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- Questi sensi incalcolabili
Strade morbide, more dense cui allacciarsi di labbra penzolanti in attesa di succo rosso. Più forte del vino, più buono del sangue. Succo d’ansia sbollita, di passi malfermi e interruzioni erranti.
Non può piacere tutto. Non può piacere l’espressività di un viso.
Dunque strade morbide dove ritrovare frammenti di coscienza, analisi incompleta e una canzone addosso, di quelle atmosferiche che ti fanno stare in silenzio, deviazioni vocali per non pensare. A nulla.
Strade, frutto socchiuso, seme spinto. Posare le mani sul grigio umano riversatosi. Sentire lo sporco addosso, dentro, soffocare di smog e allungare un braccio al prossimo volo pindarico.
Non può piacere tutto. Non possono piacere le bandiere alzate, certi sorrisi mai silenziosi, determinate conclusioni di storie filmate. Tutto è predisposto alla non piacevolezza, creiamo eccezioni per abituarci all’innamoramento senza nulla in cambio.
Strade gelatinose, sprofondare con il busto inconsapevole di altezza. Poi il collo, il naso. Gli occhi. Buio. Aprili. Apri quegli occhi. Annulla il tuo soffocamento e spalanca accogliendo nella tua pupilla intimidita la gelatina dello smog profanato. Massaggio sulla tempia, metti a tacere i sensi. Sprofonda dormendo e apri i tuoi occhi, penetra la pienezza dello sconosciuto.
Lasciati sedurre da mondi ignoti in quell’abisso. Muori con gentilezza.
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- Avranno sicuramente i posti prenotati
Orizzonti negati, enormi tende sovrapposte a vento in un gonfiore che ricopre qualsiasi spazio, brandelli di cielo dondolanti a ricordare il pendolo di Poe nella lentezza di processione costante.
Il pendolo scende, scende sulla tua cartilagine rosa a proteggere il binocolo arrossato, scende verso le mani legate e ginocchia saldate come chiodi cristiani, non c’è carezza durante la discesa barcollante, il tuo corpo una miniera in esplosione turbinante sale fuoriuscito dalle orecchie e caramelle al latte sdrucciolate dallo stomaco in andirivieni infanzia-vecchiaia, sei adulto in capelli neonati mentre ricevi l’invito al sangue della lama, intorno ghiacciai lacustri ad esalare calore imitando pentole impazzite sui fornelli, intorno piramidi sensoriali a capovolgersi nella meccanica astrale senza limiti di parlamenti satellitari.
Dottor inferno con le tue chiavi lucidate di argento rosso aspiri al virtuosismo del male abbottonandoti il petto di petali d’oppio e respiri più velocemente della simmetria di un incidente stradale dopo sbronza, mastichi pezzi di salsedine, mescoli carte clandestine mozzando con le unghie gli spigoli, ti rivolgi ai passeggeri incompleti di questa nave celeste che arriva alla bufera del sogno.
Bandiere abbassate, dottore dalle spalle screpolate, bandiere prese a calci e sputi, bandiere bruciate quando, ancora sventolanti di falsa mitologia, imbarcano smog nell’aria montanara delle civiltà, bandiere prese a sberle, imputate, colpevoli, condannate a fare da tappeto per l’entrata in scena dell’individuo, bandiere cucinate in case senza porte, dottor inferno bacia le labbra di questa serenità annullata, porgi le tue gengive focose all’incontro non prenotato nell’ufficio disordinato di papà provvidenza e mastica, mastica pareti, mastica portaombrelli, consuma quei denti nel legno pregiato di seconda mano posato alla parete della stanza, insisti di lingua nel rendere liquido il punto di vista del maxischermo e mastica ancora, mastica, voglio vederti sanguinante con piccoli canini ormai spicchi di bianco, ormai inutile soprammobile, orgoglio dei professionisti del dentifricio, amore di scatola balbettante per il dolore agli organi che danno velocità alle guance.
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- Non è il caso di lasciare bocche asciutte
Fumo prende proporzione nell’aria ed è giorno, con tanto di sole a brillare di primavera ancora fredda, gente ai balconi, mollette di lieve sporco, leccaculo della parlantina mai mai mai e mai che mi sia passato per la testa di essere come quel risvolto esistenziale dalle mantidi religiose a fare festa nella venuta annuale, mai che mi sia passato per il cervello di innamorarmi di un’idea di un secondo e di una persona di un giorno, eppure senza volontà capita di sentirsi salsedine su scogli, granchi oziosi, bradipi di mare a centellinare lacrime di esultanza repressa per un bacio di una lira gettata.
Prendi quello che vuoi, da bere c’è sempre, la disponibilità è sniffata di continuo.