leader inter

I risultati più recenti – non solo di questa stagione – hanno fornito una chiara sintomatologia della nostra Inter: la carenza di leader che trascinano i compagni al successo. La squadra non riesce a dare continuità quando impone un buon gioco e crolla improvvisamente, senza riuscire a rimettersi in piedi.

Un Top Player in Panchina

Antonio Conte era stato scelto chiaramente per assumere lui stesso il ruolo di leader. Il sergente Conte, quello che mette la faccia dopo ogni sconfitta, non sembra comunque aver trovato un suo corrispettivo tra i giocatori in campo. A questo proposito si potrebbe riflettere su come lo stesso Conte, dopo la sconfitta a Dortmund, si era esposto lamentando un organico non all’altezza per competere in campionato e in Champions League. Tuttavia, Conte è sempre apparso come un allenatore capace di spremere i giocatori fino ad ottenere il meglio da ognuno, cosa che non gli sta riuscendo in nerazzurro. Le belle sorprese, come Bastoni, non vengono per caso ma il rendimento di diversi giocatori chiave è rimasto sotto le aspettative.
L’Inter, specie dalla ripresa estiva, è una squadra molto distratta che subisce gol troppo facilmente. L’inserimento di Eriksen ha sbilanciato la squadra? Forse, ma subire 6 gol in 3 partite contro Sassuolo, Parma e Bologna è sintomo di grave disfunzione difensiva. Il leader Conte non ha inciso.

Chi Sono i Leader di Questa Inter?

Se Conte non riesce nel suo intento di compattare il gruppo, chi potrebbe essere in grado di assumere il ruolo di leader in campo?
Capitan Handanovic è sicuramente un veterano di quest’Inter, ma è un leader? Samir è un ragazzo estremamente umile, silenzioso, lavora tantissimo, ma essere leader è un’altra faccenda. Inoltre, avere il capitano confinato tra i pali è sempre un mezzo svantaggio rispetto ad averlo in mezzo al campo a incitare i compagni, anche quelli dalla metà campo in su.
Marcelo Brozovic si è imposto come uno dei leader della “nuova Inter” post-Icardi, già con Luciano Spalletti in panchina. Senza dubbio leader tecnico della squadra, ha in mano le chiavi del centrocampo. Lo si vede spesso ridere e scherzare con tutti i compagni, ma quando c’è da rimboccarsi le maniche e sputare sangue non sempre è il primo della classe.
I giocatori di qualità a Conte non mancano, la rosa dovrebbe sicuramente essere più lunga, ma ciò che manca veramente sono elementi di grande carisma, leadership e che sappiano trascinare i compagni al successo. Ruolo che forse ci si aspettava potesse avere Godin in questa stagione, ma l’uruguaiano lo sappiamo tutti, non è nelle grazie dell’allenatore.

Un Passato da Guardare per Migliorare

Il salto di qualità per questa squadra sarà quello step caratteriale, quella capacità di imporsi sugli avversari anche quando non si è in serata. Questo fa la differenza tra i grandi giocatori ed i campioni.
Il passato nerazzurro, recente o meno, è colmo di figure di questo tipo, giocatori capaci di trascinare la squadra alla vittoria. Non importa che fosse una giocata individuale che risolvesse la partita o il caricarsi i compagni sulle spalle e remare per uscire da una situazione difficile. I cicli vincenti e quelli che sono entrati nella storia dell’Inter hanno sempre avuto almeno 3-4 giocatori di questo calibro pronti a metterci la faccia.
Personaggi come Javier Zanetti, Lothar Matthäus e il “Cholo” Simeone. Questi tre giocatori incarnano al meglio le caratteristiche di ciò che si intende quando si parla di leader in campo e nello spogliatoio.
Capitan Zanetti racconta sempre del suo stile pacato ma convinto, perché trovare calma e freddezza in mezzo al caos e la confusione è virtù di pochi eletti. Non ha mai alzato la voce in 19 stagioni, ma sapeva sempre trovare il modo di farsi ascoltare dai propri compagni.
Matthäus era un giocatore dalle qualità tecniche sopraffine, alle quali però sapeva unire uno spirito da combattente. Poteva essere il marcatore di una partita e allo stesso tempo colui che richiamava i compagni – specie i tedeschi – all’attenzione per preservare il risultato.
Il Cholo Simeone, vista la sua evoluzione da allenatore, sembra scontato definirlo un giocatore con los huevos, che non toglieva mai la gamba. Intelligenza tattica e capacità di giocare box to box facevano il resto, con il suo carattere sempre determinato ad imporsi sugli avversari.

Conclusioni

I tre giocatori appena citati sono icone assolute di interismo e di leadership a cui tutti i compagni tendono, un esempio in campo e fuori che detta il comportamento di tutta la squadra. Nell’Inter di oggi mancano queste figure carismatiche.
Tra i giocatori dell’Inter di oggi non si può negare ci siano elementi validi e che abbiano una buona dose di personalità, lo stesso Lukaku anche se arrivato da nemmeno un anno a Milano sembra già perfettamente focalizzato nell’ambiente Inter. Ciò che manca sembra piuttosto qualcuno disposto ad assumersi la responsabilità di essere la voce dello spogliatoio, una figura che guidi i compagni quando questi perdono la bussola. Per caratteristiche ed esigenze della squadra in campo, dovrebbe essere un giocatore “alla Matthäus” che sappia anche trovare la giocata, il colpo del campione nel momento di necessità.
Christian Eriksen è sicuramente un leader tecnico, ma dal punto di vista comportamentale il danese, appare troppo introverso per poter ergersi a leader. Semplicemente non ha quelle caratteristiche, non bisogna fargliene una colpa.
Personalmente vedo bene Nicolò Barella come potenziale leader nel prossimo futuro, un po’ “alla Simeone” con tanta grinta e un’ottima qualità da mettere al servizio della squadra, oltre a un interismo ancora da coltivare ma già presente nel ragazzo.
C’è anche da dire che probabilmente Conte aspettava qualcosa in più dal mercato per colmare questa lacuna. Il gradimento del mister nei confronti di Vidal non è un mistero, e il cileno incarna le caratteristiche di leader che tanto manca a quest’Inter. Anche Nainggolan avrebbe dovuto essere uno dei leader carismatici di questa squadra, ma il destino lo ha voluto – almeno per il momento – lontano da Milano.

Il carattere di questa Inter in campo ha dei limiti e – come hanno dimostrato i risultati – avere il sergente di ferro in panchina non basta.

COMMENTA SUL FORUM