Cito dei passaggi chiave, sulla figura del Club Manager, da un'intervista a Flavio Lo Vaglio, presidente ed allenatore di Unicalcio.
"Il Club Manager, così com’è concepito in Italia, è una figura spesso e volentieri a cui vengono affidate mansioni e compiti non propriamente adeguati a tale incarico.C’è chi lo vede più come una sorta di ‘Ambassador Manager’, chi lo ritiene un’evoluzione del ‘Team Manager’ e chi lo vuole quale tramite tra la proprietà (o il DG) e i DS. Da un mio studio risulta che il Club Manager, figura tipicamente anglosassone, (in Italia) è presente solo in pochi organigrammi della Serie A e, in ognuno di questi, ha mansioni differenti.....la centralità del Club Manager è automatica se lo si intende come lo intendo io. Non può essere altrimenti. Un professionista che sa guardare dentro l’azienda e ne sa cogliere tutti gli aspetti, propositivo e con una discreta autonomia operativa, totalmente consapevole della realtà aziendale e del territorio in cui opera, divenendone così il miglior stratega. Deve ottimizzare le risorse, di qualsiasi settore, sfruttandone le potenzialità inespresse; non è un capo del personale ma potrebbe selezionare quelle già presenti ed organizzarle al meglio....tornando al Club Manager, a mio avviso non può essere inquadrato a seconda dei bisogni
di un Club per “tappare” determinati buchi organizzativi ma, al contrario, dovrebbe essere assunto per strutturare una rete funzionale di relazioni interne – per e tra la parte tecnica e quella manageriale – ed esterne, in simbiosi con il marketing manager per le scelte sulle strategie operative più complesse...."
Non si parla quindi di tenere per manina giocatori o allenatori....