Tre chilometri di camminata, tra semafori, alt, grazie e prego, gruppi etnici variegati ammassati sul piccolo spiazzo antistante la fermata dell’autobus; tre chilometri e mezzo, per l’esattezza, di specchietti d’automobile che si sfiorano venendosi incontro, piccole orecchie metalliche puntate sull’asfalto e dio, questa vetrina di ***** manda una luce sulla strada da rischiarci l’incidente, capiterà prima o poi, con questo neon ed il suo ottuso saldo autunnale.
Svoltato l’angolo, spalle al fracasso, c’è quest’oasi scura nascosta dall’edicola, ruotando i piedi di 45° se ne esce vivi, da ‘sto bordello, per ritrovarsi in questa minuscola via ultraterrena fatta di un placido, semplice, drammaticamente rigenerante vuoto assoluto. Ad interromperlo c’è questa anziana dai capelli perlati, se ne sta lì col suo mucchio di castagne, lo scialle grigio ed il piccolo fuoco, lì accucciata e sembra che quel buio voglia rubarsela, assorbirla lei e il suo cartoncino avana con la scritta nera tremolante “10 Castagne per 2 euro”.
Ne imbusta un mucchietto consegnandolo ad un ragazzino, non prima di averle ricontate una ad una; le dita curve le raccolgono con un gesto antico, d’abitudine al bruciore, si vede che quello le fa un baffo, alla vecchia, se lo porta dietro come un lurido cane capace ormai solo d’abbaiare a vanvera. Son buone solo a vederle, lo dice la bocca semiaperta del ragazzino in punta di piedi. Lei lo saluta e torna sulla sedia, ne lascia scivolare un’altra dozzina nel padellone bucherellato, sistema lo scialle e resta accovacciata nell’oscurità di novembre.
Svoltato l’angolo, spalle al fracasso, c’è quest’oasi scura nascosta dall’edicola, ruotando i piedi di 45° se ne esce vivi, da ‘sto bordello, per ritrovarsi in questa minuscola via ultraterrena fatta di un placido, semplice, drammaticamente rigenerante vuoto assoluto. Ad interromperlo c’è questa anziana dai capelli perlati, se ne sta lì col suo mucchio di castagne, lo scialle grigio ed il piccolo fuoco, lì accucciata e sembra che quel buio voglia rubarsela, assorbirla lei e il suo cartoncino avana con la scritta nera tremolante “10 Castagne per 2 euro”.
Ne imbusta un mucchietto consegnandolo ad un ragazzino, non prima di averle ricontate una ad una; le dita curve le raccolgono con un gesto antico, d’abitudine al bruciore, si vede che quello le fa un baffo, alla vecchia, se lo porta dietro come un lurido cane capace ormai solo d’abbaiare a vanvera. Son buone solo a vederle, lo dice la bocca semiaperta del ragazzino in punta di piedi. Lei lo saluta e torna sulla sedia, ne lascia scivolare un’altra dozzina nel padellone bucherellato, sistema lo scialle e resta accovacciata nell’oscurità di novembre.