L’edizione odierna de Il Giornale si interroga sul numero 10 che nei grandi club non si riesce ad assegnare in maniera definitiva ormai da tempo.

Sull’Inter e sul Milan, in particolare, il quotidiano scrive: “Ritirare il 10 è uno scippo al calcio, ma metterla sulle spalle di taluni frequentatori da stadio è irrisione al buon calcio. In Italia stiamo perdendo l’abitudine al bello e dobbiamo accontentarci del peggio. Il Milan, dopo aver visto Rivera e Savicevic, l’ha messa sulla pelle di Boateng (da licenziare l’ideatore) e Honda (in nome del marketing, pensa te!). L’Inter l’affidò a Luisito Suarez, Evaristo Beccalossi, Lothar Matthäus, e poi ci fu un minestrone di interpretazioni da Ronaldo ad Adriano, perfino Kovacic. Wesley Sneijder è stato l’ultimo classico. L’ultimo a portarla, Stevan Jovetic, è raro cacciato. Il 10 pesa perché nel calcio è il numero che ti fa guadagnare di più, insieme al 9, ed entra nella colonna vertebrale che indica lo scheletro di una squadra. Il 10 è eredità: eredità prima ancora che potere calcistico. Far scomparire una maglia significa togliere i sogni ai ragazzini, rannicchiare nel ricordo chi ha visto campioni correre sul campo“.

Redazione
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