8 partite con gol, cinque doppiette e una tripletta: questo il tabellino – temporaneo – di Mauro Icardi: il capitano nerazzurro con questi numeri, come scrive La Gazzetta dello Sport, fa venire l’ansia agli avversari. Il suo senso del gol, la sua capacità di trasformare in gol ogni pallone che gli arriva non permette ai difensori di perdere la concentrazione. L’hashtag di Luciano Spalletti #senzatregua può essere tranquillamente applicato a Maurito, che non si prende pause e segna sempre. L’Inter si alimenta dei suoi gol, 15 su 28 realizzati e l’argentino proverà a vincere la classifica marcatori, proprio come fece nel 2014-15 insieme a Toni.

Ma il confronto proprio con quella stagione fa sorridere, come si legge sulla Rosea: “Quell’anno dopo 14 giornateinerazzurri erano dodicesimi con 17 punti (Juventus capolista a +18, la retrocessione era solo 6 punti dietro) con 21 gol segnati e 21 subiti. Nello stesso periodo, Mauro aveva segnato 8 gol in 14 presenze (2 delle quali da subentrante). Il ritmo è raddoppiato pertutti a distanza di appena tre anni: perl’Inter che ora è seconda con 36 punti e per Icardi che adesso ha già infilato 15 gol. La solidità dell’argentino riflette quella generale dello spogliatoio. I nerazzurri sono ormai un gruppo così coeso e votato all’obiettivo finale che chi entra dalla panchina più spesso dei compagni non crea polemiche. Brozovic ne è diventato un simbolo, Eder è l’esempio della disponibilità da sempre, Joao Mario lo sta capendo. La media da 2,57 punti a partita si allinea perfettamente con quella del 2006-07, campionato vinto con Roberto Mancini in panchina. Di meglio nella storia nerazzurra, in fatto di media, non si trova”.

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