In realtà solo in parte, perlomeno a mio avviso.
Espongo i punti "critici".
Il Litio non è affatto difficile da trovare, è chiaro che l'interesse ad estrarlo dipende dal livello di prezzo, se continuiamo a pretendere di estrarlo a costi irrisori, non ci sarà interesse a sviluppare sia tecnologie che zone di estrazione, in quanto al cobalto, le nuove batterie NMC hanno un basso tenore di cobalto ed è possibile usare quelle al fosfato che cobalto proprio non ne hanno. E anche qui, se il materiale lo lasciamo a bassi livelli di costo di base e lasciamo enormi guadagni sia alle compagnie estrattive che alla filiera (anzichè all'estrattore) è chiaro che appunto è la filiera ad essere squilibrata e non il materiale in sè.
Appunto, il problema vero è l'enorme differenza di costo tra il materiale di base e il semilavorato ed assemblato, non tanto la scarsezza del materiale in sè.
In secondo luogo, la questione "produzione elettrica" è sempre un dato fuorviante. Perchè è assolutamente chiaro che la transizione verso il rinnovabile non solo deve essere sviluppata ma deve entrare nell'ordine di idee che le produzioni fossili vanno disincentivate non per vaga "sensibilità ambientale", ma perchè hanno dei costi NASCOSTI che sono elevatissimi sia in termini di inquinamento, che di rischio ambientale e perfino geopolitico. E questi costi "non appaiono", ma CI SONO, perchè per fare un semplice esempio se tu devi bonificare terreno dove esisteva un impianto di raffinazione e lavorazione degli idrocarburi hai un costo MOLTO elevato, che però ricade sullo Stato (se va bene) o non viene rilevato affatto. Basterebbe vedere il conto della bonifica di Marghera (peraltro non conclusa) per rendersene conto.
E non compaiono i costi dello smaltimento dell'olio combustibile esausto, degli antigelo refrigeranti e altre mille cose che prevede un motore termico.
In quanto allo sviluppo infrastrutturale, quello in realtà dovrebbe perfino essere già avvenuto, e se non lo è, non è certo colpa del settore automotive.
E' vero che attualmente un powertrain elettrico costa 3/4 volte uno a combustione interna, ma semplicemente perchè in primis le case automobilistiche (tranne rare eccezioni) si sono ben guardate dal "costruire internamente" le unità di propulsione, ma le acquistano all'esterno da altri gruppi specializzati, quali Siemens, Continental ed altri, e in secondo luogo proprio perchè se hai una produzione ridotta, i costi sono ovviamente piu' alti.
Non è ASSOLUTAMENTE vero che l'auto elettrica sia piu' complessa di una a motore termico, anzi è MOLTO piu' semplice funzionalmente e strutturalmente, è altresi' ovvio che l'auto termica gode di quasi 100 anni di evoluzione, a differenza dell'auto elettrica che sarà forse in sviluppo da 5 anni.
Molto interessante.
Sporadicamente acquisto il mensile (fai una volta ogni 3 mesi) e la linea di quello che dovrebbe essere il giornale più prestigioso in ambito automobilistico rimane comunque indirizzata ad un certo scetticismo verso il 100% elettrico, tanto come soluzione odierna quanto come soluzione futura per le masse. Sarei ingiusto se la definissi “contraria a prescindere”, però comunque c’è uno scetticismo di fondo che non riesco a comprendere. Anche perché, considerata l’agenda UE e lo scopo finale puntato al 2050, mi sembra abbastanza incomprensibile e controproducente. Nei prossimi 30 anni le tecnologie non potranno non fare passi da gigante e i vari annunci delle case ad elettrificare totalmente le gamme dal 20xy sono sempre più numerosi.
Definire l’auto come futuro oggetto del privilegio per una sorta di ideologia ambientalista (insinuando che di ambientalismo ci sia ben poco, considerato ogni aspetto di produzione) mi lascia un po’ di stucco.