L’AD di WeBuild: «Due stadi separati per Inter e Milan sono una follia»
«Due stadi separati sono una follia: meglio investire in giocatori». Non usa mezzi termini Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild, per commentare il tema San Siro dopo che Inter e Milan, a seguito di un fittissimo e lungo scambio di richieste e di risposte con il colosso delle costruzioni, hanno fatto cadere l’ipotesi di ristrutturazione del Meazza.
I club hanno deciso di tornare al vecchio Piano A: un uovo stadio accanto a San Siro ridotto e rifunzionalizzato. Salini, però, resta in attesa, con la sicurezza che le due squadre torneranno a ragionare sulla riqualificazione. «Su San Siro aspetto. Abbiamo fatto una proposta che risponde alle esigenze delle squadre, ora i proprietari americani stanno riflettendo su un nuovo stadio. Quando realizzeranno quanto tempo ci vuole in Italia per realizzare un nuovo impianto si analizzerà di nuovo il nostro progetto».
E se Milan e Inter dovessero andare comunque avanti sul nuovo stadio, WeBuild, con il direttore generale Massimo Ferrari, si dice pronta a presentare la propria candidatura. «Ci proporremo sicuramente per realizzarlo».
Ferrari che ha seguito in prima persona il dossier Meazza torna sulla riqualificazione di San Siro: «La nostra non era una ristrutturazione superficiale, ma profonda. I costi sono stimati in 4-500 milioni di euro, ma il progetto definitivo dipende dalle esigenze delle squadre. A esempio, noi abbiamo previsto 10 mila posti hospitality, ma potrebbero servirne di meno».
Il dirigente gioca anche sul possibile parallelismo tra la Scala e San Siro: «Anche il teatro è stato profondamente rifatto, con una grande ristrutturazione». Adesso la situazione è in stallo. Dopo il via libera condizionato della Soprintendenza per la demolizione parziale di San Siro si attende la riposta dell’Agenzia delle entrate sul valore del Meazza e delle aree circostanti.
Ferrari insiste. «Ha ragione il presidente Scaroni: come in tutte le principali capitali di Europa occorrono stadi nuovi. Anche Wembley è stato rifatto, come gli stadi di Madrid e altri in Europa. San Siro deve essere rifatto secondo standard adeguati alla città e alle esigenze di due club con grande storia e di respiro internazionale».
«Due stadi separati sono una follia: meglio investire in giocatori». Non usa mezzi termini Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild, per commentare il tema San Siro dopo che Inter e Milan, a seguito di un fittissimo e lungo scambio di richieste e di risposte con il colosso delle costruzioni, hanno fatto cadere l’ipotesi di ristrutturazione del Meazza.
I club hanno deciso di tornare al vecchio Piano A: un uovo stadio accanto a San Siro ridotto e rifunzionalizzato. Salini, però, resta in attesa, con la sicurezza che le due squadre torneranno a ragionare sulla riqualificazione. «Su San Siro aspetto. Abbiamo fatto una proposta che risponde alle esigenze delle squadre, ora i proprietari americani stanno riflettendo su un nuovo stadio. Quando realizzeranno quanto tempo ci vuole in Italia per realizzare un nuovo impianto si analizzerà di nuovo il nostro progetto».
E se Milan e Inter dovessero andare comunque avanti sul nuovo stadio, WeBuild, con il direttore generale Massimo Ferrari, si dice pronta a presentare la propria candidatura. «Ci proporremo sicuramente per realizzarlo».
Ferrari che ha seguito in prima persona il dossier Meazza torna sulla riqualificazione di San Siro: «La nostra non era una ristrutturazione superficiale, ma profonda. I costi sono stimati in 4-500 milioni di euro, ma il progetto definitivo dipende dalle esigenze delle squadre. A esempio, noi abbiamo previsto 10 mila posti hospitality, ma potrebbero servirne di meno».
Il dirigente gioca anche sul possibile parallelismo tra la Scala e San Siro: «Anche il teatro è stato profondamente rifatto, con una grande ristrutturazione». Adesso la situazione è in stallo. Dopo il via libera condizionato della Soprintendenza per la demolizione parziale di San Siro si attende la riposta dell’Agenzia delle entrate sul valore del Meazza e delle aree circostanti.
Ferrari insiste. «Ha ragione il presidente Scaroni: come in tutte le principali capitali di Europa occorrono stadi nuovi. Anche Wembley è stato rifatto, come gli stadi di Madrid e altri in Europa. San Siro deve essere rifatto secondo standard adeguati alla città e alle esigenze di due club con grande storia e di respiro internazionale».