il pagellone

La stagione 2021-2022 s’è conclusa domenica davanti ad un San Siro stracolmo che, nonostante lo scudetto ai cugini, ha riservato comunque applausi alla formazione nerazzurra, artefici di un’annata quasi perfetta, che termina con la vittoria di due trofei: supercoppa e coppa Italia. Arrivati a questo punto viene doveroso redigere il pagellone della stagione nerazzurra, tenendo conto delle competizioni a cui ha partecipato l’Inter.

Il pagellone Inter ruolo per ruolo…

Scopriamo ora insieme il pagellone relativo alla stagione appena conclusa. Lo faremo suddividendo i ruoli e prendendo in considerazione quei giocatori che abbiano messo piede in campo almeno in un’occasione, (anche se per pochi minuti).

I portieri

Samir Handanovic 5.5: Il portiere sloveno ha vissuto una stagione altalenante, forse condizionato dal discorso rinnovo e dall’ombra di Onana. Qualche errore decisivo come sul gol di Girous nel Derby di ritorno.

Andrei Radu 4: Praticamente mai impiegato da Inzaghi che lo mette in campo con il Bologna e anche a causa dell’errore del vice-Handanovic, l’Inter perde l’unica partita del rush finale che a conti fatti, consegna lo scudetto al Milan.

Alex Cordaz sv: Mai impiegato se non nel riscaldamento pre-partita dei portieri. Ingiudicabile

I difensori

Milan Skriniar 8: Una volta c’era Samuel, ora c’è lui. Muro invalicabile che sia braccetto di destra o di sinistra, o addirittura centrale all’occorrenza. In molte occasioni tiene in piedi la retroguardia. La sua miglior stagione da quando è all’Inter.

Alessandro Bastoni 7: Sempre più maturo. Sempre più coinvolto anche nella fase di impostazione dal basso. Se Skrinio è un muro, Alessandro è ormai un difensore totale capace di fare bene anche in attacco.

Federico Di Marco 6: Definirne i contorni di un ruolo è complesso. Palla al piede ci sa fare. In fase difensiva mostra qualche pecca, (anche per colpe indipendenti dalla sua volontà, come l’altezza, come nel gol del pareggio preso a Bologna). Ottimo a gara in corso per aggiungere imprevidibilità alla manovra nerazzurra.

Stefan De Vrij 6: Non è da insufficienza, ma non è stato il solito De Vrij, se non in alcune occasioni come la finale di Coppa Italia. Molti dei gol presi dall’Inter hanno in lui uno dei colpevoli.

Danilo D’Ambrosio 7: Mai una parola fuoriposto. Sempre al posto giusto nel momento giusto. Si fa trovare pronto quando c’è da difendere, ma anche quando c’è da attaccare la porta avversaria. Emblematico il gol dello 0-1 a Empoli. Ad avercene di Danilo D’Ambrosio.

Andrea Ranocchia 7: sempre utile nello spogliatoio nerazzurro e quando chiamato in campo come vice-Devrij il suo lo fa sempre. Se l’Inter, quest’anno, ha vinto la Coppa Italia è anche merito suo con quel gol in rovesciata all’Empoli. Ci mancherai Froggy

KOLAROV sv.

Centrocampisti

Matteo Darmian 6.5: Si potrebbe fare copia-incolla di quanto detto per D’Ambrosio. D’Artagnan si cala sempre nella parte con spirito di sacrificio e un’applicazione fuori dal comune. Sempre utile alla squadra, sbaglia pochissimo.

Denzel Dumfries 6.5: Inizio un po’ in sordina, ma una volta ambientatosi alla Serie A e capito il ruolo richiestogli da Inzaghi, lo ha interpretato senza sbavature. Non è Hakimi, ma un quinto moderno di sicuro affidamento.

Robin Gosens 6: arrivato a gennaio, non fa giocato molto per due motivi: uno l’infortunio da cui ha recuperato solo a marzo, due complice uno straripante Perisic a cui è stato impossibile togliere minuti. Il giocatore non si discute, riserva di lusso se il croato rimane all’Inter. Forse meglio spendere i soldi in un altro ruolo?

Ivan Perisic 9: MVP della stagione dell’Inter. Il più costante, a livello di rendimento, durante tutta la stagione. Gol, assist, una condizione fisica impressionante (ha 33 anni). Il rinnovo s’ha da fare. E alla svelta.

Marcelo Brozovic 8: Se si dice che c’è un Inter con Brozovic e un Inter senza Brozovic un motivo ci sarà. In realtà questo grande motivo ne racchiude tanti altri più piccoli, ma estremamente importanti per la causa nerazzurra. Brozo è l’oasi nel deserto. E’ la calamita cattura palloni. E’ la guida della squadra. Il faro quando il mare è in tempesta. Brozo è essenziale. Stagione al top. Quando è mancato lui si è notato.

Hakan Calhanoglu 7: 8 gol e 13 assist. Contributo importante del turco che con Barella e Brozovic è il pilastro del centrocampo nerazzurro. Non è Eriksen ma per rendimento Hakan non ha deluso e chapeau alla società che l’ha portato in nerazzurro a zero.

Nicolò Barella 7: Il motorino s’è un po’ ingolfato nel periodo buio nerazzurro, ma la prima e l’ultima parte di stagione sono state da applausi. Volendo fare un riassunto si potrebbe usare la parola ovunque. Gli avversari non sanno come prenderlo e lui ne approfitta per segnare gol importanti. Unico neo? L’espulsione sciocca a Madrid. Con lui il Liverpool avrebbe fatto ancora meno paura.

Arturo Vidal 5: pupillo di Conte, con Inzaghi non ha mai trovato continuità. Tutte le volte che è sceso in campo, non ha mai lasciato il segno. Ci si dice addio senza troppe lacrime. Verrà ricordato per il gol alla Juve dell’anno scorso.

Roberto Gagliardini 6: A Gaglia non si può chiedere molto. Quel poco che può fare, però, lo fa sempre con spirito d’abnegazione. Ha meno qualità rispetto ai titolari, ma una cosa è certa: Roberto Gagliardini non ha mai peccato d’impegno.

Matias Vecino 5: corpo estraneo rispetto al contesto nerazzurro, (quando chiamato in causa). E’ stato provato in più ruoli, ma niente da fare. Non rinnova e andrà via. Comunque un grazie per “L’ha ripresa Vecino” glielo dobbiamo.

Stefano Sensi 6: Usato con il contagocce. A gennaio decide di andare via per giocare di più. Suo il gol qualificazione in Coppa Italia, contro l’Empoli.

Attaccanti

Lautaro Martinez 8: Vien da dire che il Toro è diventato grande. Al primo anno senza l’amico Lukaku, Lauti si è preso sulle spalle l’attacco nerazzurro e ha chiuso il campionato a 21 reti complessive. Unico neo del numero 10 i 2 mesi senza gol, in un momento in cui, per la verità, tutta l’Inter non girava.

Edin Dzeko 7: Doveva sostituire Lukaku. L’ha fatto? Non troppo in termini di gol, ma rispetto al belga, con Dzeko l’Inter ha guadagnato nel gioco. E’, infatti, anche grazie al bosniaco che l’Inter ha potuto esprimere gran calcio per larghi tratti della stagione. Peccato sia arrivato a Milano a 33 anni, sennò sai che divertimento.

Alexis Sanchez 6.5: La maggior parte del voto lo fa quel gol al 120′ contro la Juventus, in Supercoppa. Il nino cileno saluta il club lasciandone tutto sommato un bel ricordo. A corrente alternata, ma almeno presente

Joaquin Correa 5: C’è stato poco a causa degli infortuni, ma anche quando c’è stato il Tucu non ha entusiasmato. Il suo campionato si riduce a 3 triplette e poco altro. E’ stato preso per fare di più, la prossima dovrà essere la stagione riscatto.

Felipe Caicedo sv: Viene persino il dubbio che non l’abbiamo preso e sia ancora a Genova.

Simone Inzaghi 7 – Alla sua prima stagione all’Inter chiude con due trofei e un secondo posto in Serie A. I rimpianti per il mancato scudetto ci sono, ma avere rimpianti non significa essere incorsi in un’annata fallimentare. Per gran parte del campionato la sua Inter gioca un calcio di ottima fattura e pur uscendo dalla Champions batte il Liverpool in casa Reds.

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Scrivere è bello. Farlo parlando della propria squadra del cuore credo sia la massima aspirazione per chiunque sogni di fare questa professione.