Le pagelle di Alberto Di Vita che condivido in pieno:
PAGELLE
La premessa è che sarebbe bello poter dare 2 a tutti quelli che non ci hanno messo cuore, coraggio e testa. Forse ne salverei 3. Forse.
HANDANOVIC 7: ne fa una su Budimir e una su Barreto che è fuorigioco: ci vorrebbero 11 Handanovic.
ANSALDI 5,5: troppo spesso si comporta da ala nel pressing, lasciando scoperto il lato di Miranda. Sbaglia troppi cross. È un upgrade rispetto a tutti gli esterni: figuriamoci il resto.
MIRANDA 4,5: più che i singoli interventi, stupisce la svogliatezza, la mancanza di concentrazione, le uscite palla al piede che non si capisce cosa stia facendo: prestazione mentale fuori da ogni logica. Sul gol, invece che temporeggiare a palla scoperta e difesa piazzata male, decide di fare harakiri.
MURILLO 55: impreciso, ma ne salva almeno 3. Sembra uno dei pochi a provarci, ma mentalmente stacca anche lui ogni tanto, lasciando troppo spazio al duo doriano d’attacco. Peccato che, sul gol, il suo anticipo rimanga piantato lì sui piedi di Bruno Fernandes.
SANTON 5: in controtendenza rispetto alle ultime, una prova…. ehm, maschia: meglio davanti che dietro.
JOAO MARIO 4: cominciare la partita dicendo che, poraccio, è fuori ruolo e che deve adattarsi è il peggior segno possibile. Sbaglia un’infinità di palloni e posizioni, con l’aggravante di non rincorrere mai dopo averla persa. E dire che a Torino era stato talmente abbagliante da farci esclamare “habemus registam” (chiedo scusa ai latinisti).
BANEGA 4,5: La media tra il 5,5 della fase offensiva e il 2,5 della fase di non possesso, in cui decide lui quando pressare, quando salire, come muoversi, cosa fare: il resto della squadra non conta. Un futuro da allenatore, forse, ma intanto un tecnico in panchina ci sarebbe e ci vede meglio di lui. Un pesce fuor d’acqua, sempre con due tempi di ritardo sull’azione.
BROZOVIC 5,5: annega nella prima mezz’ora, neanche avesse di fronte Kessié. Poi cresce ed è l’unico che ci prova, anche se a modo suo: con tanti errori di appoggio, stop troppo lunghi e un’imprecisione diffusa, la sua, contro la quale prova a reagire sbuffando. Sulla traversa ha la grave colpa di non vedere Eder libero in corsa. Se giocasse con intensità e evitasse il pascolare che si vede troppo spesso, con annesso ciondolare di braccia, sarebbe un signor incursore.
ICARDI 4: in molte azioni ho deciso di guardarlo attentamente: più svogliato di tutti. Movimenti assenti, proposizione idem: approfondiremo con video da qui alla sosta. Il gol sbagliato grida vendetta e racconta di una scarsissima concentrazione e determinazione.
EDER 2: l’unico 2 morale che mi concedo. E dire che sarebbe persino l’unica sufficienza della squadra assieme a Candreva e Handanovic. Ma la protesta all’uscita è una vigliaccata che poteva risparmiarsi. Sostituito, giustamente, perché non ne aveva più.
CANDREVA 6,5: fa tanti errori, ma sembra davvero l’unico a metterci qualcosa di più della presenza in campo. Se Puggioni fa due parate nel primo tempo, sono su due tiri suoi. Purtroppo è a corrente alternata e senza quella grinta che gli si riconosceva alla Lazio e in nazionale.
PALACIO 6: probabilmente meriterebbe una chance dall’inizio: almeno non si adegua all’andazzo scazzato dei compagni. Colpisce anche una traversa, che grida vendetta, da posizione impossibile.
PERISIC 6: la strada tracciata da De Boer sembra chiara e ricalca quella dell’Ajax: se possibile uno degli esterni deve essere un attaccante. Quindi ballottaggio Perisic-Candreva, anche perché dei centrocampisti, l’unico a inserirsi, male, è Brozovic: scelta quasi obbligata. Ma quando entra in campo sembra il più impegnato di tutti.
DE BOER 5: quando l’Inter attacca, a tratti è un bel vedere. Una squadra con sovrapposizioni, possesso palla, controllo della partita. Manca sempre l’ultimo passaggio, ma qui il problema è da spartirsi tra i movimenti sbagliati degli attaccanti e la fase di rifinitura. In difesa, però, è evidente che la squadra non lo segue: la difesa rimane troppo bassa, i centrocampisti non riescono a coprire tutto e il pressing degli attaccanti non è quasi mai coi tempi giusti.
La gran parte degli errori in difesa sono individuali, alcuni di sistema: ma rimane difficile comprendere se è un problema di preparazione del tecnico o di concentrazione dei calciatori. Viste le altre partite, propendo più per la seconda pur rimanendo sul tavolo alcuni problemi di preparazione.
Avrebbe bisogno di essere sostenuto dalla società anche, e soprattutto, nello spogliatoio.