GIORNALISTA: “L’abbiamo vista piangere. Eppure ha vinto tutto, dovrebbe essere abituato. Cosa si prova a portare la propria Nazione in finale di un mondiale!?”
MODRIC: “È una cosa fantastica. Al fischio finale ho chiuso gli occhi e mi è venuta in mente tutta la mia infanzia, fatta di guerre, e mancanza di cibo. Da piccolo durante il periodo della guerra, fuori l’albergo che ci ospitava come rifugiati, calciavo continuamente il pallone contro il muro. Sognavo di giocare in grandi palcoscenici, e di scappare da tutto quello che mi circondava. Volevo diventare un calciatore. Gli altri mi vedevano, e mi consideravano uno non sano di mente. Pensare al calcio, in un momento del genere... ma io volevo solo giocare, e avere quel pallone tra i piedi non mi faceva pensare a niente. Finita la guerra, mio padre che nel frattempo aveva trovato lavoro come meccanico per l’esercito, mi iscrisse in una scuola calcio. Nelle giovani dell’ Hajduk Split fui rifiutato due volte. Dicevano che non potevo giocare, perché troppo magro, avevo le ossa troppo piccole. Allora mio padre mi iscrisse alla Dinamo Zagreb. Da quel giorno le cose cambiarono. Oggi sono qui, in finale di coppa del mondo con la mia Croazia. Come fai a non piangere?”
[Luka Modrić]
MODRIC: “È una cosa fantastica. Al fischio finale ho chiuso gli occhi e mi è venuta in mente tutta la mia infanzia, fatta di guerre, e mancanza di cibo. Da piccolo durante il periodo della guerra, fuori l’albergo che ci ospitava come rifugiati, calciavo continuamente il pallone contro il muro. Sognavo di giocare in grandi palcoscenici, e di scappare da tutto quello che mi circondava. Volevo diventare un calciatore. Gli altri mi vedevano, e mi consideravano uno non sano di mente. Pensare al calcio, in un momento del genere... ma io volevo solo giocare, e avere quel pallone tra i piedi non mi faceva pensare a niente. Finita la guerra, mio padre che nel frattempo aveva trovato lavoro come meccanico per l’esercito, mi iscrisse in una scuola calcio. Nelle giovani dell’ Hajduk Split fui rifiutato due volte. Dicevano che non potevo giocare, perché troppo magro, avevo le ossa troppo piccole. Allora mio padre mi iscrisse alla Dinamo Zagreb. Da quel giorno le cose cambiarono. Oggi sono qui, in finale di coppa del mondo con la mia Croazia. Come fai a non piangere?”
[Luka Modrić]