Sarri è naturalmente un eccellente organizzatore di gioco, superiore ad Inzaghi in questo, ma deve poter fare il santone e l'uomo vissuto del gruppo per poter fare bene.
Il personaggio che si è cucito addosso del grezzo bischero sboccato, idealista e anticonformista può funzionare in provincia dove e se gli si dà carta bianca e i giocatori pendono dalle sue labbra, ma in un club dove ci si deve adattare alle esigenze altrui e dove il rispetto dei campioni già affermati va prima guadagnato con capacità anche gestionali e relazionali..è un disastro annunciato.
lo ha detto chiaro pure lui che alla juve a un certo punto ha dovuto guardare negli occhi il suo staff e dire "o andiamo dritti per la nostra strada e ci facciamo cacciare, o scendiamo a compromessi e vinciamo senza fare il nostro calcio".
Ha scelto di piegarsi ed essere cinico e pratico, ha vinto, ma vendendosi si è spersonalizzato, diventando un gestorino come tanti senza però averne le qualità caratteriali e la credibilità.
Per la verità si era venduto la credibilità acquisita già solo accettando di andare nella caserma Juve, che era la nemesi del (fu) "sarrismo".
alla Lazio può ritrovare le condizioni di Napoli e tornare a fare il santone di provincia.
All'inter sarebbe stato costretto a fare quel che non sa fare, districarsi su più tavoli, scendere a compromessi e relazionarsi a giocatori che si sentono più importanti di lui, diventando uno dei tanti Gasperini incompresi.
Simone magari fallirà, alla fine per un allenatore all'Inter non fallire è sempre l'eccezione, ma è stato scelto per la sua flessibilità, sia come allenatore che come gestore di risorse, in un momento in cui non esistono i "voglio" ma solo gli "accetto".