Liu.

Una società che, secondo Alfredo Pedullà, deve essere più forte e presente. A cominciare dal direttore generale Giovanni Gardini, aspramente criticato: “Ha uno stipendio da top manager – scrive il giornalista sul proprio sito -. Si chiama Giovanni Gardini, veneto doc nato per sbaglio a Londra. Alle sue spalle fallimenti, incompiute, retrocessioni: non sono nostre parole, sono i fatti. Da Treviso a Padova, passando per Livorno, con una parentesi alla Lazio, per poi chiudere a Verona da dove andò via, per accettare l’Inter, nel bel mezzo di un tonfo in B annunciato. Ma lui, giustamente, preferì pensare alla sua carriera piuttosto che al destino del club: troppo ghiotta l’occasione. All’Inter fu segnalato anche da Mancini, che Gardini aveva conosciuto ai tempi della Lazio, lo stesso allenatore che poi si sarebbe ritrovato solo, completamente solo, nei momenti più delicati della sua esperienza nerazzurra. Momenti che coincisero con l’addio una settimana prima di Ferragosto.




Da quando Gardini è all’Inter non si è avuta traccia, neanche mezza traccia, neanche un quarto di traccia, della sua presenza. Aveva convinto Bolingbroke, prima che quest’ultimo (non oggi o ieri, ma almeno un mese e mezzo fa) venisse ridimensionato. Un direttore generale dovrebbe agire, fare, consigliare, prevedere, organizzare. Nulla. Una presenza c’è, ma assolutamente defilata. Gardini avalla, gli va tutto bene, tanto l’ingaggio è importante. E non preoccupatevi troppo se pensate al ruolo di un direttore generale in grado di lasciare traccia. Qui siamo esattamente al contrario. Uomo ombra? Neanche l’ombra. E se una società non ha gente competitiva, autorevole, partecipe, quando mai sarà una società? Auguriamo tutto il bene possibile a Suning, magari con un direttore generale che sia tale. Serve tutto, nei dettagli, per fare una società forte. Per fare l’Inter“.
 
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