Inter – Napoli, una partita bella, a tratti bellissima, che diventa difficile da analizzare a causa di eventi che con lo sport hanno niente da spartire.
Mi sento colpito come uomo e come fratello del mondo da quello che è successo domenica sera, spero che scrivere questo articolo possa farmi riassaporare il gusto del calcio giocato, che è l’essenza di questo sport, quello che dà gioia ai tifosi veri, che vanno allo stadio per supportare la squadra ed abbracciarsi per un gol. Spero che possa servire anche a voi, per lo stesso motivo.
La partiva dicevamo. Spalletti la affronta schierando un 4-3-3 che vede Handanovic in porta, la linea difensiva formata da D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar e Asamoah, il centrocampo con Brozovic in regia e Joao Mario e Borja Valero ad agire come mezzali, la coppia Perisic/Politano a supportare Icardi in attacco.
Il Napoli risponde con un atipico 4-4-2 che prevede Callejon terzino destro con il chiaro intento da parte di Ancelotti di contenere le avanzate di Perisic.
La prima parte del match è un monologo interista con un possesso palla ed una fluidità di manovra in palleggio da grande squadra. Joao Mario non dà riferimenti agli avversari agendo sul centro destra pronto all’interscambio con Politano, quando questo si accentra, oppure spostandosi sul centro sinistra nel momento in cui Borja Valero sale a portare il pressing sui centrali del Napoli. Gran lavoro anche di Icardi che sovente arretra il suo raggio d’azione a centrocampo per fare da sponda ai compagni che riescono così a salire con maggior facilità.
Il primo quarto d’ora effettivo di gioco si chiude con un netto predominio territoriale dell’Inter, che tiene palla per 6’40 contro i soli 3’35 del Napoli.
L’azione che porta Perisic sul fondo al 4’ minuto è esemplificativa di quanto appena detto: Icardi dal cerchio di centrocampo lancia di prima Perisic nello spazio. Callejon, che non è abituato al ruolo di terzino, gli lascia uno spazio più che sufficiente per scatenare la corsa dell’ala croata. Poi lo spagnolo del Napoli riesce a chiudere in calcio d’angolo all’ultimo istante prima che la palla possa raggiungere Joao Mario e Politano che si erano inseriti in area.
Al 21’ si assiste ad un esempio perfetto di pressing da parte della squadra nerazzurra. Il Napoli non riesce a ripartire velocemente in verticale, con i partenopei che cercano di far arrivare la palla ad Hamsik che però viene aggredito immediatamente da Borja Valero, il quale ha a supporto altri 5 compagni di squadra che hanno accompagnato l’azione. Borja riesce a far arrivare la palla ad Icardi, il quale la lavora per Perisic che viene poi murato al momento del tiro.
L’infortunio di Hamsik consente ad Ancelotti di sistemare lo scacchiere tattico. Entra Maksimovic che va a prendere il posto di terzino di Callejon, il quale trasloca più avanti come esterno d’attacco. In questo modo si vengono a bloccare le avanzate di Asamoah e lo stesso Perisic verrà contenuto in maniera più efficace.
Qui la partita si fa più equilibrata, con squadre che cercano sempre il passaggio rapido con soventi rovesciamenti di fronte. Una partita giocata a mille all’ora che per una volta non fa rimpiangere i match di Premier League.
L’Inter, ottima nel pressing e nella costruzione del gioco, difetta, come gli succede ormai da diverso tempo, in fase di finalizzazione. Icardi è sempre pericoloso, ma gli altri stentano a trovare il passaggio risolutivo o la via del tiro, molte volte perdendosi nel momento decisivo.
Nel secondo tempo l’Inter tira un po’ il fiato e il Napoli guadagna campo, grazie anche a Milik che alza il pressing su Brozovic che stenta a far ripartire le azioni nerazzure con la stessa efficacia dei primi 45’. Quello più in difficoltà appare Borja Valero, autore di un primo tempo eccellente, che viene sostituito da Vecino. Dieci minuti più tardi tocca a Keita prendere il posto di un Perisic gradualmente sparito dal campo.
Il Napoli continua ad avere il pallino del gioco in mano fino all’80’, quando Asamoah (uno dei migliori in campo) recupera un pallone in area e lancia sulla fascia destra Politano che si lancia in velocità riuscendo a superare un fin lì monumentale Koulibaly, che stende l’interista rimediando un giallo. Le proteste del giocatore francese naturalizzato senegalese nei confronti dell’arbitro portano alla sua espulsione. Col Napoli in 10, Spalletti fa uscire Joao Mario giocandosi la carta Lautaro Martinez.
Questa volta i cambi nell’Inter non potevano essere più positivi, in quanto il gol della vittoria (dopo un salvataggio strepitoso sulla linea del solito Asamoah) vede come protagonisti proprio i 3 subentrati: Keita lavora un millimetrico lancio di Brozovic sulla fascia destra, mette il pallone in area d’esterno (con una deviazione di Callejon), Vecino fa un velo che favorisce Lautaro Martinez che di sinistro batte Meret e sigla il gol per una vittoria nel complesso meritata dall’undici di Spalletti.
Nell’azione del gol da rimarcare il lavoro di Vecino: è lui che cede il pallone a Brozovic per il lancio su Keita, poi segue l’azione fino ad inserirsi in area al momento del cross. Questo movimento da dietro gli permette di capire che di fianco a lui in area c’è Lautaro Martinez ed è per questo che fa il velo che permette a El Toro di segnare il gol partita.
Con questi 3 punti l’Inter rafforza il terzo posto in classifica, accorciando sul Napoli a -5 punti, con la Lazio staccata di 5 punti al quarto posto, mentre la Sampdoria, sorprendente quinta, è a 7 punti.
Prossimo impegno sabato in trasferta con l’Empoli, per terminare al meglio il girone d’andata.