Il campionato riprenderà? È una domanda a cui è difficile trovare una risposta oggi. Sono tanti i dubbi e le perplessità legate al momento difficile che sta attraversando l’Italia e non solo. Nonostante tutto in casa Inter si continua a lavorare. Nel caso in cui dovesse arrivare il via libera alla ripresa del campionato e delle coppe, i nerazzurri saranno quelli più impegnati. Nel caso, si giocherà ogni tre giorni e “servirà il contributo di tutti, dopo una stagione divisa in blocchi”, spiega la Gazzetta dello Sport. Naturalmente servirà l’apporto di tutti, soprattutto da parte di quei giocatori che fin qui non sono riusciti a esprimersi al meglio.

Da maggio toccherà anche a quelli che però non sono stati all’altezza delle aspettative. Oltre ad Eriksen, ora in full immersion ad Appiano ma ultimo ad arrivare e gestito col metodo Conte, quindi da lanciare soltanto dopo aver assorbito davvero l’idea di calcio ed aver mandato a memoria i movimenti voluti dal tecnico, devono (per motivi diversi) alzare il “volume della radio” anche Skriniar, D’Ambrosio, Sanchez, Vecino e Godin“, spiega la Rosea.

SKRINIAR E D’AMBROSIO – “Il centrale slovacco sembra quello che più di altri ha sofferto il cambio di sistema di gioco. Il passaggio alla difesa a tre e pure il trasloco sul centro sinistra non lo hanno certo aiutato. Chiusure meno puntuali, uscite di palla meno pulite, qualche amnesia e pure qualche cartellino di troppo: il vero Skriniar non si è ancora visto. Anche D’Ambrosio poteva risultare un jolly preziosissimo tra difesa e tutta fascia, come avvenuto nella prima metà di stagione. A penalizzarlo, in gennaio, un infortunio da cui si è ripreso quando la batteria degli esterni è stata rimpolpata da Young e Moses. Ma l’azzurro tornerà utile perché dietro ha la velocità nel breve che manca ad alcuni compagni e in fascia sa garantire le due fasi

GODIN, VECINO E SANCHEZ – “Come Skriniar, anche Godin ha pagato l’addio alla linea a quattro in cui si era esaltato a Madrid. La crescita di Bastoni lo ha messo via via ai margini, ma il totem uruguaiano resta un patrimonio prezioso anche per leadership ed esperienza e potrà tornare utilissimo, soprattutto nelle gare a eliminazione diretta. Vecino è stato utilizzato più del previsto, anche per gli infortuni di Sensi e Barella, ma solo in alcune occasioni è stato decisivo. Sanchez infine è stato fuori a lungo per l’infortunio alla caviglia accusato in nazionale. Deve essere un’alternativa a Lukaku e Lautaro, sbloccare le partite come successo dalla panchina a Udine o nel secondo tempo del derby. Ha caratteristiche uniche, a cominciare dalla capacità di saltare l’uomo“.
(Gazzetta dello Sport)

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