Lettera ai tifosi, che detta così sembra una di quelle che i Corinzi mandavano a San Paolo, senza tra l’altro ricevere mai risposta, nemmeno un whatsapp vabbè, ma non è così.
In queste righe vorrei semplicemente dire la mia sulla faida interna venutasi a creare tra i tifosi appunto, eh sì, perché forse a qualcuno è sfuggito questo concetto ma qui siamo tutti TIFOSI DELL’FC INTERNAZIONALE MILANO. Sia i sostenitori di Icardi, quelli di Spalletti, di Perisic (di Candreva non ne ho visti però…spiace), sia i tifosi da divano che quelli al secondo verde o da secondo rosso arancio giallo fucsia…ma cos’è?! Io da più di 30 anni conosco solo il nero e l’azzurro e il solo Stadio Giuseppe Meazza in San Siro, il resto sono inutili chiacchiere.
A mio avviso negli ultimi giorni si è perso di vista il concetto che il tifo è qualcosa di soggettivo che si forma sull’esperienza quotidiana di una persona e per questo motivo nessuno deve sentirsi più interista di un altro. Io personalmente vivo lontano da Milano e non mi è facile seguire l’inter come e quando vorrei, ma non per questo mi sento tifoso di serie B (in B non son mai stato) rispetto a un abbonato in allo stadio. Perché anche se dal divano di casa quando gioca l’Inter le gambe mi tremano, le mani mi sudano, e i battiti sono accelerati lo stesso. Io l’Inter ce l’ho dentro!
Il sig. Icardi l’ha fatta grossa e io dal quel 13 febbraio ho preso la stima che avevo in lui l’ho accartocciata come si fa con una stagnola usata e l’ho gettata nella spazzatura. Sì, perché per noi che, indossando la maglia di Recoba, di Milito…di Sforza (e quella di Ronaldo era finita cit.) ci emozioniamo segnando un gol al ragioniere, che per l’occasione si è improvvisato portiere, su un campetto di provincia in una partita scapoli-ammogliati, vedere quello che era il nostro capitano rifiutarsi di scendere in campo con la nostra squadra inventando finti infortuni e sceneggiate varie, è stato un colpo non facile da incassare. Sono d’accordo con la scelta di lasciarlo fuori anche se in emergenza perché un segnale andava dato, anzi io addirittura non lo avrei reintegrato (ma quando c’è di mezzo l’Inter io ragiono col cuore). Se però la società ha deciso che almeno per questo finale di campionato ci dev’essere, allora che vada in campo e faccia il suo dovere. Io come ieri esulterò perché vorrà dire che “ha segnato l’Inter” (possibilmente da leggere imitando la voce di Repice).
Capisco tutti i punti di vista; capisco il tifoso che “Icardi è un giocatore dell’inter e se segna io esulto” ma capisco anche quelli che impegnano gran parte delle loro giornate durante la settimana ad organizzare coreografie, trasferte, manifestazioni per sostenere la squadra e che, sentendosi traditi, non vogliano dare soddisfazioni a chi invece nel momento del bisogno ha voltato le spalle. Ma a parer mio nemmeno questo li rende più tifosi di altri. Capisco anche quelli che “basta mi hanno rotto io non li seguo più” (tanto poi lo sappiamo che sbirciate sullo smartphone per vedere cos’ha fatto). Ognuno esterna ciò che sente ed è giusto così!
Credo sinceramente che continuare questa guerra sia semplicemente deleterio per l’immagine che la tifoseria dell’Inter sta dando di sé. Le scelte in merito a questa vicenda le farà la società e non noi tifosi con tweet, volantini o cori allo stadio. Il nostro compito è sostenerla sempre, anche quando ci fa incazzare! (in questo Candreva è fuoriclasse). Tutti vogliamo tornare a calcare palcoscenici importanti, a giocare per obbiettivi concreti, a vedere giocatori di primo livello indossare la nostra maglia, ma per arrivare a questo dobbiamo essere uniti e remare tutti nella stessa direzione (magari lo facesse anche Candr… vabbè dai basta).
Ognuno resti con le proprie idee ma non cerchi di imporle agli altri…
Come recita il nostro inno: C’è solo l’Inter!
#amala