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Da Zero a Dieci - Il sei meriterebbe 'Arancia meccanica'. Il 5 è il limite di Brozovic, l'8 il numero della speranza

Domenica sera in quel di San Siro è andato in scena il Derby di Milano, conclusosi sul 2-2 al termine di una gara ricca di emozioni e in bilico fino all'ultimo secondo. Andiamo a ripercorrere i numeri della stracittadina in questo appuntamento con*“Da Zero a Dieci”.

ZERO*- I tiri concessi nello specchio della porta al Milan dalla*difesa nerazzurra dopo il gol del nuovo vantaggio di Suso. Per ben 35 minuti i rossoneri non sono riusciti a trovare la porta difesa da Handanovic e questo grazie al pressing dei nerazzurri che nel lasso di tempo considerato hanno tenuto il possesso palla per il 76% del tempo.*

UNO*- Quello di*domenica è stato l’esordio di Stefano Pioli sulla panchina dell’Inter. Come già accaduto nel Mancini-bis, il debutto è avvenuto nella gara più sentita dai tifosi nerazzurri. Come prima*uscita non è stata così male per la squadra, che però ha pagato a caro prezzo l’uscita di Medel dopo soli 36’ di gioco costringendo il neo-tecnico nerazzurro ad optare per la solita coppia titolare Miranda-Murillo.

DUE*- I minuti dopo il novantesimo quando Perisic ha gelato il pubblico rossonero presente a San Siro. Il croato è riuscito a trovare la deviazione giusta sul secondo palo dopo la*spizzata di Murillo, regalando il pareggio, più che meritato,*in extremis.

TRE*- I tiri totali di Mauro Icardi nella stracittadina, due dei quali nello specchio della porta, ma che non hanno portato a nulla. L’argentino conferma di non digerire il Derby e anche questa volta rimane a secco, nonostante abbia avuto più di un’occasione per finire sul tabellino dei marcatori. Tre sono anche i tocchi in meno rispetto al suo minimo stagionale registrato contro la Roma: fra lui e Bacca sembrava una puntata di 'Chi l’ha visto' e dai due centravanti titolari di Inter e Milan questo aspetto lascia a dir poco perplessi.

QUATTRO*- I gol in campionato di Ivan Perisic, che si consolida come secondo marcatore della squadra alle spalle di Mauro Icardi. Il croato è alla seconda rete consecutiva dopo l’addio di Frank de Boer e sta vivendo il suo miglior periodo di forma. Perisic può essere sicuramente un’arma in*più di questa squadra se dovesse mantenere questo ritmo per molto tempo, senza alternare luci ad ombre.

CINQUE*- Le volte in cui Marcelo Brozovic è stato saltato in dribbling. Il croato è stato schierato davanti alla difesa lasciando a Joao Mario il compito di lavorare a ridosso della punta insieme a Perisic e Candreva e la prestazione dell’ex Dinamo Zagabria ne ha risentito parecchio. Non brillante perché tirato via dalla zona più importante di campo, spesso in confusione perché non in sintonia con il compagno di*reparto*Kondogbia (in due perdono 5 palloni sui 90 minuti). La sua gara finisce anzitempo per lasciare spazio a Jovetic che dà più ordine alla manovra riportando indietro Joao Mario, che davanti alla difesa si sa districare meglio. Urge trovare una sistemazione tattica che consenta a Brozovic di inserirsi frequentemente e che possa*permettergli di essere più nel vivo della fase offensiva, così lo si depotenzia e basta.

SEI*- I gol subiti nei primi tempi dall’Inter sui 16*complessivi, ma di questi 4 arrivano nell’ultimo quarto della prima frazione di gioco. Il primo di Suso è un errore da matita blu, uno di quelli che deve essere utilizzato nei video come in*Arancia*Meccanica: non è concepibile subire un*contropiede al 40’ del primo tempo con la squadra spezzata in due. Non è concepibile a maggior ragione perché pochi minuti prima il*desaparecido*Bacca aveva sciupato un altro contropiede incartandosi in un dribbling a lui non congeniale, altrimenti il vantaggio del*Milan sarebbe arrivato prima.

SETTE*- Le partite trascorse dall’ultima*volta che Geoffrey Kondogbia è stato schierato dal primo minuto: era Inter-Bologna, ma in quell’occasione giocò per soli 28 minuti per poi essere sostituito. Da allora solo un’altra mezz’ora scarsa contro l’Atalanta e tante voci di mercato attorno a lui: il francese ha sfoderato una prova sufficiente chi gli ha dato fiducia, anche se c’è ancora molto su cui lavorare.

OTTO*- I gol nerazzurri nell’ultimo quarto d’ora di gara. Questo è l’emblema della forza e del carattere di questa squadra che viaggia a giorni alterni, ma che nelle sue corde sa di poter far male*sempre agli avversari. Per dare un’idea, sono soltanto due i gol*segnati in più la scorsa stagione nello stesso lasso temporale sull’arco di 38 partite di campionato. Questa squadra ha i mezzi e il carattere per migliorare la posizione di classifica, ma bisogna agire prima che sia*troppo tardi.

NOVE*- I dribbling vinti sull’out di sinistra, quello difensivo destro dell’Inter, da parte del tandem Bonaventura-Niang. D’Ambrosio e Candreva hanno avuto molto da fare in ripiegamento su questi avversari che in più occasioni hanno spezzato i*raddoppi creando situazioni pericolose. Su questo fondamentale bisogna lavorare in vista delle prossime partite.

DIECI*- Dopo dieci gare su tredici, Banega trova la panchina per la seconda volta in stagione (saltò la gara con l’Empoli per*squalifica). I nerazzurri senza Ever faticano ad avere inventiva nella trequarti offensiva, ma adesso si aprirà un*ampio dibattito non sul ruolo di Banega, ma se valga la pena farlo giocare o meno. Le qualità del*Tanguito*sono eccelse ed è lui il solo in grado di accendere la luce se messo nelle condizioni dalla squadra: è la cartina tornasole, se l'Inter gioca male lui fatica, se la squadra gira bene lui le dà quel tocco in più per renderla stupenda.*
 
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