Era la tipica partita con tutto da perdere e poco da guadagnare. O meglio, il guadagno c’è. Anzi, a ben vedere è la cosa più importante: i tre punti, altri tre. Quelli che portano momentaneamente l’Inter a quota 43 punti e spostano tutta la pressione sulle inseguitrici: Milan e Napoli si affronteranno tra di loro e – già oggi – i nerazzurri sono certi di guadagnare punti su una delle due o su entrambe, mentre l’Atalanta sarà attesa dall’ostico impegno casalingo contro la Roma di Mourinho.

È una squadra che si alimenta della propria forza, che innesta carichi su carichi di autostima, che è consapevole delle sue capacità, che è sicura fisicamente e psicologicamente. Al netto del valore modesto, della situazione surreale vissuta dalla Salernitana e di un successo che era praticamente scontato, l’aspetto più bello è che i ragazzi danno l’impressione di divertirsi vincendo: lo fanno ormai da un mese, quello che va oltre le sei vittorie consecutive raggiunte dai ragazzi di Inzaghi in campionato. La speranza è che questo periodo possa essere ricordato, a fine stagione, come quello della svolta nella stagione nerazzurra, un po’ come accaduto lo scorso anno, seppur in maniera differente. Perché l’Inter era una squadra iper-organizzata, che recitava uno spartito di altissimo livello e lo faceva alla perfezione, che seguiva il suo allenatore in tutto e per tutto. Ma la qualità di gioco di quest’anno è superiore: c’è più sicurezza, più creatività, più libertà concessa, come hanno ripetuto anche Barella, Bastoni e Ausilio nelle interviste settimanali. Con Conte o Inzaghi che sia, però, esiste un comun denominatore: le tante, tantissime vittorie in primis, certo, ma soprattutto la quantità abnorme di gol fatti che vale un primato assoluto nella storia nerazzurra.

È record

L’Inter non aveva mai superato i 99 gol fatti in un anno solare (bisogna ritornare al 1950) e si presentava a Salerno a quota 98. La sensazione era che i nerazzurri avrebbero eguagliato e battuto il record: non era campata per aria, ecco. I ragazzi di Inzaghi hanno voluto esagerare, arrivando addirittura a 103 e diventando la squadra più prolifica nella storia della Beneamata.

L’aspetto che colpisce di più ed è particolarmente indicativo, in questo senso, è che il 2021 sia stato caratterizzato anche dai molti discorsi sui gol sbagliati. Paradossale, se pensiamo che si tratti di un anno da record. È una testimonianza limpida del fatto che questa squadra crei davvero tantissimo, arrivi in porta con una facilità disarmante e con una quantità di uomini sopra la media. Sono ben 19 i gol segnati nelle ultime sei partite. Se a questo aggiungiamo anche una difesa che ha ritrovato le sue certezze e che da cinque gare non subisce un gol, abbiamo tutti gli ingredienti per una squadra che può vincere ancora. L’inizio incerto, il tempo necessario per trovare l’equilibrio fanno sì che l’Inter sia la seconda miglior difesa (15 reti subite, il Napoli è a 13), ma se tutto dovesse continuare per il meglio i nerazzurri diventeranno i migliori anche sotto questo aspetto. Adesso, però, serve un ultimo step prima del meritato riposo, dopo aver giocato a ritmi quasi disumani.

Chiudere in bellezza un anno meraviglioso

Mercoledì prossimo l’Inter è attesa dall’ultima sfida del 2021, quella contro il Torino. Le squadre di Juric sono da sempre molto ostiche e fanno della sfida uomo contro uomo una costante delle loro interpretazioni di gara. I nerazzurri saranno privi di Barella e questo rende la contesa potenzialmente ancor più scivolosa, ma i nerazzurri sono chiamati a fornire un’altra prova di maturità. Per assicurarsi di chiudere il 2021 al primo posto e suggellare in bellezza un anno memorabile.

Già, il primo posto. La posizione che ha riconsegnato all’Inter, in questo anno solare, uno Scudetto dopo undici, lunghissimi anni di attesa. L’anno che ha visto l’Inter ritornare definitivamente grande, resistere alle difficoltà societarie e posizionarsi sul trono d’Italia sotto la guida di Antonio Conte. E poi, protetta da dirigenti straordinari, uscire indenne anche da un’estate segnata dalle cessioni pesanti, scegliendo l’uomo giusto – Simone Inzaghi – con il quale è riuscita a riposizionarsi di nuovo in quella meravigliosa posizione. È stato un anno bellissimo, ma non si può ignorare l’unica, enorme nota stonata: quella del 12 giugno scorso.

Eriksen, un legame indissolubile

Sei mesi fa il cuore di Christian Eriksen si è fermato e con lui il fiato di tutti i tifosi nerazzurri e di tutti coloro che amano questo sport, che hanno la capacità di provare empatia. Sei mesi fa è stata decretata la fine dell’esperienza di un professionista eccezionale con la maglia dell’Inter, ma non quella dell’enorme affetto che la tifoseria e il club continuano a riservargli. Ieri è arrivata la rescissione consensuale, corredata da una splendida lettera che l’Inter ha voluto dedicare a Christian, nella quale uno dei passi più belli recita: “Il nostro legame sarà forte e indissolubile, sempre“.

L’Inter ha avuto la fortuna, il privilegio, la possibilità di condividere le emozioni con un ragazzo di tale spessore, portatore di “valori d’altri tempi”, per citare un altro splendido messaggio a lui dedicato, quello di Javier Zanetti. L’Inter ed Eriksen hanno vissuto un anno e mezzo intenso insieme, condensato da uno Scudetto emozionante reso possibile anche dalla “svolta tecnica” dello scorso febbraio, quando Eriksen è entrato a pieno titolo nei meccanismi di squadra diventando uno dei volti del tricolore. Ma sarebbe riduttivo fermarsi agli aspetti tecnici, sebbene il rimpianto di non aver potuto continuare l’avventura insieme sia ben tangibile e innegabile. Prevale, però, l’aspetto umano. Prevale la gioia – per citare ancora il vicepresidente – di “vederlo riprendere in mano la sua carriera, la sua vita”. E sarà bellissimo, a prescindere dalla maglia che deciderà di indossare, rivedere la sua qualità in campo. E magari un altro calcio di punizione all’incrocio.

 

24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.