Diciamocelo, la storia della partita di ieri sera col Genoa sembra uscita dalla penna di uno sceneggiatore di quelli bravi.

Se consideriamo l’opaca prestazione contro la Lazio, il rientro di un Icardi difficilmente decifrabile a livello di condizione psicofisica e di intesa con i compagni (soprattutto alcuni), uno Spalletti che sembra sempre più in procinto di lasciare Appiano Gentile a fine stagione e, non ultima, la discussa e discutibile presa di posizione della Curva Nord nei confronti dell’ex capitano, c ’erano tutti gli ingredienti apparecchiati perché si consumasse l’ennesima tragedia sportiva a tinte nerazzurre.

Invece siamo qui a raccontare una storia assai diversa, una storia che ha tanti protagonisti positivi e pochi (ma significativi, come vedremo) negativi.

I giocatori dell’Inter hanno fatto, tutti, quello per cui sono pagati: giocare per la squadra, sudando dentro quella gloriosa maglia che tante volte è stata bistrattata in primis da loro, mettendo da parte sul campo tutte le polemiche e le divisioni che ci sono state e che, sicuramente ci saranno ancora, ma che non devono inficiare in nessun modo la resa di professionisti che devono dimostrare in ogni istante di potersi definire tali.

Il canovaccio della partita ha poi dipanato una trama con protagonisti a dir poco sorprendenti.

Prendiamo Gagliardini: un ragazzo che ha sentito molte volte la pressione, sempre in bilico tra l’essere un onesto giocatore di calcio o una delle tante “pippe” passate dalla Pinetina. Accantonato da Spalletti nella partita contro la Lazio a favore di un Borja Valero preso sportellate da Milinkovic Savic per tutta la partita, ieri sera ha avuto la maglia da titolare nel centrocampo a 2 accanto a Brozovic e, in un ruolo che sente più suo rispetto a quello di mezzala, ha sfoderato una prestazione spettacolare condita da 2 gol e da tanta qualità e quantità.

Giusto per evidenziare qualche dato oggettivo, ieri sera Gagliardini ha corso 11,9 km (più di qualsiasi altro interista in campo) effettuando 4 recuperi e smistando qualcosa come 100 palloni con una precisione nei passaggi dell’89%. Impressionante.

I fari di tutti erano ovviamente puntati sul rientro di Mauro Icardi, un rientro che ha visto diverse prese di posizione nel variegato mondo del tifo interista.

Non vogliamo in questa sede ripercorrere le tappe di una vicenda che è stata sotto gli occhi di tutti, a partire da quel 13 febbraio quando venne tolta la fascia a Icardi, con tutta le querelle che ne è seguita.

Ognuno si sarà fatto la propria idea, come è giusto che sia in un caso come questo dove i contorni della storia non sono del tutto evidenti e definiti.

Una cosa però è certa: non è fischiando un giocatore dell’Inter che si aiuta la squadra e si dimostra l’attaccamento ai colori nerazzurri!

Ieri sera la nota stonata è rappresentata proprio da quei fischi sistematici e premeditati contro uno che in quel momento stava giocando con la maglia dell’Inter.

Possiamo essere d’accordo sul fatto che il comportamento di Icardi da quella famigerata vigilia di San Valentino in poi non sia stato esemplare (per usare un eufemismo), ma quando gioca l’Inter si tifa l’Inter.

Assurdo arrogarsi il diritto di dire “NOI SIAMO L’INTER” per poi fischiare tutto il tempo un giocatore della squadra che dici di impersonificare.

Icardi ieri sera è andato sul dischetto per battere un rigore importantissimo (quello che ha portato l’Inter sul 2 a 0) tra i fischi di quelli che dovrebbero essere i tifosi della squadra per cui sta giocando. Viene da chiedersi se è così difficile da capire che in quel momento era fondamentale che Icardi segnasse e che chi ha a cuore l’Inter dovrebbe sempre agire per far sì che la squadra abbia tutto il sostegno possibile.

Il raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions League è basilare per programmare un percorso di crescita da Giugno in poi e la vittoria di ieri sera era un tassello importantissimo per consolidare il terzo posto in classifica.

Come si fa ad anteporre l’astio verso una persona al bene nei confronti dell’Inter? È un comportamento da veri interisti questo?

Ognuno si dia la risposta che ritiene più giusta.

Da parte nostra non possiamo che gioire per la vittoria e per una ritrovata compattezza di squadra, almeno sul campo, che poi è ciò che più ci deve interessare in questo momento.

Sarebbe da ingenui pensare che una vittoria possa aver spazzato via tutti i problemi e le divisioni, ma quello che è apparso sotto i nostri occhi ieri sera è stato un gruppo che ha giocato per far vincere l’Inter e questo deve essere il modello da seguire da qui a fine stagione.

Poi a Giugno si vedrà.

L’immagine che resta negli occhi da ieri sera è l’abbraccio compatto dei giocatori dopo il gol di Icardi, che poi ha servito anche un assist proprio a quel Perisic con cui, probabilmente, avrà avuto discussioni pesantissime ma che ieri sera ha lottato insieme all’ex capitano e a tutti gli altri per il bene dell’Inter.

E noi abbiamo esultato con loro, perché noi amiamo l’Inter.

Davvero.

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Impiegato tecnico di professione, cantante e chitarrista rock per passione. Amo stare con i miei figli, leggere, scrivere, fotografare e fare qualsiasi cosa possa dare sfogo alla creatività. Nel cuore porto da sempre i colori nerazzurri: per me c'è solo l'Inter!