Luis Figo

a proposito di Figo, un fenomeno.
Uno dei più grandi della storia del calcio.

Avergli fatto indossare la nostra maglia 4 anni è stato un grande grande grande onore, sicuramente ha contribuito, e credo non poco, a rinobilitare la nostra immagine internazionale.

Ricordo che arrivò e si diceva fosse finito, arrivato per svernare, un mezzo pacco, eccetera.
Il primo anno era invece ancora il vero Figo, ok forse non proprio al 100%, ma era ancora un giocatore vero, faceva la differenza.
Ma anche gli altri due anni fu una colonna, importantissimo, un punto di forza fondamentale sia tecnicamente sia mentalmente per un'inter che stava completando il processo di maturazione verso il triplete.
Solo l'ultimo anno era ormai quasi un ex, ma in ogni caso ogni volta che toccava il pallone scriveva poesie.

Fenomeno leggendario e persona semplice.
Orgoglioso di averlo visto con la maglia della mia squadra.
Peccato non sia più in orbita inter a livello dirigenziale, ma ci può stare.
 
Un'onore averti avuto nella nostra rosa negli anni più belli e gloriosi dell'ultima era..
Ogni mia nuova maglia nerazzurra è siglata con il mio cognome e il numero 7
LUIS FIGO X SEMPRE UNO DI NOI..
 

100%Inter

Leggenda
  Interfan del mese
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Figo: “Moggi mi impedì di arrivare prima in Italia. Su Calciopoli…”

Intervistato da FourFourTwo, l’ex centrocampista dell’Inter, Luis Figo, ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera svelando alcuni retroscena legati al suo arrivo in Italia.


MOGGI – “Il mio contratto con lo Sporting Lisbona stava per scadere ed il club non aveva fatto nulla per firmarne uno nuovo. Raggiunsero un accordo con la Juventus per il mio trasferimento, ma, quando l’ho scoperto, mi sono arrabbiato ed ho firmato un contratto con il presidente del Parma, Giambattista Pastorello. Questo era l’unico contratto che avevo firmato correttamente, mentre quello con la Juve non doveva essere valido. Luciano Moggi, però, grazie alla sua grande influenza nel mondo del calcio, è riuscito ad impedirmi di giocare in Italia per due anni. Fortunatamente, alla fine, sono andato al Barcellona“.


CALCIOPOLI – “Quando la decisione finale è stata resa pubblica, la maggior parte di noi non era a Milano e, naturalmente, non abbiamo celebrato tutti allo stesso modo. La Corte ha posto fine alle ingiustizie compiute negli anni e ciò è stato il giusto premio per tutti i giocatori che si erano impegnati così tanto per l’Inter e che non avevano vinto a causa di alcuni motivi oscuri“.
 
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