Qualcuno potrebbe storcere il naso leggendo il titolo di questo articolo. Qualcuno potrebbe ironizzare sulla passione di Suning, qualcun’altro ancora potrebbe obiettare che sotto la sua presidenza i risultati sono stati deludenti e sono arrivati giocatori che di norma stanzierebbero in squadre che lottano per un posto in Europa League o per non retrocedere. Altri potrebbero ironizzare su quel “grazie di tutto Thohir”, citando le gaffe come “il trio olandese dell’Inter” o le numerose volte in cui il magnate indonesiano si è presentato allo stadio e puntualmente è arrivato il pareggio o la clamorosa sconfitta. Non nascondo che anche il sottoscritto lo ha pensato ogniqualvolta veniva inquadrato dalle telecamere. Poi però c’è la realtà. La realtà dice che un proprietario di tv e giornali in Indonesia nonché di quote azionarie di tutto rispetto in club di diversi sport, nell’ottobre del 2013 si è presentato in Italia come un perfetto sconosciuto e ha prelevato il 70% delle quote dell’Inter per 250 milioni di euro (Forbes, per citare una fonte attendibile, stimava il 100% della società nerazzurra 400 milioni) ed è diventato il primo presidente asiatico dell’Inter e della Serie A.
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Thohir come presidente
In un’epoca in cui si guardava (e si fa tutt’ora) al Medio ed Estremo Oriente come nuova frontiera per attirare tifosi ed investitori, il suo arrivo significava appunto ingenti capitali e giocatori più adatti a competere per lo scudetto rispetto a quelli presenti in rosa quell’anno. O almeno, quella era la speranza di tutti noi. In realtà tra Settlement Agreement e scarsa disponibilità finanziaria dell’Inter, abbiamo dovuto aspettare praticamente al tramonto dell’era Thohir per vedere in maglia nerazzurra qualche nuovo giocatore di spessore. La realtà dice anche che dopo nemmeno tre anni, lo stesso Erick Thohir ha trovato in Cina un investitore molto più affidabile economicamente e quindi ben più adatto per riportare l’Inter tra le big europee, posto che le compete di diritto. Se l’Inter fosse rimasta ancora sotto il controllo di Moratti (a cui comunque tutti saremo grati), innanzitutto la situazione sarebbe stata ben peggiore di quella vissuta tra il 2013 ed il 2015 e poi non sarebbe stata ceduta a Suning ma chissà a quale patron europeo. Perché Thohir, che di calcio ne capirà pochissimo, in fatto di affari in Oriente può contare su tantissimi anni di esperienza.
Suning al 100%
Oggi, dopo poco più di due anni di gestione Suning, apprendiamo della definitiva uscita di scena di Erick Thohir dai radar dell’Inter. Sin da quando venne ufficializzato il cambio nel giugno del 2016, era arcinoto che il magnate indonesiano dovesse dire addio nel giro di qualche anno; finalmente quel momento è giunto, con Suning che si appresta a versare al socio di minoranza circa 200 milioni di euro per rilevare quel 31% rimasto nelle mani di Thohir, il quale otterrà una plusvalenza di 156 milioni di euro, ed a nominare come nuovo presidente Steven Zhang, figlio del patron Zhang Jindong. Una scelta dovuta ed attesa, essendo il giovane Steven residente a Milano da due anni e sempre presente alle partite dell’Inter, a differenza del suo predecessore (gira voce che ormai non si curi affatto dei risultati della sua prossima ex squadra). Una scelta dovuta ed attesa anche perché a breve l’Inter sarà libera dai vincoli del Settlement Agreement (parola di Ausilio) e, grazie all’incessante lavoro di Suning, avrà a disposizione una somma ingente per poter rafforzarsi pesantemente nella prossima campagna estiva. La data cruciale sarà il 26 ottobre, giorno in cui ci sarà l’assemblea dei soci e verrà stabilita la chiusura del bilancio dell’Inter (passivo di 18 milioni). C’è l’eventualità che non si riesca a procedere con l’acquisizione del 31% proprio per quella data ma una cosa è certa: Erick Thohir non sarà più il presidente dell’Inter. Infatti nel caso questa eventualità dovesse poi concretizzarsi, il magnate indonesiano rimarrà nel consiglio di amministrazione insieme ai suoi soci.
Voltare pagina
Si chiude qui l’era Thohir all’Inter e possiamo stilare un bilancio completo del suo operato senza farci condizionare dalla rabbia. Dal punto di vista sportivo, la sua presidenza si è rivelata un fallimento: per due volte l’Inter ha centrato l’Europa League, venendo eliminata dal Wolfsburg agli ottavi nel 2015 e rimediando delle brutte figure nell’edizione 2015/2016. I giocatori acquistati, salvo Miranda, Brozovic e Perisic, hanno ampiamente deluso le aspettative e, anzi, il loro acquisto era spesso incomprensibile (vedasi Hernanes, Vidic in primis) e non si è circondato di dirigenti in grado di scovare talenti. Dal punto di vista finanziario, non possiamo che ringraziarlo: si è dedicato a sistemare i conti delle casse nerazzurre nonostante le difficoltà dovute ad un rosa di poco valore ed i paletti imposti dalla Uefa, circondandosi di dirigenti assolutamente competenti sotto questo aspetto, per poi lasciare il comando ad una delle più grandi e solide aziende cinesi. Ergo grazie Thohir ma è ora che l’Inter torni ad essere veramente competitiva in Italia ed in Europa. Per questo serve qualcuno con più risorse. Addio ed in bocca al lupo per il futuro.