L’ Inter batte la Lazio per 3-0 e  manda un messaggio chiaro a Napoli e Juventus. I nerazzurri sono stati perfetti all’Olimpico, spietati e belli da vedere. I gol di Icardi e Brozovic hanno permesso alla squadra nerazzurra di gestire ritmo e schemi nella prima frazione, vincendo tutti i duelli in mezzo al campo, anticipando le iniziative laziali; Icardi ha ribadito di essere l’uomo della differenza, cinico e perfido nel gol, geniale e, a volte, spettacolare negli assist. L’argentino,per esempio,  è l’uomo che manca al Napoli e che invece ha la Juventus, è l’attaccante sempre decisivo e prezioso per la mentalità della squadra e i suoi obiettivi. Per questo motivo l’Inter offre maggiori garanzie del Napoli che si perde in ricami non potendo disporre di un killer d’area di rigore. Ieri sera è finita come il 20 maggio scorso, con il trionfo dell’Inter, ma stavolta non c’è stata proprio partita. Spalletti l’ha dominata dal primo all’ultimo minuto piombando alle spalle della Juve con la prepotenza delle grandi squadre: sei vittorie consecutive, secondo posto accanto al Napoli, Icardi straripante in mezzo a una difesa che senza De Vrij ha la resistenza dell’argilla quando piove. Già, De Vrij, il grande assente della sfida dell’Olimpico, dove lo aspettavano con fischi e striscioni: ma Spalletti ieri sera ha avuto più coraggio di Inzaghi, che lo schierò nella sfida che valeva la Champions e una cinquantina di milioni di euro, e lo ha lasciato in panchina. Non voleva esporlo ai rischi emotivi di un derby mozzafiato: quello che, appunto, non fece Simone a maggio nonostante l’olandese avesse già firmato per l’Inter. Una lezione, anche questa.

SPALLETTI SMORZA GLI ENTUSIASMI

Il secondo posto in classifica in condominio con il Napoli e la vittoria convincente contro la Lazio non bastano a Luciano Spalletti per considerare l’Inter l’anti-Juventus. La sua squadra ha giocato una gara importante e ha conquistato il sesto successo di fila in Serie A, un filotto che non arrivava dal gennaio 2017, ma Luciano non si è esaltato: “Noi non siamo l’anti nessuno perché se si diventa tutti normali, si può perdere contro chiunque. Bisogna giocare sempre come stasera e non essere l’anti noi perché se diamo il pallino agli avversari come nel secondo tempo contro la Lazio, si diventa normali. Non c’è niente da festeggiare perché l’Inter partite così le deve vincere: fa parte della sua storia. Successo più netto rispetto al 3-2 dello scorso 20 maggio? Rispetto ad allora abbiamo un organico più importante che ci permette di giocare le partite senza avere il patema di questa o quella assenza. E ora sta a me tenere tutti sulla corda per creare concorrenza e tirare fuori il meglio dall’intera rosa. Rispetto a maggio sia cresciuti anche in qualità di gioco, in personalità, in convinzione di poter fare dei risultati senza però essere presuntuosi. Stiamo lavorando in modo corretto e sono soddisfatto”.

JOAO MARIO COME BROZOVIC? SPALLLETTI PROVA A FARE IL MIRACOLO

Il portoghese  non giocava dalla gara con la Fiorentina (5 gennaio), mentre a livello assoluto non metteva piede in campo in una partita ufficiale dal 13 maggio. Spalletti sceglie lui come vice Nainggolan e, dopo un avvio in cui mostra tutta la sua ruggine, regala giocate di talento cristallino.

NAINGGOLAN PUNTA IL BARCELLONA

Il belga, ieri, si è sottoposto ancora a terapie (come peraltro testimoniato da uno scatto postato sui social), mentre oggi tornerà a correre. Tutta l’Inter attende le reazioni che sentirà Radja Nainggolan nel sollecitare la caviglia sinistra distorta nel derby dopo un paio di scontri ravvicinati con Biglia. Il belga ha un’altissima soglia del dolore tanto che voleva addirittura esserci ieri sera all’Olimpico, questo rende possibile un miracoloso recupero per la partita con il Genoa quando il Ninja, magari part-time, potrebbe fare le prove generali per tornare in campo dal 1’ con il Barcellona.