Salutiamo gli anni ‘10 e ci inoltriamo negli anni ‘20: il decennio che ci lasciamo alle spalle è stato un vero saliscendi per l’Inter. Il 2010 è stato l’anno del Triplete, il coronamento del sogno di una vita per ogni squadra ed ogni tifoso, l’apoteosi dell’essere un appassionato di calcio.

Quella squadra meravigliosa aveva toccato un apice che era difficilmente ripetibile, infatti gli anni seguenti hanno segnato un declino che poi è sfociato nella cessione del club dalle mani paterne di Moratti al tycoon indonesiano Erick Thohir, con tutte le difficoltà del rimettere a posto i conti come da diktat del Fair Play Finanziario imposto dalla Uefa, fino all’avvento di Suning con l’avvio della ricostruzione di una squadra programmata per riportare i colori nerazzurri nell’olimpo del calcio mondiale.

Andiamo quindi a vedere i giocatori simbolo di questo decennio, ovviamente forgiato dagli eroi del Triplete ma non solo, con un massimo di 3 nomi per ruolo base, ovvero portiere, difensore, centrocampista e attaccante.

PORTIERI

Julio Cesar: l’acchiappasogni. Colui che con le sue straordinarie parate ha portato l’Inter sul tetto del mondo. Grande uomo spogliatoio e atleta formidabile, uno dei portieri più forti nella storia del calcio. Eccezionale il suo intervento sul tiro di Lionel Messi nella semifinale di ritorno della CL 2009/2010 contro il Barcellona. Un balzo felino che rimarrà per sempre impresso nella mente dei tifosi nerazzurri.

Samir Handanovic: Ha avuto l’ingrato compito di succedere ad un totem con Julio Cesar tra i pali dell’Inter. Il flemmatico sloveno non ha però accusato alcun senso di inferiorità e difende la porta nerazzurra ininterrottamente dal 2013, diventando capitano della squadra dallo scorso campionato. Portiere sempre affidabile, con il tempo è addirittura migliorato, raggiungendo un livello di rendimento tra i top di ruolo in Italia ed in Europa.

DIFENSORI

Javier Zanetti: il capitano. Cosa dire di un giocatore del genere? Incarna il senso dell’interismo più puro: classe, correttezza, forza, intelligenza… Zanetti è il simbolo dell’Inter del Triplete e non solo. 858 presenze, la maggior parte delle quali con la fascia di capitano al braccio, “Pupi” è passato dal campo direttamente alla leggenda. La sua mitica maglia numero 4 è stata ritirata dalla società. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato è stato nominato vice presidente dell’Inter.

Walter Samuel: The Wall. Altro pezzo da 90 dell’Inter del Triplete, difensore insuperabile con un carattere da vero duro, sempre al servizio della squadra e mai della mera gloria personale. Occupa il suo posto al centro della difesa dell’Inter fino al termine del campionato 2013-14. In tutto con i nerazzurri ha disputato 236 partite, segnato 17 gol e vinto 13 trofei in 9 anni.

Milan Skriniar: il difensore slovacco approda all’Inter nel 2017 da semi sconosciuto, proveniente dalla Sampdoria. Acquistato per una manciata di milioni più Caprari, il numero 37 nerazzurro non ci mette molto a far capire a tutti che non si tratta dell’ennesima meteora. Simbolo della nuova fase dell’Inter targata Suning, Skriniar sta dimostrando, per valore tecnico e morale, di poter reggere l’eredità dei difensori più forti che hanno vestito la nostra maglia.

CENTROCAMPISTI

Wesley Sneijder: forse l’ultimo vero “numero 10” che ha vestito la maglia nerazzurra. L’olandese arrivò a Milano l’anno del Triplete e divenne da subito un riferimento imprescindibile in mezzo al campo per la squadra allenata da Josè Mourinho. A fine stagione, con 41 presenze ed 8 gol, oltre a svariati assist, fu da molti indicato come possibile vincitore del Pallone d’oro. Le dinamiche a volte “stravaganti” di assegnazione del prestigioso premio, fecero si che Sneijder arrivasse solo 4°, ciò non toglie che quella stagione fu di una bellezza irripetibile.

Esteban Cambiasso: se l’Inter di quegli anni aveva un’anima pulsante ed un cervello pensante, questi erano racchiusi in Esteban “Cuchu” Cambiasso. Vero allenatore in campo, Cambiasso non ha avuto eguali per spirito di squadra ed abnegazione calcistica. Centrocampista abile sia in interdizione che in ripartenza, el Cuchu non disdegnava gli inserimenti in area che spesso finalizzava realizzando gol fondamentali, come quello contro il Chelsea in Champions nel 2010. 431 presenze, 51 gol e 15 trofei vinti sono il biglietto da visita di questo straordinario giocatore.

Marcelo Brozovic: ovvero il faro del centrocampo dell’Inter di fine decennio. Brozo arriva a Milano nel gennaio del 2015 dalla Dinamo Zagabria e per il primo periodo in nerazzurro le sue prestazioni sono una continua altalena tra il buono ed il pessimo. La svolta arriva nel gennaio del 2018, quando in extremis viene annullata la sua cessione al Siviglia e Spalletti lo colloca stabilmente come regista davanti alla difesa. Da quel momento in poi Brozovic diviene stabilmente il riferimento della squadra in fase di costruzione, e le sue prestazioni si fanno stabilmente positive, tanto che anche Antonio Conte punta ciecamente su di lui per costruire la nuova Inter.

ATTACCANTI

Diego Milito: parlando di attaccanti, non si può non parlare del Principe Milito, ovvero colui che con i suoi gol, tanti e decisivi, ha portato l’Inter a raggiungere nel 2010 tutto ciò che c’era da vincere. Tre date: 5 Maggio 2010, 16 Maggio 2010, 22 Maggio 2010. La prima data è quella in cui Milito segna il gol decisivo in finale di Coppa Italia contro la Roma. La seconda si riferisce al giorno in cui un suo gol serve all’Inter per battere il Siena laureandosi Campione d’Italia. Infine la terza data è quella della finale della Champions a Madrid contro il Bayern Monaco, che viene annichilito da una doppietta dello straordinario attaccante argentino. Il Triplete è servito e porta la firma del “Principe del Bernal”.

Mauro Icardi: ci vorrebbe un libro per raccontare il rapporto tra l’Inter e l’attaccante di Rosario. Sappiamo bene come è finita la storia e non è il caso di ripercorrere in questa sede la vicenda. Impossibile comunque non nominare un attaccante capace di realizzare 124 reti in 219 presenze.

Lautaro Martinez: il presente ed il futuro dell’Inter in attacco porta il nome del “Toro”. Arrivato a Milano nel 2018 “sponsorizzato” da un certo Diego Milito, Lautaro Martinez in coppia con Lukaku sta facendo sognare i tifosi nerazzurri che in lui rivedono le caratteristiche del “puntero” capace di risolvere le partite con una giocata, quanto di lavorare con i compagni per raggiungere insieme l’obiettivo prefissato: vincere. Il Toro ha carattere, grinta e “garra” da vendere, oltre ad una capacità realizzativa ti tutto rispetto.

ALLENATORI

José Mourinho: signore e signori, lo Special One. L’uomo che ha guidato l’Inter sulla vetta del mondo. Non occorre aggiungere altro, se non la nostra eterna gratitudine.

Luciano Spalletti: il tecnico di Certaldo è stato chiamato nel 2017 per riportare l’Inter nell’Europa che conta, ovvero la Champions League, e lui per due anni ha centrato l’obiettivo.

Antonio Conte: è lui l’allenatore che Suning ha scelto per ricostruire un’Inter capace di lottare per i massimi traguardi. Con un passato “scomodo” alle spalle, Antonio Conte con il lavoro duro ed i risultati ha in breve tempo conquistato i tifosi nerazzurri che vedono in lui il condottiero in grado di riportarci a sognare le vittorie che contano.