L’Inter termina con una vittoria sudata a Crotone ed un pareggio non meritato a Bologna le due trasferte seguenti al match casalingo contro la Spal, consolidando una tendenza che si fa sempre più netta e sempre più preoccupante: con il passare delle partite la squadra denota in maniera sempre più marcata i suoi difetti mentre si dimostra sempre più avara nel mostrare i suoi pregi. Se è vero come è vero che contro la Fiorentina si erano viste ottime trame di gioco intervallate da qualche pausa di troppo, che contro la Roma abbiamo avuto solo la mezz’ora finale di brillantezza, che contro la Spal pur non soffrendo abbiamo avuto bisogno della conferma del VAR per sbloccarla; contro Crotone e Bologna ben poco di positivo si può rendicontare se non i risultati. Sì perché gli ultimi due match hanno visto una squadra spesso in balìa dell’avversario, che per quanto ardimentoso e baldanzoso è altra cosa rispetto a Real Madrid, Juventus, Bayern Monaco e Barcellona e spesso incapace di costruire una qualsiasi trama di gioco degna di essere chiamata tale. Solo il goal del vantaggio ci ha dato la spinta per scioglierci definitivamente e provare a giocare a calcio.

Questa amara constatazione non è da intendersi nella maniera più assoluta come una critica al nostro allenatore che chi vi scrive sostiene in maniera convinta e senza dubbio alcuno, quanto semmai la constatazione di quanto la stagione appena iniziata sarà da vivere con la massima trepidazione e con le dita perennemente incrociate, mettendo in conto sofferenze ed amarezze e ben sapendo che all’uomo di Certaldo toccherà provare a costruire un castello maestoso con poche pietre, per giunta di qualità non eccelsa.

Negli ultimi due incontri si è ribadita l’idea di come l’Inter abbia subito l’intensità, la maggior cattiveria agonistica e la maggior determinazione degli avversari essendo incapace dal canto suo di metter la partita sui binari del palleggio, rallentando il ritmo anche per favorire le non straordinarie doti di resistenza e di testosterone di Borja Valero. Per due volte in pochi giorni siamo dunque stati travolti da due treni e bisogna ringraziare, almeno in queste occasioni, il nostro portiere se ad oggi 20 settembre l’Inter ha 13 punti e non 9. Contro il Crotone siamo passati indenni dalle forche caudine del caldo calabro mentre nella fresca serata infrasettimanale bolognese il mancino di Verdi dalla lunga distanza ci ha messo le spalle al muro e ci ha costretto a fare ciò che fino ad oggi in gara ufficiale non ci era mai capitato con Spalletti: tirarci su le maniche e provare a rimontare. Come ce la siamo cavate? Non benissimo in tutta onestà: qualche timidissima reazione la si è vista ma decisamente inadeguata per gli obbiettivi di squadra. Troppi giocatori sono stati intollerabilmente imprecisi (n.d.a. Candreva e Joao Mario su tutti), altri sono apparsi svogliati o poco propensi a caricarsi la squadra sulle spalle (n.d.a. Perisic ed Icardi) e dunque paradossalmente i meno peggio sono stati quelli come Nagatomo che spesso invece sono al centro dei dardi della critica sportiva.

Posto che in porta, in difesa ed in attacco siamo contati e che quindi i titolari sono ben identificati, bisogna chiarire dunque alcuni equivoci a centrocampo, visto che si giocherà con il 4-2-3-1, in mezzo al campo Borja Valero è una buona mente e capisce certamente il gioco ma deve giocare davanti alla difesa assieme ad un giocatore che abbia chiara l’idea di correre e sacrificarsi per due; Gagliardini potrebbe essere quel giocatore ma per ora sembra una pallidissima fotocopia del brillantissimo ragazzo ammirato all’Atalanta o anche nelle prime partite da lui giocate con i nostri colori; Vecino anche in virtù dell’età e dell’intesa pregressa che ha con Borja già dai tempi di Firenze pare l’unico vero insostituibile; Brozovic è tanta croce e poca delizia potenzialmente il più poliedrico (n.d.a. anche perché se vuole sa anche segnare) ma in virtù della sua indolenza può giocare in un solo ruolo vale a dire il centrale dei 3 che giostrano dietro ad Icardi mentre Joao Mario è il giocatore tecnicamente più dotato e nei fatti il più poliedrico ma soffre una drammatica mancanza di incisività al momento della conclusione, sarebbe un esterno offensivo ma per ora ha giocato soprattutto alternandosi con Brozovic al centro dei tre centrocampisti offensivi dietro ad Icardi.

Dopo 5 partite l’Inter ha raccolto 13 punti, includendo lo scalpo della Roma in trasferta, prima del derby restano Genoa in casa e Benevento fuori casa e l’obbiettivo deve necessariamente essere il presentarsi alla stracittadina con 19 punti, un morale alto ed una parvenza di gioco ritrovata.

Forza Inter!