Chi vuol esser lieto sia, del diman non v’è (ancora) certezza. Ribaltando ogni tipo di pronostico l’Inter espugna il Da Luz e vede, ancora da lontano, la semifinale di Champions League. 90 minuti la separano da un traguardo inimmaginabile al momento del sorteggio, e, per certi versi, al novantesimo di Salernitana Inter di quattro giorni fa. In Champions possiamo dire di aver visto la vera Inter.
Barella è imprendibile al Da Luz
Tutta la squadra merita una citazione ad honorem per la prestazione offerta in terra lusitana. A capo va messo, giustamente, il tecnico Simone Inzaghi, che questa partita l’ha preparata avendo contro la maggior parte del tifo nerazzurro. Tra i giocatori, però, l’Inter ha riscoperto, se mai ce ne fosse bisogno, Nicolò Barella apparso veramente imprendibile nella sera portoghese.
Letteralmente, tuttocampista. Barella è tornato Barella. E’stato il primo ad aiutare la fase difensiva, con una pulizia dei palloni, forse, mai vista prima da parte sua. E’ stato il primo ad offendere negli attacchi portati avanti dalla formazione nerazzurra, per l’occasione in giallo. Dimostrazione concreta di ciò, al 6′ del secondo tempo, quando ha messo la testa su cross di Bastoni e ha fatto esplodere il settore ospiti indirizzando la palla all’angolino. Super Bare ha fatto ammattire tutto e tutti. Uno stadio intero ed una squadra intera. Se dovesse tornare su questi ritmi, il finale di stagione si fa interessante.
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Onana, la porta blindata
Altro aspetto fondamentale della serata di Champions è la porta blindata. Gran parte del merito, da condividere comunque con il resto della truppa, va a chi i pali li difende. André Onana, ancora una volta, la terza consecutiva nelle notti europee è riuscito a tenere la porta inviolata.
Il suo operato, (che ha contribuito a respingere qualche timido mugugno social dopo venerdì), è stato di un’importanza vitale sia negli interventi d’istinto e fortunosi, sia in quelli da portiere “vero”. Nei primi minuti di gara, è stato bravo a respingere, con l’istinto, una conclusione ravvicinata di Rafa Silva, imbeccato da uno stop sbagliato di un inesauribile Federico Di Marco. Al tramonto della stessa, ha ipnotizzato l’ultimo attacco dei padroni di casa, ripartiti in contropiede dopo uno dei pochi errori, in fase d’impostazione, della serata di Marcelo Brozovic, un altro giocatore che ha dato segni di “risveglio” in Portogallo.
Ciò che, però, ha lasciato tranquilli e soddisfatti della prestazione del numero 24, è stata la capacità di leggere le palle alte, soprattutto su situazioni di corner e far sua la sfera nelle situazioni delicate che gli si sono presentate. Da brividi, come chiosa finale, il dribbling sulla pressione dell’attaccante avversario, quando il match era ancora nelle fasi iniziali. In Portogallo è stato un Onana super.
Cala il sipario con Alessandro Bastoni
Ruolo? In teoria difensore. Per la precisione braccetto di sinistra della difesa a 3 collaudata da Simone Inzaghi. In realtà Bastoni si scopre, nella serata di Lisbona, giocatore totale.
Nel costruire un’eccellente, insieme ai compagni di reparto, partita difensiva, si riscopre in grado di suonare la carica nel momento di maggior difficoltà, inizio secondo tempo, e armare il sinistro con la sfera che va a finire sulla testa di Barella. Il resto? E’ storia già raccontata in precedenza che avrà un suo perchè solo se alle 23 di mercoledì prossimo si sarà salito un ulteriore gradino. C’è tempo per pensarci. In mezzo c’è l’ostico Monza, in campionato, e un’altra battaglia di 90 lunghissimi minuti in cui si parte con un leggero vantaggio di due gol arrivati grazie al sinistro armato da quel giocatore che di ruolo fa il braccetto di sinistra di una difesa a tre. Il sipario, sulla serata del Da Luz, cala con Alessandro Bastoni.
Imprevedibilità peculiarità nerazzurra
Fiorentina e Salernitana, giusto per citare le ultime due. 1 punto arrivato dopo una miriade di occasioni sbagliate. Alzi la mano chi avrebbe dato un briciolo di chance all’Inter stasera. Probabilmente nessuno, probabilmente qualcuno risponderebbe si mentendo spudoratamente. Eccola qua la prestazione: bella, limpida, di carattere e cinica che ha favorito il risultato finale.
Ancora una volta si dimostra la peculiarità, forse numero uno, dell’armata nerazzurra. E’ un Inter imprevedibile. Ogni santa volta accada tutto il contrario di tutto e che, quest’anno, sta assumendo il contorno di dolci notti europee, ma ancora nulla è stato fatto.
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