Dopo il deludente pareggio contro l’Udinese di sabato sera, il coro delle critiche alla squadra di Spalletti si è alzato assordante.
L’Inter viene da 7 punti nelle ultime 5 partite, ovvero il filotto con meno punti in questo campionato, che fa il pari con le stesse 5 partite del girone di andata: Atalanta, Frosinone, Roma, Juventus e Udinese. Anche in quel caso 7 punti in 5 partite.
Questi risultati hanno complicato, o sarebbe meglio dire rimesso in discussione, una qualificazione alla prossima Champions League che fino a poco tempo fa sembrava ben salda.
Ma si sa, l’Inter non è mai una squadra scontata, nel bene e nel male, quindi anche quest’anno ci sarà da tenere duro e da sudare fino all’ultimo.
I tifosi della Beneamata avrebbero fatto volentieri a meno di rimettere in gioco le coronarie come l’anno scorso, in cui la qualificazione alla Champions arrivò all’ultima giornata con l’epica sfida di Roma con la Lazio e l’ormai celebre gol vittoria all’81°, quando Vecino la prese di testa.
Proprio con l’anno scorso alla 35^ giornata è quindi il caso di fare un raffronto, per capire quali reali differenze ci sono con la stagione attuale.
Il dato che risalta maggiormente è quello relativo ai punti: nonostante il terzo posto in classifica abbiamo 4 punti in meno rispetto allo scorso campionato.
E’ quindi evidente che la “quota Champions” si sia abbassata notevolmente, in una stagione dove soprattutto le romane hanno peggiorato di molto il loro rendimento.
Restando in casa nostra, è indubbio che le aspettative ad inizio campionato fossero ben diverse.
Se è vero che nessuno o quasi pensava di poter impensierire la Juventus, era altresì pensiero comune che insidiare il secondo posto al Napoli fosse alla nostra portata.
Questo non è accaduto, anzi. A tre giornate dalla fine siamo a guardare dietro di noi e non davanti, col Napoli che a +10 ha già blindato la piazza d’onore.
L’Inter era chiamata ad uno step importante oltre alla qualificazione Champions, quello della maturità come squadra, pronta a poter fare l’ultimo gradino per tornare a competere per il vertice.
Questo step si può dire che non si è compiuto pienamente.
Andando a vedere le statistiche, balzano agli occhi quei 4 gol in meno rispetto all’anno scorso.
Il reparto offensivo aveva visto infatti l’inserimento in rosa di giocatori come Politano, Keita, Lautaro Martinez, oltre a Nainggolan, il trequartista “d’assalto” che Spalletti ha richiesto a gran voce.
Invece il dato dei gol realizzati è deficitario. Questo fa riflettere sulla difficoltà che ha l’Inter come squadra nel creare e concretizzare occasioni da gol nel corso della partita.
Qualche dato:
Icardi 1 gol ogni 207 minuti
Lautaro Martinez 1 gol ogni 203 minuti
Politano 1 gol ogni 592 minuti
Keita 1 gol ogni 210 minuti
Perisic 1 gol ogni 352 minuti
Nainggolan 1 gol ogni 340 minuti
Salta all’occhio il dato di 21 gol segnati nel 2019, dei quali 10 segnati in 3 partite (Fiorentina, Milan e Genoa), poi 11 gol in 13 partite: una media da retrocessione.
Certo, pesano molto in questa statistica i soli 10 gol di Icardi, che segnava normalmente almeno 10 in più.
Questa però non è una scusante per una squadra che doveva essere attrezzata per poter sopperire a questo minor apporto del bomber argentino, peraltro scaturito da una situazione non prettamente tecnica ma più comportamentale, come ben sappiamo.
L’Inter è chiamata a portare a termine la stagione nel migliore dei modi: la qualificazione alla Champions deve essere raggiunta ad ogni costo.
Resta comunque la sensazione di una mancanza di crescita preoccupante della squadra.
Di questi aspetti se ne dovrà necessariamente tenere conto (se già non è stato fatto) quando verranno tirate le somme di questa stagione per impostare la prossima.
I tifosi vogliono un’Inter che punti a tornare vincente: la strada al momento sembra ancora lunga e tortuosa…