Prosegue senza soste il tour degli orrori che l’Inter offre ai suoi tifosi e dei favori che concede alle avversarie: ultima puntata, in ordine cronologico, il mattinee domenicale contro il Sassuolo a San Siro in cui tale Iemmello si traveste da fenomeno e ci punisce due volte, la prima dopo un errore di Murillo, la seconda approfittando di una difesa immobile su passaggio filtrante in area. Ormai anche per chi scrive diventa difficile trovare parole nuove per prolungare un’agonia imbarazzante e se non fosse per la giustissima ed estremamente civile protesta della curva nord prima e durante la partita.

E proprio partendo dagli striscioni del tifo organizzato prenderà le mosse questo editoriale. Doveroso incominciare dai numeri che testimoniano come anche in una situazione grave e buia come quella attuale oltre 42.000 persone siano accorse a San Siro dando prova di fede per la maglia ed allo stesso tempo di forte critica verso chi è in campo ed in dirigenza. Alla lettura della formazione interista fischi o disinteresse verso tutti ed applausi per Gabigol, ritenuto a buon conto l’unico in questa situazione capace di agitare un minimo di interesse positivo nei tifosi.

Ed allora ben venga quel velo pietoso bianco (n.d.a. anche se fosse stato nero color pece male non sarebbe stato) che idealmente si è voluto stendere su questa dannatissima stagione sportiva perchè dell’annata in corso non c’è da salvare nulla se non una vittoria sull Juventus, ottenuta sotto la direzione di un validissimo uomo ed allenatore olandese, rinnegato da una dirigenza incapace e sabotato dagli esseri umani indegni che, si spera ancora per poco tempo, popolano il nostro spogliatoio e che indegnamente infangano la nostra maglia, non solo in campo ma anche fuori dal campo.

E ben venga anche l’avvertimento a Zhang di non diventare un Moratti-bis buttando via milioni su milioni per ottenere nulla o quasi: non conta quanto su spende, conta il tornare a vincere. Una squadra diventa vincente quando si instaura la giusta mentalità grazie a uomini veri dietro la scrivania ed in campo, non con dirigenti che collezionano scelte irrazionali e sprovvedute e non con fantocci capricciosi che ti giocano contro, come vere serpi in seno. Più in generale l’allenatore è ritenuto, giustamente, l’ultimo dei problemi nerazzurri, visto anche lo striscione di ringraziamento a Stefano Pioli.

La situazione attuale necessita di prese di posizione che mai nessuno vorrebbe fare ma che diventano necessarie, viste le circostanze come l’abbandono dei tifosi dell curva nord dopo 20′: una squadra in sciopero non merita tifosi caldi e passionali.