L’Inter si affaccia all’ultima sosta delle nazionali nel migliore dei modi. Prima in campionato, (con il vantaggio sul Napoli aumentato), ai quarti di Champions e in semifinale di Coppa Italia. Dal 30 di marzo in poi, Inzaghi ed i suoi vorranno provare a prendersi tutto. In tal senso, la sosta arriva al momento giusto perché permette di recuperare alcuni giocatori assenti da un po’, soprattutto sugli esterni. Nel proseguo di stagione ci sarà bisogno di tutti e, anzi, c’è già chi si sta mettendo in mostra da riserva. Infortunati e seconde linee al centro del progetto
Carlos Augusto alla……Darmian
Premessa doverosa. Non è un paragone legato al valore dei giocatori ne da un punto di vista tecnico, ne da un punto di vista tattico, quanto piuttosto da importanza che il giocatore sta assumendo all’interno dello spogliatoio nerazzurro.
Lo stesso Carlos Augusto è stato vittima di un’infortunio che ha contribuito alla nascita della crisi degli esterni patita, ultimamente, dall’Inter. La stessa che, per intenderci, ha portato Bastoni ad agire come esterno nella sfida con il Feyenoord ed il Monza. Già dalla gara successiva, (il ritorno con gli olandesi per capirci), l’esterno brasiliano ha ripreso il suo posto sulla corsia sinistra contribuendo, e non poco, alle due vittorie arrivate prima della sosta benedetta da Inzaghi
E veniamo, ora, al nocciolo della questione. Quanto sta incidendo C.Augusto? Partendo dal numero di presenze ci rendiamo conto che ha preso parte a 31 partite, (sia da titolare che da subentrato), sulle 43 disputate finora. Questo è un primo esempio dell’importanza di Carlos nello scacchiere nerazzurro. Ma perché paragonarlo a Darmian? Essenzialmente per due motivi.
Il primo motivo è la duttilità. Caratteristica propria di Darmian e altrettanto propria a Carlos Augusto. Il brasiliano dà, ad Inzaghi, la possibilità d’impiegarlo sia come laterale di sinistra che come braccetto, sempre sulla fascia mancina. È, soprattutto, nell’ultimo ruolo citato che si sta impegnando il numero 30, ex Monza, ma, all’occorrenza non disdegna, (come al Gewiss Stadium), di vestire i panni del laterale, anche in maniera produttiva
Il secondo motivo è legato ai gol pesanti. Riavvolgiamo il nastro pensando allo scudetto Contiano. In quella stagione, soprattutto in questo periodo, Darmian risolse alcune partite estremamente ingarbugliate, principalmente a S.Siro. Verona e Cagliari furono due tra le squadre giustiziate dal 36. Carlos Augusto, quest’anno, ha siglato 3 gol. Di questi 3 gol segnati due sono estremamente pesanti perché hanno stappato partite complesse. Con il Como a San Siro e con l’Atalanta a Bergamo sono state le due partite in cui le reti di Carlos assumono un’importanza degna di nota, in quanto hanno stappato la partita stessa favorendo poi la vittoria. Un Carlos Augusto in pieno stile Darmian
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Benedetta sia la sosta per le nazionali
Da sempre la sosta per le nazionali ha rappresentato un momento di “paura” legato alla salute fisica dei giocatori impegnati con le varie rappresentative. Anche questa volta non si discosta da questo pensiero generale. La serata di mercoledì, ad esempio, ha portato in dote la notizia del rientro in Italia di Lautaro Martinez. Si parla di una possibile lesione al retto femorale. Soltanto gli accertamenti dei medici nerazzurri chiariranno meglio il quadro generale ma c’è apprensione. Insieme a lui anche Thuram è rientrato anticipatamente a Milano per via della caviglia che lo ha escluso dalle sfide dei galletti.
Una situazione particolare è quella legata a Taremi. Il numero 99, nel post-gara della sfida del suo Iran, (in cui è stato in panchina 90 minuti), ha dichiarato di convivere da un po’ con un infortunio che sta gestendo insieme allo staff nerazzurro. Che sia il motivo delle prestazioni non efficaci? Al netto di queste situazioni, ci sono anche motivi per cui “benedire” questa sosta per le nazionali.
Il primo è legato alla situazione psico-fisica della squadra. Tra Monza e Atalanta l’Inter è parsa in crescita di condizione, sia nel complesso di squadra, sia in alcuni singoli imprescindibili, (Calha e Thuram). La sosta può rappresentare il momento giusto per poter fare allenamenti mirati ad accrescere ulteriormente la condizione di chi è rimasto alla Pinetina, (fino ad oggi quartier generale degli Azzurri). Tra questi giocatori ce ne sono molti che rivestono i gradi di titolare o di giocatori importanti nello scacchiere inzaghiano, (Thuram e De Vrij su tutti).
Il secondo motivo è legato al recupero degli infortunati, mai come in questo momento, importanti per il proseguo della stagione, basti pensare al mese di Aprile denso d’impegni che attende i nerazzurri. La sosta dovrebbe (ri)dare a Simone Inzaghi la possibilità di contare su giocatori di un certo calibro per la sua formazione con la conseguente possibilità di compiere le rotazioni utili a far rifiatare i titolari.
Il 30 marzo, contro l’Udinese a S.Siro, dovrebbero ritornare arruolabili Zalewski, Di Marco, Darmian e De Vrij, (rimasto fuori a Bergamo per un ginocchio infiammato). Oltre a loro è lecito aspettarsi che quei giocatori un po’acciaccati, tipo il già citato Thuram, avranno una condizione fisica migliore. A quel punto rimarrebbero fermi Zielinski, (si rivedrà a Maggio) e Dumfries destinato a tornare tra Milan e Bayern Monaco, (quindi in un range di date che va dal 2 al 8 aprile e che comprende anche la partita con il Parma). Il recupero dei due esterni e del duttile Darmian è, a questo punto, un toccasana per la formazione di Inzaghi.
Tra il tutto e il niente, sognare è lecito
Dal 30 marzo, con la partita contro l’Udinese, ricomincerà il cammino nerazzurro. Fino al 30 aprile saranno 9 le partite che i nerazzurri dovranno affrontare: 5 in campionato, 2 in Coppa Italia e 2 in Champions, con la possibilità, (e la speranza), che se ne possa aggiungere una decima tra il 29 ed il 30 aprile laddove dovrebbe esserci l’eventuale semifinale di andata della Champions League.
La formazione di Inzaghi si trova sospesa in un limbo in cui, al momento, è lecito sognare un ricongiungimento al filo della storia di un Inter che fu, ma al tempo stesso c’è la possibilità matematica di ricordare anche quelle Inter rimaste a bocca asciutta proprio sul più bello, (c’è chi ha pensato al 5 maggio e chi mente). Lautaro e compagni si sono costruiti questo tipo di destino e ora dovranno avere la leggerezza mentale necessaria a viverselo fino in fondo pensando uno step alla volta senza la paura e l’apprensione di cosa ci sarà oltre. Se a certe latitudini vincere non è importante, ma l’unica cosa che conta, l’Inter ha fatto della sua storia un lungo sogno da vivere tutto d’un fiato insieme ai suoi tifosi
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