Pazienza e pressing: queste due doti sono state le principali artefici della vittoria dell’Inter nel Derby di domenica sera.

Spalletti dispone la squadra in formazione tipo, recuperando i vari acciaccati, secondo l’ormai collaudato 4-2-3-1, con Handanovic in porta, la linea difensiva composta da Vrsaljko, Skriniar, De Vrij e Asamoah, la mediana con Vecino e Brozovic, e con Politano, Nainggolan e Perisic a supporto di Icardi.

Niente esperimenti quindi, ma una formazione solida e che dà al tecnico di Certaldo le garanzie di cui, in questo momento, ritiene di aver bisogno.

Nessun cambiamento neppure dopo mezz’ora di gioco, quando Nainggolan è costretto ad uscire per infortunio e viene sostituito (ottimamente) da Borja Valero che va ad occupare la stessa zona di campo del belga, seppur con altre caratteristiche, ovviamente.

Spalletti non intende snaturare in nessun caso l’assetto della squadra evidentemente, ed i risultati gli stanno dando ragione.

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L’Inter fa la partita dal primo minuto, con un possesso palla solido ed insistito, contro un Milan attendista che viene spinto nella propria metà campo dalle avanzate nerazzurre. Quando i rossoneri riconquistano palla, l’Inter pressa subito altissima, senza concedere agli avversari linee di passaggio agevoli.

I dati del possesso palla parlano chiaro: nel primo quarto d’ora l’Inter ha il 65% di possesso, con un dato finale dei primi 45 minuti del 58% che si manterrà costante in media fino al termine della partita.

Da rimarcare che nel primo tempo il Milan ha effettuato solo 4 tocchi di palla in area interista (peggior dato per loro, prima erano 8 tocchi con il Sassuolo).

Il pressing asfissiante unito al possesso palla prolungato, fa sì che l’inerzia della partita penda costantemente dalla parte dell’Inter, che si posiziona con un baricentro medio di 53,73 metri nel primo tempo e addirittura 55,44 metri nella ripresa. Di contro il Milan resta molto basso con un baricentro medio di 47,87 metri nel primo tempo e 49,26 metri nel secondo.

Non a caso l’Inter realizza 544 passaggi complessivi contro i 376 dei rossoneri. Neanche a dirlo, il giocatore dell’Inter che tocca più palloni è Brozovic, con ben 116 tocchi, di cui 93 riusciti. Un dato a cui il giocatore croato ci ha abituati, ma che il Milan ha agevolato lasciandogli più spazio per impostare rispetto a quello che gli viene concesso normalmente dagli avversari. I rossoneri infatti vanno raramente a fare pressing nella metà campo avversaria, aspettando l’Inter con 10/11 giocatori sotto palla.

A titolo esemplificativo si veda questa azione del primo tempo con Brozovic che ha tutto il tempo di gestire il pallone, verificare la posizione dei compagni e poi lanciare per Vecino. Nessun giocatore del Milan si avvicina al centrocampista nerazzurro, neppure in un accenno di pressing.

Il canovaccio della partita prosegue su questi binari e le occasioni da gol per l’Inter sono molteplici. Sfortuna ed imprecisione al tiro fanno si che il gol arrivi solo a tempo scaduto, ma la squadra nerazzurra ha fatto costantemente la partita, con pazienza, senza snaturarsi e senza mai perdere le distanze tra i reparti: addirittura nel secondo tempo la squadra di Spalletti risulta ancora più corta che nel primo (27,18 metri contro 28,35) denotando una concentrazione massima anche quando le energie vengono maggiormente a mancare.

Ecco lo schieramento dell’Inter a metà del secondo tempo su un attacco del Milan: la squadra nerazzurra è corta e perfettamente disposta in campo nel contrastare l’azione di 5 giocatori rossoneri. Si può notare come i reparti mantengano le posizioni in maniera ordinata ed efficace.

A distanza di pochi minuti, a fronte ribaltato, si può notare come l’Inter accompagni l’azione d’attacco con ben 8 giocatori, con il Milan non disposto propriamente in maniera ordinata in fase difensiva.

L’Inter ha senz’altro preparato meglio la partita, ha giocato meglio del Milan, con più intensità e con maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Ha rischiato poco o niente grazie ad una fase difensiva attenta ed ordinata (con due interpreti sontuosi come Skriniar e De Vrij ed un ottimo Vrsaljko sulla destra), ha pressato costantemente i portatori di palla del Milan, lasciando poca iniziativa ai rossoneri.

Spalletti ha portato avanti la sua idea tattica anche nei cambi a partita in corso, con Keita e Candreva subentrati rispettivamente a Perisic e Politano. Ed ha avuto ragione: proprio Candreva dà il via all’azione del gol con un passaggio non scontato per Vecino che poi mette in mezzo un cross sul quale Icardi fa un movimento spettacolare, fintando di attaccare sul primo palo per poi spostarsi come un serpente velenoso sul secondo, mandando in bambola in un amen i due centrali del Milan ed insaccando in rete di testa la palla dell’apoteosi nerazzurra.

Il Derby è dell’Inter, che si rilancia fortemente in campionato e che in futuro avrà senz’altro bisogno anche di schemi tattici alternativi e giocatori fin qui utilizzati meno (Lautaro Martinez su tutti).

Ma ora godiamoci questa meritata vittoria e poi testa subito al Barcellona: con rispetto ma senza paura.

Inter is here!

Impiegato tecnico di professione, cantante e chitarrista rock per passione. Amo stare con i miei figli, leggere, scrivere, fotografare e fare qualsiasi cosa possa dare sfogo alla creatività. Nel cuore porto da sempre i colori nerazzurri: per me c'è solo l'Inter!