Storie, Anti-storie, Fanta-storie.

carlo314

Fuoriclasse
  Moderatore
  Supporter
non per difendere il paese che mi ha dato i natali ma la cucina tedesca per un italiano, un cinese un thai, un indiano e altri può essere grossolana, vero, però russi, inglesi, scozzesi, mmm...:stor



ci sono piatti di carne (non solo würstel) per niente male e poi lo street foood, le semplici patate fritte che mangi in strada in germania sono seconde solo a quelle belghe

comunque nel locale del video notevoli le pareti super kitsh con su i lavoratori ed Honecker
Ah, peggio che qui da nessuna parte :D
 
Alunna X

"Professore ma perché celebriamo giustamente la giornata della memoria, ma non si parla mai dei crimini di Stalin?"

CERVELLO DEL PROFESSOR DECAMERON

"Ok, adesso cogli l'occasione e fai una discussione-spiegazione sui regimi totalitari che porta alla conclusione condivisa che i totalitarismi sono ***** e criminali a prescindere dal loro colore"

CUORE DEL PROFESSOR DECAMERON

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Domanda legittima di Alunna X

Ma la guerra fredda è finita e sarebbe ora di smontare le enormi balle propagandistiche su "Stalin come o peggio di Hitler", che servono solo ai destrorsi nostrani per buttarla in caciara.

Non

È

Vero
 

carlo314

Fuoriclasse
  Moderatore
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Domanda legittima di Alunna X

Ma la guerra fredda è finita e sarebbe ora di smontare le enormi balle propagandistiche su "Stalin come o peggio di Hitler", che servono solo ai destrorsi nostrani per buttarla in caciara.

Non

È

Vero

Ormai é un riflesso condizionato: una volta avevo letto un articolo sul Corriere Cultura in cui si parlava d'altro ma si accennava all'invasione stalinista della Polonia nel 1919. Ora, a parte il fatto che addossare all'URSS il ruolo di aggressore in quella guerra é molto azzardato, quella comunque non era certo l'URSS di Stalin, che era al massimo UNO dei comandanti delle truppe che invasero la Polonia. Ma é un automatismo e uno parla di uno scrittore americano degli anni '50 i cui nonni fuggirono dalla Polonia nel 1919 "in seguito all'invasione stalinista"...
 
Ormai é un riflesso condizionato: una volta avevo letto un articolo sul Corriere Cultura in cui si parlava d'altro ma si accennava all'invasione stalinista della Polonia nel 1919. Ora, a parte il fatto che addossare all'URSS il ruolo di aggressore in quella guerra é molto azzardato, quella comunque non era certo l'URSS di Stalin, che era al massimo UNO dei comandanti delle truppe che invasero la Polonia. Ma é un automatismo e uno parla di uno scrittore americano degli anni '50 i cui nonni fuggirono dalla Polonia nel 1919 "in seguito all'invasione stalinista"...

Minchia, che strafalcione. Gli invasori erano proprio i Polacchi, altroché.
 
Domanda legittima di Alunna X

Ma la guerra fredda è finita e sarebbe ora di smontare le enormi balle propagandistiche su "Stalin come o peggio di Hitler", che servono solo ai destrorsi nostrani per buttarla in caciara.

Non

È

Vero
Io avrei delle riserve anche sulla valenza scientifica del concetto di totalitarismo, come applicato negli ultimi 50-60 anni (secondo il filone arendtiano-popperiano), che in sostanza serve proprio a propugnare codesta equivalenza. :dente
In questo senso, il concetto di totalitarismo può essere fecondo sotto certi aspetti, ma fuorviante sotto altri, laddove dovendo far calderone non coglie differenze decisive, che in effetti impedirebbero proprio il far calderone. :ghigno
Oltrettutto il termine si presta e si è prestato a tirate propagandistiche che poco hanno a che fare con la scienza storica.

Stalin comunque piace a tutti i destri
Alle destracce posticce, perché consente loro di parlar male di lui e attraverso lui di 200 anni di movimento operaio.
Alle destre autentiche perché "tu sei tutto quello che..."
C'è una lettera di Cossiga a Liberazione, anni fa, in cui in sostanza rimproverava a Bertinotti la liquidazione di Stalin. Ci sarà pure un po' di gusto della provocazione ma mi pare ci fosse anche autentica stima :ghigno
 
Io avrei delle riserve anche sulla valenza scientifica del concetto di totalitarismo, come applicato negli ultimi 50-60 anni (secondo il filone arendtiano-popperiano), che in sostanza serve proprio a propugnare codesta equivalenza. :dente
In questo senso, il concetto di totalitarismo può essere fecondo sotto certi aspetti, ma fuorviante sotto altri, laddove dovendo far calderone non coglie differenze decisive, che in effetti impedirebbero proprio il far calderone. :ghigno
Oltrettutto il termine si presta e si è prestato a tirate propagandistiche che poco hanno a che fare con la scienza storica.

Stalin comunque piace a tutti i destri
Alle destracce posticce, perché consente loro di parlar male di lui e attraverso lui di 200 anni di movimento operaio.
Alle destre autentiche perché "tu sei tutto quello che..."
C'è una lettera di Cossiga a Liberazione, anni fa, in cui in sostanza rimproverava a Bertinotti la liquidazione di Stalin. Ci sarà pure un po' di gusto della provocazione ma mi pare ci fosse anche autentica stima :ghigno
Eccola

La storia non si fa con i "se" e i "ma"
Lettera di Francesco Cossiga a Bertinotti (Liberazione, 15.05.2004)

Caro Bertinotti,
tu sai come, pur avendo combattuto duramente il Pci durante la Guerra Fredda per aver scelto nel e con il mio partito, la Democrazia Cristiana, l'Occidente liberal-democatico, non ho mai avuto pregiudizi ideologici nei confronti del comunismo. Di esso non mi ha mai scandalizzato, come democratico, né la concezione "classista", né quella di "dittatura del proletariato" nel senso leninista del termine, (sì, nella mia vita giovanile, la mia "innocente follia" mi ha portato tra i diciassette-diciotto anni a leggere perfino i due volumi delle opere scelte di Lenin, editi in bellissima veste tipografica dalla Edizioni in Lingue Estere di Mosca!), né il concetto di "pianificazione economica", né quello di "proprietà comunitaria dei beni di produzione", concetti che nell'800, a ben vedere erano comuni a tutti i movimenti socialisti. D'altronde, la "proprietà pubblica dei mezzi di produzione" come punto programmatico qualificante è stata cancellata dal programma politico del partito laburista britannico solo in uno dei suoi ultimi congressi, sotto la leadership del liberal Tony Blair, e anche tra non poche opposizioni! Ma forse questo Silvio Berlusconi, grande ammiratore e strategicamente alleato del partito laburista, non lo sa!
Tu sai come io, a sedici anni, forse anche per l'esempio di miei cugini Enrico e Giovanni Berlinguer, sia stato ad un passo da iscrivermi al Pci, perché esso rappresentava, o sembrava allora rappresentare, la opzione radicale a favore di quell'antifascismo e di quel repubblicanesimo nel quale ero stato educato. Se alla fine non sono diventato comunista è perché non potevo accettare il suo "materialismo dialettico" e la sua "utopia scientifica" di creare un "uomo nuovo" ed un "mondo nuovo", e cioè di "ricreare la creazione", perché da cristiano credevo, come credo, nel peccato originale e quindi nella necessità della redenzione per la salvezza dell'uomo e anche della Storia, e cioè nella caduta dell'uomo e della creazione, della natura, del tempo e della storia, che possono essere sanate nell'essenza, ma non negli effetti, appunto dalla Redenzione, e cioè dalla nascita, dalla morte, dalla resurrezione e dall'ascensione di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Uomo e Dio, per mezzo della sua Chiesa; perché credevo, come credo, che la «nuova terra ed i nuovi cieli» si avranno solo con la Parusia, e non per opera dell'Uomo, ma per dono di Dio; perché non credevo, come non credo, che il «Regno di Dio sia di questo mondo», che è e rimane imperfetto e corrotto; perché ideologicamente sono per il "primato della libertà", e non credevo, e non credo, che senza piena libertà vi possa essere vera giustizia, e per questo essendo "laico", cattolico-liberale e democratico, e non come l'amico Romano Prodi cristiano-sociale ed anche un po' "clerical-integralista" al modo di quel santo monaco che è stato Don Pippo Dossetti.
Diverso il discorso sul "materialismo storico" e sulla "legge" della lotta di classe, che se non il "criterio unico", sono certo un criterio importante nella interpretazione della Storia e per la concezione e la realizzazione di una politica riformista. Diverso il problema "della dittatura del proletariato", purché temporanea e soltanto come "via di forza" alle riforme, dato che nell’800 è stata la "dittatura della borghesia" contro l’alleanza Trono-Altare e contro le "plebi" reazionarie, con l’arma del governo delle élites e con il suffragio limitato, a imporre alla vecchia società il sistema delle libertà costituzionali ed a fondare il regime costituzionale, rappresentativo liberaldemocatico, poi definitivamente consolidato in regime parlamentare con l’apporto delle masse popolari cattoliche e delle masse socialiste, attraverso la loro azione politico-sociale e l’allargamento del suffragio elettorale.

Il comunismo potrà "riapparire"
Non credo che il comunismo, che è stato un grande ideale di giustizia, di indipendenza, di libertà e di liberazione per milioni di uomini – che nulla o poco peraltro sapevano di marxismo e di materialismo, né dialettico né storico! - sia "morto", quando è crollato il muro di Berlino e, in una notte storica, dalla torre del Cremlino fu ammainata la bandiera rossa con la falce ed il martello, e l’indomani fu issata su di essa la bandiera bianca-azzurra-rossa dell’antica Russia e del pan-slavismo. E non credo neanche che per ukase dei nuovi abitanti del Cremlino sia potuta mai essere cancellato l’ideale e neanche l’ideologia del comunismo. Un grande teologo cattolico, forse oggi il più grande, ha scritto allora che il comunismo, come ideologia e come movimento, presto o tardi sarebbero «riapparsi».

Aggiornarsi non basta
Apprendo che in Roma, voi di Rifondazione Comunista insieme ad altri partiti europei di sinistra, avete ora dato vita ad un partito di "sinistra alternativa" al partito della "sinistra europea" d’oggi, che è in realtà la socialdemocrazia, dai molti "accenti", ma sostanzialmente riformista e liberal. Penso che questa "sinistra europea alternativa" sia e voglia essere una sinistra comunista, di un comunismo che certo tenga conto delle profonde trasformazioni della società e degli epocali mutamenti storici intervenuti in questi decenni. Ma perché voi possiate credibilmente fare questo, non potete condannare o "rinnegare" il "comunismo storico": e quindi non potete condannare e rinnegare, come sembra che tu voglia ed abbia anche proposto, né Stalin né lo stalinismo.
Non dico certo che il comunismo non fosse teoricamente pensabile, anche in una sua "incarnazione" storica, senza Stalin e lo stalinismo. Ma affermatasi giustamente, anche per realismo internazionale, la tesi della "realizzazione del socialismo in un solo Paese", non per volerlo limitare in via di principio a questo, le antiche Russie, ma per l’impossibilità storica, sociale e politica di una contemporanea rivoluzione universale su piano mondiale, e anche per poter disporre di un "punto di forza statuale" per la diffusione e per l’affermazione dell’internazionalismo comunista, il "comunismo storico" non poteva nell’Unione Sovietica che essere stalinista, e non poteva, abbandonata l’utopia della rivoluzione generale (ricordiamo la fine che fecero le "ribellioni" ed il tentativo di "colpo di Stato" comunista in Baviera e il tentativo di rivoluzione spartakista nel resto della Germania, stroncati dai governi socialdemocratici, e lo stesso effimero regime comunista in Ungheria), i partiti comunisti non potevano, pur nel Comintern prima e nel Cominform dopo, che guardare al Pcus staliniano come al "partito guida", e all’Urss di Stalin come lo "Stato garante", e quindi comportasi di conseguenza, sul piano nazionale ed internazionale, e anche nei loro giudizi relativamente agli altri Paesi ed alle vicende internazionali.

Quel Patto, un capolavoro
Per questo, e giustamente, i partiti comunisti non sovietici, compreso il Pcd’I di Togliatti, all’estero e in Italia, nelle carceri o in clandestinità, salvo qualche "comunista romantico", non condannarono il Patto Molotoff-Ribbentrov, (l’autentico capolavoro diplomatico politico-militare di Stalin, che impedì alla Germania nazista di continuare in profondità l’avanzata delle sue armate da un Polonia debellata, grazie al "pacifismo senza se e senza ma" di Francia e Gran Bretagna, attraverso i territori russi, e diede all’Urss il tempo di prepararsi economicamente e militarmente all’aggressione germanica, invadendo nel frattempo la piccola Finlandia, con un abile diversivo a fini di ingannare il Terzo Reich e lo stesso Occidente sulle reali capacità militari dell’Armata Rossa e di "neutralizzare" un suo fianco), Ma invece questo accordo, pochi per conoscenza e sapienza politica e i più per giusta obbedienza internazionalista, disciplinatamente accettarono e difesero al loro interno e nei confronti degli scandalizzati antifascisti d’Occidente, democratici e socialisti riformisti che peraltro a Monaco di Baviera si erano "arresi" ad Hitler, anche esponendo all’aggressione nazista non solo la Cecoslovacchia, la seconda vittima dopo l’Austria, e la Polonia, ma anche poi il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi ed infine l’Urss. Per questo giovani comunisti, esponenti delle classi alte inglesi o tedesche, accettarono con spirito internazionalista di servire la causa comunista facendo, anche sotto coperture conservatrici o di "servizio alla Corona" o nei ministeri di Berlino, gli informatori del Kgb, da Philby a Trepper, dal "Five’s Ring of Cambridge" alla "Die Rote Kapelle".

Il ruolo storico delle purghe e dei gulag
Certo, comprendo come lo sterminio in Unione Sovietica, dei rifugiati italiani "comunisti - anche se solo sospettati come - non ortodossi" dell’Hotel Lux, e la fucilazione per "deviazionismo nazionalista" di tutti i membri del Comitato Centrale del partito comunista polacco, possa non piacere; comprendo come possa parimenti non piacere l’annientamento dell’organizzazione politica e delle brigate militari degli anarchici e del Poup in Catalogna, nel pieno della Guerra Civile. Non credo che tutto questo in fondo piacesse né a Togliatti né a Longo, che coerentemente diedero anche una mano, ma essi accettarono realisticamente e con spirito "rivoluzionario" la "ragion di partito guida e di Stato guida". E poi, tu forse credi che con la "democrazia dal basso" dei soviet e con la concezione del comunismo come "i soviet più l’elettrificazione", entrambe parto della mente di Lenin, e senza la repressione staliniana del dissenso sociale; l’annientamento dei kulak, e del dissenso politico e militare; le "Grandi Purghe" e i "drammi" delle "Grandi Confessioni", senza i "gulag" e senza la Gpu, l’Nkvd, l’Mvd e poi il Kgb, si sarebbero potuti, amalgamando popoli di razza, lingua, storia e culture diverse e diverse motivazioni del loro impegno rivoluzionario, creare il grande Pcus e la potente Urss, e tu credi che senza il Pcus e l’Urss, e quindi senza il "sistema degli Stati del socialismo reale", organizzati nel Patto di Varsavia e nel Comecon, far vivere e suscitare durante la Guerra Fredda i partiti comunisti ed il movimento terzo-mondista, con la speranza, con l’esempio, con l’incoraggiamento, con l’aiuto economico-finanziario e pur con la minaccia della potenza militare anche nucleare dell’Urss, strumento del Pcus? Certo, comprendo le perplessità e gli scrupoli di alcuni di voi, oggi "neo-comunisti", ma senza il presidio militare dell’Europa centro-orientale da parte dell’Armata Rossa e del Kgb, senza l’imperio della - per quel sistema - certo corretta e "legittima" "dottrina della sovranità limitata" dei partiti comunisti e degli Stati dei Paesi del "socialismo reale" rispetto al Pcus e allo strumento di esso, l’Urss; senza gli interventi militari a Potsdam, a Budapest e a Praga, senza tutto questo tu credi davvero che avrebbe resistito quanto ha resistito di fronte alla pressione ideologica, politica, economica e militare dell’Occidente il complesso sistema: Pcus ed Urss, partiti e Stati dei paesi del socialismo reale, Patto di Varsavia e Comecon; e tu credi che senza avere alle spalle il Pcus e l’Urss gli stessi partiti comunisti di Occidente avrebbero avuto il ruolo che hanno avuto, salvo che non si fossero trasformati, con uno o più "strappi" dal Pcus e dall’Urss, in partiti sostanzialmente "riformisti" e non "rivoluzionari", social-democratici e "trade-unionisti"?

Serietà e fedeltà
Lo "stalinismo" è tramontato, l’Urss si è dissolta, il Patto di Varsavia ed il Comecom si sono sciolti, e molti dei Paesi che li costituivano, anche sotto la guida di partiti eredi o continuatori dei partiti comunisti dell’epoca, sono addirittura divenuti membri dell’Unione Europea e dell’Alleanza Nord-Atlantica, e perfino alcuni di essi particolarmente legati agli Stati Uniti d’America. Ma non per questo, sempre che siate e vogliate essere comunisti, e cioè marxisti-leninisti, "rivoluzionari" e non "riformisti", comunisti certo dell’Europa del XXI Secolo, ma "comunisti" e non "social-democratici" anche se più o meno di "sinistra", come i vostri compagni del partito dei Ds, dello Sdi e del movimento Di Pietro-Occhetto, o centristi riformatori come i vostri amici de La Margherita, o conservatori cattolici "illuminati" come i prodiani, per mantenere ed esser fedeli alla vostra identità storica, voi non potete né condannare né rinnegare Stalin e lo stalinismo, senza i quali voi forse oggi neanche sareste! Basta che li dimentichiate e non ne siate più seguaci! Ma, per carità, se volete essere utili alla vita democratica dell’Europa, e anche dell’Italia rimanete almeno voi seri e quindi fedeli alla vostra storia e radicati nella vostra cultura, che Marx, Engels, Lenin hanno creato ma alle quali anche Stalin e lo stalinismo hanno dato un fondamentale contributo.
Ed è in vero un po' strano che ciò ti debba ricordare ed a ciò vi debba spronare uno come me che non è né marxista né comunista e neanche socialista, ma cattolico e liberale, anche se riformista perché, credendo nel peccato originale, non crede che la natura né dell’Uomo né della Storia sia di per sé buona, e crede quindi che per la libertà, la pace e la giustizia debba essere "corretta", talvolta anche con la violenza rivoluzionaria e con la guerra, dall’azione degli uomini a mezzo dell’azione politica.
Con amicizia e con i migliori auguri per un’azione per la Libertà, per la Democrazia, per la Pace e per l’Europa, il tuo fraterno amico ed in fondo anche "compagno"
Francesco Cossiga

http://xoomer.virgilio.it/nostalghia/materiali/dibattiti/Stalin.html
 
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