E’ un’Inter strana quella di inizio stagione: vince, porta a casa i punti – che è la cosa più importante – ma mostra ancora qualche difetto a livello di gioco e di personalità. Una squadra che punta alla Champions League non può e non deve rischiare così, soprattutto considerando il doppio vantaggio segnato nei primi 25 minuti. Come afferma La Gazzetta dello Sport, però, la classifica autorizza sogni di gloria, così come l’identità tattica ormai trovata sotto la guida di Luciano Spalletti. Preoccupano invece i soliti cali di tensione, i rallentamenti mentali.
“Qua e là, nonostante l’arrivo di Spalletti, riaffiorano atavici vizi, uno snobismo di fondo che porta alcuni, contro avversari giudicati minori, a impegnarsi il giusto. Interismi che un anno fa generarono le figuracce col Beer Sheva in Europa League. Oggi l’uomo simbolo degli interismi sembra Brozovic, per il quale non esistono mezze misure: a volte si nota zero; in altre occasioni come a Benevento, fa mirabilie. Il risultato l’ha deciso lui nei primi 22 minuti”, scrive il quotidiano. Quello che resta è però la posizione in classifica, ovvero il terzo posto alle porte della sosta: i nerazzurri si godono la posizione, sperando di mantenerla il più possibile.