Nell’universo nerazzurro, complice una lunga e straziante pausa per le Nazionali, ormai non si parla d’altro. Beppe Marotta è ormai vicinissimo a diventare un dirigente dell’Inter. Negli ultimi giorni si è recato in Cina per incontrare la famiglia Zhang ed esporre il suo piano di crescita per il futuro nerazzurro, riscuotendo buone impressioni da parte dei vertici Suning. Marotta ha voluto dapprima ascoltare i programmi dell’Inter, interessato soprattutto a quelli di medio-lungo termine, parlando poi delle sue idee, del suo futuro incarico (amministratore delegato per la parte sportiva) e del contratto (presumibilmente un triennale a cifre uguali di quelle che percepiva alla Juventus). L’insediamento dovrebbe avvenire intorno al 15 dicembre, cui seguirà comunque un’Assemblea dei Soci per ratificare l’inserimento del nuovo dirigente. Le parole di Massimo Moratti, inoltre, confermano un futuro che ormai appare scritto: “L’arrivo di Marotta sarà molto utile alla società. Ha esperienza e una conoscenza a 360 gradi del calcio e quindi credo possa essere utilissimo. Il presidente (Steven Zhang, ndr) mi ha chiesto un parere, gliene ho parlato bene, ma aveva già in mente di fare tutto”.

Ma quali sono realmente le idee di Marotta? Quali sono i nomi da prendere in considerazione sul mercato? Innanzitutto attenzione ai colpi a parametro zero, come quelli messi a segno da Ausilio nella passata sessione con De Vrij e Asamoah e dallo stesso Marotta in passato con Pogba o Pirlo. Quello che però sembra essere tangibile è l’obiettivo di italianizzare l’Inter. L’idea è interessante, visto che il club nerazzurro si è tendenzialmente basato su una forte maggioranza straniera anche negli anni più radiosi. Marotta vorrebbe però creare un nucleo di giovani italiani di grandi valori e prospettive. I profili? Vediamoli insieme e tracciamone un’analisi.

Sandro Tonali

Classe 2000, Tonali è stato appena convocato da Roberto Mancini in Nazionale: un traguardo precoce per un ragazzo che sta bruciando le tappe. Il talento di Lodi gioca nel Brescia, in Serie B, e si è messo in mostra sin dalla scorsa stagione, nella quale ha disputato 19 presenze con 2 gol e 2 assist. Quest’anno sta confermando le buone impressioni e continua a salire di livello: non a caso, in ogni partita del Brescia sono presenti osservatori delle migliori squadre italiane. Tonali gioca prevalentemente da regista in un 4-3-3 ma, grazie alle sue doti di temperamento e forza, oltre che ad una buona abilità nel recupero palla, può occupare anche la posizione di mezzala. Lui stesso, fra l’altro, ha confermato di non essere soltanto un regista in un’intervista nella quale gli si chiedeva quale fosse il suo idolo e modello, e pareva scontato che la risposta fosse “Pirlo”. Tonali ha invece risposto di ispirarsi a Gattuso, confermando la sua duttilità e spirito da combattente che lo rendono capace di occupare ogni zona del centrocampo. Un profilo come lui potrebbe essere utile per farne un perno del futuro centrocampo nerazzurro. Il presidente del Brescia, Cellino, a questo proposito ha fatto sapere che venderà Tonali “a chi dimostrerà amore”.

Nicolò Barella

Classe 1997, Barella si è cresciuto e formato nel Cagliari, a parte una breve esperienza a Como in prestito nel 2016. Fin dalla stagione 2016-17 si è messo in mostra nella squadra sarda, diventandone un titolare fisso e scalando rapidamente le gerarchie anche in Nazionale, dove ormai viene impiegato stabilmente nel 4-3-3 di Mancini insieme a Jorginho e Verratti. Anche Barella è un uomo di centrocampo duttile: può fare la mezzala come fa attualmente nel Cagliari grazie alla sua capacità di contenere e chiudere gli avversari in scivolata; il ragazzo però è in grado anche di svolgere in maniera ottima il ruolo di regista, godendo di ottima tecnica e visione di gioco non indifferente. Come si integrerebbe nell’Inter attuale? Potrebbe diventarne un titolare fisso al fianco di Brozovic nella prossima stagione, o potrebbe ricoprire inizialmente il ruolo di vice del centrocampista croato, che è attualmente regista indiscusso della squadra nerazzurra. Il presidente del Cagliari, Giulini, ha fatto sapere che la sua valutazione si aggira intorno ai 40-50 milioni di euro. Si prevede bagarre fra le big nella prossima estate per accaparrarselo.

Federico Chiesa

Parliamo di un altro classe 1997, figlio d’arte che appare un predestinato. Come Barella con il Cagliari, Chiesa ha un legame fortissimo con la Fiorentina, squadra nella quale milita sin dall’età di 10 anni. Paulo Sousa fu il primo allenatore a dargli fiducia quando era ancora 18enne, ed anche lui si è rapidamente fatto notare da tutti gli addetti ai lavori in Serie A e all’estero. Il suo dribbling e le sue accelerazioni rappresentano un pericolo costante per qualunque squadra affronti la Fiorentina, visto che proprio dalla sua capacità di liberarsi nello stretto ricava un ottimo score di gol e assist. Chiesa, inoltre, si mette spesso in luce anche per le sue coperture difensive ed un ottimo spirito di sacrificio. Attualmente è impiegato da Pioli come esterno destro, ma è in grado di giocare brillantemente anche a sinistra. Nell’Inter della prossima stagione lo si potrebbe immaginare in un tridente offensivo con Icardi e Perisic. La valutazione è però di quelle che fanno tremare i polsi: Della Valle chiede fra i 60 e i 70 milioni. Vale tutti questi soldi? Ausilio e Marotta dovranno fare attente valutazioni a riguardo e, nel momento in cui si dovesse optare per investire così pesantemente, puntare decisamente su di lui per farne un punto fermo dei prossimi anni dell’Inter. Un solo consiglio al ragazzo: evitare le simulazioni per togliersi di dosso questa brutta etichetta. A 21 anni è ancora in tempo per farlo, e sarebbe un peccato “sporcare” il suo immenso talento con una caratteristica così fastidiosa.

Marco Benassi

Classe 1994, Benassi ha militato nelle giovanili dell’Inter che vinse la NextGen Series con Stramaccioni nel 2012. Successivamente, mette insieme 6 presenze con i nerazzurri nel 2012-13, venendo impiegato prevalentemente in Europa League. Nell’estate successiva viene ceduto in prestito al Livorno, poi il suo cartellino viene diviso a metà fra Torino e Inter e nell’estate 2015 diviene interamente dei granata. Dall’estate 2017 milita nella Fiorentina e nei Viola sta mostrando le sue capacità da mezzala: forte nei contrasti, dinamico ma soprattutto ottimi tempi di inserimento. Benassi, infatti, grazie anche al suo tiro dalla distanza, riesce anche a fornire un buon bottino di gol stagionali per essere un centrocampista. Nell’Inter potrebbe rappresentare una soluzione in più a centrocampo: esagerato pensarlo titolare, ma un suo ritorno potrebbe garantirgli una rivincita personale e la possibilità di essere un ricambio molto accreditato.

Cristiano Biraghi

Biraghi (classe 1992) rappresenterebbe un altro “cavallo di ritorno”. Ha militato nelle giovanili dell’Inter dal 2003 al 2011, venendo aggregato da Benitez nel ritiro estivo per la stagione post-Triplete e disputando inoltre i minuti finali di un match di Champions League contro il Twente. Biraghi non ha mai giocato con l’Inter in campionato, e nel 2011 comincia un lungo giro di prestiti: Juve Stabia, Cittadella, Catania, Chievo, Granada. Il club nerazzurro lo cede definitivamente al Pescara nell’estate 2016 per acquisire Caprari. Qui disputa una buona stagione e dal 2017 è riuscito a trovare stabilità alla Fiorentina. Biraghi è un terzino sinistro dotato di ottima spinta ed agonismo che garantiscono forte costanza all’interno dei 90 minuti. Entrato nel giro della Nazionale, il mese scorso ha segnato il gol decisivo in Polonia all’ultimo minuto. Nell’Inter si inserirebbe in un reparto già composto da Asamoah e Dalbert: potrebbe certamente dire la sua.

Insomma, formare un nucleo di italiani giovani e forti potrebbe creare il giusto mix con la spina dorsale prevalentemente straniera dell’Inter attuale. L’integrazione di giocatori come quelli citati con i vari Skriniar, De Vrij, Brozovic o Icardi potrebbe rivelarsi vincente anche in un futuro prossimo.

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