Antonio Conte non è uno che le manda a dire. Non lo è mai stato. Lo ha dimostrato anche ieri, bacchettando una parte del tifo nerazzurro che, soprattutto a ripresa inoltrata, ha mugugnato nei confronti di alcuni calciatori per qualche errore di troppo in fase di palleggio. L’altra faccia della medaglia di una politica volta ad alzare l’asticella delle ambizioni il più possibile. Pur non sottovalutando la forza dell’avversario, sugli spalti c’era l’impressione che l’Inter potesse portare a casa la partita e in questo senso vanno interpretati i mugugni. Una sensazione che rimane anche nel day-after, dando un’occhiata alle statistiche di Inter-Roma e ripensando alle occasioni avute da entrambe le squadre nel corso dei novanta minuti. Lo sa anche Conte, non c’è dubbio. Appare però legittima la compattezza invocata dal mister, che coinvolge inevitabilmente il tifo, anche in vista di uno snodo cruciale della stagione.
COPERTA CORTA – Il tecnico si è ritrovato con un organico oltremodo rimaneggiato alla vigilia. La tempesta d’infortuni che ha colpito l’Inter a metà campo è alibi solido, che ha avuto nella fase di avvicinamento alla gara il peso mediatico che meritava. Rimane però l’impressione che avrebbe potuto fare qualcosa di diverso sia nella scelta dell’undici iniziale che nella gestione della gara. Se è vero, come è vero, che una serie di contingenze costringono l’Inter a pensare partita per partita, mandare in campo Danilo D’Ambrosio un po’ prima avrebbe garantito una dose di personalità che – al netto di tutto – Lazaro e Biraghi non hanno assicurato. Così come desta qualche dubbio la scelta di non affidarsi a Politano ed Esposito. Nemmeno nell’ultimo quarto d’ora, nonostante Lukaku e Lautaro avessero la spia della riserva palesemente accesa.
AFFAMATI – Meno di quattro giorni ora per riavvolgere il nastro e recuperare energie ed idee in vista del match più importante della stagione. Una vittoria al Meazza contro il Barcellona sì qualificato, ma pur sempre corazzata di primissimo livello, permetterebbe alla squadra di Antonio Conte di migliorarsi in campo internazionale rispetto allo scorso anno, immagazzinare una manciata di milioni da riversare sul mercato di gennaio e spazzerebbe via la mezza delusione per il pareggio di ieri sera (a prescindere da come finirà LazioJuventus). Tre buoni motivi per provare ad avvicinarsi il più possibile alla prestazione del match d’andata e ad evitare ulteriori blackout. Senza qualche interprete di spessore, ma con abbastanza bava alla bocca da tentare ad impensierire un cinque volte pallone d’oro e i suoi fortissimi compagni di squadra.

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