Il momento che tutti noi tifosi interisti aspettavamo da quasi un anno è finalmente giunto: questo infausto e nefasto campionato 2016/17  è finalmente terminato con l’Inter che completa il percorso al settimo posto, terza squadra lombarda in graduatoria dietro ad Atalanta e Milan. Di tutto questa stagione sportiva la cosa, l’unica, che salverei paradossalmente è proprio il piazzamento finale, di gran lunga la cosa più accettabile all’interno di un puzzle che provoca disgusto e rabbia oltre a quel sentimento ripugnante che mai avrei pensato di provare per la mia Inter. Chi conosce la persona che sta scrivendo sa bene che il sottoscritto non tifa una squadra perchè quella vince (n.d.a. ragion per cui non provo alcuna simpatia per Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco) ma per quel mix di tradizione, valori, magia e sentimenti che il nome ed i colori della squadra evocano. Nella stagione 1993-94 l’Inter rischiò di retrocedere salvandosi all’ultima giornata ma dopo quella stagione la mia fede nerazzurra non ne fu scalfita perché vidi uomini veri lottare fino alla fine in campionato, fino all’ultimo minuto di recupero e vincere la Coppa UEFA. Purtroppo in questa stagione tutti questi valori, questa voglia di lottare sono stati traditi ed il tutto è sembrato tanto una preso in giro colossale: in qualsiasi rapporto tradire ripetutamente chi ama in maniera disinteressata è un atto atroce che mina alle fondamenta la fiducia e la voglia di continuare il rapporto. Ecco dunque che mi permetto di dare alcuni consigli, che sono certo resteranno inascoltati (n.d.a. ma almeno un tentativo va fatto) , affinché semmai dovesse ricapitare una stagione negativa, non assomigli ad una presa per i fondelli ma almeno ad una squadra che ha fallito ma che ci ha messo l’anima meritandosi rispetto ed applausi.

– serve onestà e riconoscenza verso i tifosi: chi tifa è l’anima di questo sport e non una mucca da mungere o una massa di beoti da prendere in giro. L’Inter ha una base di tifosi solida e fedele (n.d.a. 46.000 martiri di media ogni domenica che accettano il supplizio di vedere questo scempio sono cosa rara). Chiarezza e coerenza negli obbiettivi sono il minimo che si richiede, il non aumentare i prezzi degli abbonamenti dopo una stagione come questa sarebbe stato una questione di tatto e delicatezza, che ahimè sono ignoti per ora.

– serve celerità e chiarezza a livello societario: chiarezza nei ruoli e celerità decisionale. Ognuno deve aver chiare responsabilità ed obbiettivi senza che avvengano intromissioni ed una volta che si prende una decisione poi tutti la appoggino fino alla fine, evitando di sabotarla od ostacolarla. Frank De Boer è stato mandato allo sbaraglio in maniera consapevole: ciò non deve più accadere.

– serve che chi è stato il volto dei fallimenti dell’Inter degli ultimi anni si faccia da parte o almeno eviti di esporsi: la discontinuità con il recente passato ed il presente è d’obbligo per un futuro da Inter.

– serve che situazioni come il caso del libro di Icardi non si ripetano più: impossibile che ci sia una tale mancanza di comunicazione tra settori della società.

– serve gente che creda nel progetto Inter: allenatori che sappiano risultare autorevoli e giocatori che pensino all’Inter e non al tatuaggio o alla macchina che vogliono farsi o comprarsi, e che magari dopo 4 anni che giocano per i nostri colori sappiano che il nome del nostro stadio è Giuseppe Meazza in San Siro (dall’omonimo quartiere in cui l’impianto è situato) e non San Ciro (n.d.a. vero Medel?)

Poche pillole queste che non ci faranno andare in Champions League ma che eviteranno travasi di bile a noi tifosi.

 

 

Redazione
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