L’Inter sta diventando grande e lo sta facendo con Mauro Icardi. La squadra nerazzurra attraversa un processo di crescita costante ormai dall’arrivo di Luciano Spalletti in panchina: l’anno scorso l’obiettivo cercato disperatamente e centrato di ritornare in Champions League, quest’anno la sfida di giocare e misurarsi nella massima competizione europea e riuscire a migliorare in campionato. D’altronde, a tutti gli Interisti era proprio mancata questa sensazione di giocarsi partite importantissime a distanza ravvicinata, proprio come sta accadendo in questo periodo. Se l’Inter è riuscita però ad inanellare sette successi consecutivi fra campionato e Champions League, buona parte del merito è da attribuire al proprio centravanti e capitano.
La svolta e l’estasi
Mauro Icardi, infatti, è stato l’uomo che ha rappresentato un importante punto di svolta in questa stagione. E la svolta conclamata, si sa, è quella che ha preso vita dalla sfida contro il Tottenham. Al minuto 86, infatti, l’ambiente interista è preso dallo sconforto: sconfitta a Reggio Emilia alla prima, pareggio casalingo con il Torino alla seconda, clamoroso tonfo a San Siro contro il Parma risalente a tre giorni prima. La prova contro gli inglesi è buona, ma l’Inter è in svantaggio a causa di una sfortunatissima deviazione: forse un segno del fatto che la stagione abbia già preso una piega negativa che non si raddrizzerà in alcun modo? Beh, il capitano nerazzurro non è troppo d’accordo, anche se ha giocato una partita al di sotto delle aspettative. Al minuto 86, Asamoah pennella un cross al bacio per Icardi che si trova fuori dall’area: bolide all’angolino, 1-1. È un momento di liberazione che, ripensandoci un mese dopo, si è rivelato decisivo e ha determinato tantissimo sul proseguo della stagione, un gol dal peso specifico immenso. Primo gol in Champions di Icardi (fino a quel momento criticato), primo gol in Champions dell’Inter dopo sei anni di divani ed Europa League. Proprio quel gol crea un entusiasmo elettrizzante a San Siro, un clima che è difficile descrivere, ed è sull’onda di quella prodezza che “la Pazza” riesce a segnare anche il gol del 2-1.
Icardi si sblocca in campionato contro la Fiorentina solo su rigore, contro il Cagliari viene risparmiato per prepararsi alla nuova sfida di Champions League contro il PSV Eindhoven. Ecco, Maurito nella primissima parte della stagione dà quasi l’idea di essere totalmente innamorato e attratto dal pensiero di poter finalmente giocare la Champions con la maglia dell’Inter, perché è proprio in quei frangenti che dà il meglio di se stesso. Contro gli olandesi Mauro si dimostra attaccante totale, lotta su ogni pallone, si muove tantissimo, battaglia a muso duro sul gol del pareggio di Nainggolan, firma il gol del vantaggio da bomber vero e nei minuti finali va a fare quasi il difensore aggiunto. È probabilmente la partita in cui Icardi si dimostra un leader assoluto per la prima volta. È vero, stiamo parlando di un giocatore che ha segnato tanto in occasioni importanti: 9 gol totali alla Juventus, tripletta di un derby. Sì, ma il giocatore visto ad Eindhoven (e in generale fino a questo momento della stagione) è diverso: dà quello che ha e anche quello che non ha per aiutare la squadra a portare a casa una vittoria fondamentale. Contro la Spal si sblocca su azione in campionato, firma una doppietta rivelandosi decisivo nel momento di maggior difficoltà (dopo il pareggio), sfruttando alla perfezione un assist magnifico di Perisic.
Arriviamo, come detto, all’estasi, ovvero quella vissuta nel derby di soli tre giorni fa. Una partita di cui si è parlato tanto, e sarebbe inutile (e crudele verso i cugini…) rimarcare il dominio nerazzurro andato in scena domenica sera. Il Milan imposta una partita difensiva e, a dire il vero, lo fa bene. Maurito, dal canto suo, prova a sfruttare ogni centimetro che la retroguardia rossonera gli lascia a disposizione: segna un gol in fuorigioco, va vicino al gol ma il tiro gli viene strozzato da un’ottima chiusura di Romagnoli, si muove tanto per cercare di dare soluzioni alla sua squadra. Ma poi Mauro Icardi è tutto in quel finale, specialmente il nuovo Mauro Icardi è tutto lì: segue lo sviluppo dell’azione, segue il suo “compagno degli ultimi minuti” Matias Vecino, vede il cross, prova a fiondarsi sul primo palo, poi cambia idea in corsa e svolta sul secondo, realizzando il gol che ogni Interista sogna. Nel derby, nel recupero. Ed è anche giusto sottolineare gli errori evidenti di Musacchio e Donnarumma, così come è più che giusto rimarcare il movimento di Icardi, che come un Mamba colpisce senza pietà. Come l’anno scorso Icardi decide il derby all’ultimo minuto, e lo fa con un movimento da attaccante puro, da far vedere e rivedere a chi un giorno sogna di essere un centravanti. Icardi è tutto lì, il nuovo Icardi è invece quello che subito dopo il gol rincorre gli avversari e va a pressarli con tutto quello che ha e che non ha, giunti al minuto 93. Emozioni che restano, emozioni che ricorderemo, emozioni targate Mauro Icardi.
I NUMERI: CONFRONTO CON I BIG D’EUROPA
Ma allora, Icardi è un top europeo? Per noi sicuramente sì, ma adesso deve dimostrarlo. Mentre in Serie A non ci sono più dubbi sulle sue qualità e su quanto determini, in Champions League, per acquisire questo status e la credibilità che ne consegue, deve continuare sulla scia di queste due prestazioni. Il suo limite, infatti, è che al momento le suddette due prestazioni sono le uniche che abbia finora giocato nella massima competizione europea. Maurito ha sicuramente cominciato alla grande, finora ha centrato il 100% nel rapporto gol/partite, ma ovviamente i suoi numeri in Champions non possono essere messi a confronto con mostri sacri della competizione come Cristiano Ronaldo (120 gol in 154 partite), Sergio Aguero (32 gol in 63 partite) o Robert Lewandowski (46 gol in 74 partite). Parliamo di giocatori più esperti, mentre se vogliamo riferirci ad un coetaneo di Icardi possiamo citare Harry Kane, che ha lo straordinario score di 10 gol in 12 partite. Proprio Kane, colui che Maurito ha sfidato a metà settembre e contro il quale ha vinto la sfida a distanza.
Il capitano interista finora non ha avuto la possibilità di potersi misurare realmente con questi giocatori, e lo ha fatto perché ha dimostrato un attaccamento alla maglia che può renderci soltanto orgogliosi di lui. La sfida è di quelle che lo intrigano: prendersi il posto in prima fila nella platea dei big d’Europa. Maurito ce la può fare: lo dice la sua età, lo dice ciò che ha dimostrato in tutti questi anni di Serie A, lo dice il fatto che l’approccio alla Champions sia stato fenomenale, lo dice l’empatia che ora più che mai si è creata con l’ambiente interista.
Ed ora che i social sono diventati un indice di giudizi e valutazioni, notiamo una svolta anche nella comunicazione del capitano nerazzurro a testimonianza della forte empatia creatasi con l’ambiente. Icardi, che prima si lasciava andare a qualche post di troppo su se stesso e sulla sua vita privata, adesso sembra “tutto Inter e Argentina”. Nel caso dei nerazzurri, i messaggi che manda sono spesso incoraggiamenti al gruppo, ma anche dei veri e propri post da primo tifoso, come quelli in cui mette in risalto i colori del Cielo e della Notte o frasi del tipo “Milano siamo Noi”. Ecco, tutti indizi che lasciano ben sperare su un futuro roseo e sempre più tinto di nerazzurro per il numero 9.
IL RITORNO A BARCELLONA
Stasera Icardi ritorna nella città in cui è cresciuto calcisticamente, in quella Barcellona dove si impose come uno dei canterani più promettenti dal 2008 all’inizio del 2010. Maurito in quel periodo segnò 38 reti, che non furono sufficienti a Pep Guardiola per dargli fiducia, visto che ne accettò la cessione alla Sampdoria. Icardi ci torna da capitano e leader della sua squadra, ma con tutta l’umiltà di chi sa che gli avversari sono più forti. Siamo sicuri, però, che questo servirà da stimolo all’attaccante argentino e a tutta l’Inter, che ne potrà trarre motivazioni extra.
Giochiamocela, e vediamo cosa succede.