In questi primi scampoli di campionato, una verità si sta affermando in mezzo alle intemperie dell’inizio nerazzurre. Lecce, Spezia e, verrebbe da dire soprattutto, Lazio hanno certificato la maturità e lo status di leader che sta conquistando el diez, Lautaro Martinez. Il toro, negli atteggiamenti, sembra dire ai compagni, “ci penso io

Vi trascino io, seguitemi….

Lautaro Martinez sembra essere diventato, per compagni e gioco dell’Inter, il porto sicuro. L’uomo a cui affidarsi quando la difficoltà ha la meglio sulle idee dei portatori di palla nerazzurri.

In questi frangenti, Lautaro viene incontro, si fa dare palla e nella maggior parte dei casi riesce a far la giocata che permette alla squadra di uscire dalle intemperie. Questo atteggiamento ha, ovviamente, una doppia valenza. In primis è un atteggiamento tattico che permette all’Inter di sviluppare la propria azione prendendo campo. In secondo luogo, è l’atteggiamento di un ragazzo che ha raggiunto lo status di uomo, responsabilizzato dal “peso” di giocare per una maglia e per una squadra in cui il sangue albiceleste scorre, ed è scorso in passato, a fiumi.

Anche nella disastrosa trasferta di Roma, Lautaro ha portato a casa la faccia. Gol a parte, è stato il più pericoloso della squadra. Emblematico il raffronto con il suo compagno di reparto che, almeno in due occasioni ha fatto rimpiangere il fatto che su quella palla ci fosse andato lui e non il diez con la sua foga da Toro diventato adulto.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Interfans.org (@interfans_org)


Emblema dell’essere leader del Toro è sicuramente stato questo post con cui il numero 10 argentino ha “invitato” la squadra a ripartire dopo Roma.

Lukaku out, chi con Lautaro?

Con Lukaku out per infortunio Lautaro sarà chiamato a fare gli straordinari e per Simone Inzaghi il compito di affiancare a Lautaro un nuovo partner d’attacco. Il rischio è di vedere il belga fuori almeno 3 partite: Cremonese, Derby e Bayern. Ancora di più, l’Inter si dovrà aggrappare al Toro, l’unico in grado di dare certezze in attacco con i suoi 2 gol in 3 partite in campionato. Il candidato numero uno a fare da spalla all’argentino è Dzeko – i due formavano la coppia titolare l’anno scorso con la quale l’Inter ha avuto il miglior attacco in campionato (84 reti). Correa potrebbe quindi giocare con la Cremonese per poi lasciar spazio al bosniaco contro Milan e Bayern. Soluzioni “creative” con un cambio di modulo al momento sembrano improbabili.

Infortunio a Lukaku, chi tra Dzeko e Correa?

Ancora qualche eccesso di troppo

Lautaro, però, qualche eccesso comportamentale c’è l’ha ancora. La colpa può essere ricondotta al sangue caliente che gli scorre nelle vene, ma un leader di campo, e non solo, deve imparare a frenare anche questi eccessi per evitare di lasciare la squadra in 10 uomini in momenti cruciali della partita.

L’ultimo esempio di Toro nervoso l’abbiamo avuto a Lecce. Ad onor del vero, bisogna dire, che in quel frangente Lautaro aveva ragione visto il trattamento riservatogli da alcuni avversari, ma un campione sa a cosa va incontro quando mette in campo tutto ciò di cui è capace trascinando letteralmente i compagni. Questi eccessi, caro Lautaro, vanno frenati. L’essere leader vuol dire anche, se non soprattutto, questo. Bisogna essere capaci di gestire le proprie energie nervose per i momenti in cui la partita lo richiede.

Daje Toro, siamo tutti con te

Dopo tante stagioni importanti, la sensazione è che questa possa essere veramente la stagione della consacrazione per il 10. La stagione della metamorfosi definitiva da bruco a farfalla. Simone Inzaghi, la società e i tifosi sperano che tutto ciò possa avverarsi. E’ passata una stagione da quando Lukaku è andato via ed ora che è ritornato, non ha ritrovato il fratellino minore con cui ha condiviso le gioie precedenti. Ha trovato un fratello cresciuto, che sta diventando sempre più leader e che sembra voglia dire a tutti:

Vi trascino io! Parola del leader Lautaro