Le parole sono superflue quando a parlare è il campo. E ieri sera il bellissimo manto verde di San Siro, sotto una pioggia incessante e pungente, ha parlato eccome. Ha raccontato a tutti – anzi, l’ha urlato – del profondo divario tecnico che sussiste tra le due squadre, della diversità della loro preparazione fisica e soprattutto mentale, di un gap tattico così evidete che non può che spingere noi tifosi dell’Inter a chiederci (perplessi): “Ma come abbiamo fatto a regalare uno scudetto a questi?…”.
Qualcosa è scattato
Quest’anno abbiamo una rosa davvero completa, con delle riserve più che affidabili in ogni ruolo che per ogni partita metteranno “in difficoltà” mister Inzaghi e i suoi collaboratori. Un gruppo che sembra concentrato e coeso verso un unico obiettivo, innominabile: la seconda stella. E magari, perché no, la ripetizione di quel percorso incredibile che ci ha portato fino ad Istanbul, a sognare di alzare al cielo la Coppa più bella e più prestigiosa di tutte. È ancora presto per dirlo, ma i ragazzi hanno approcciato la stagione in una maniera decisamente positiva e la brillantezza dimostrata nel primo big match stagionale ne è la prova inconfutabile. Cosa sarebbe successo con la mentalità dell’anno scorso dopo il 2-1 firmato Leao? Di certo qualcosa nella mente dei giocatori è scattato.
Quando a risolverla è il centrocampo
La chiave di volta per comprendere l’evoluzione di questa Inter inzaghiana – oltre alla sopraccitata profondità della rosa – è la qualità e la diversificazione delle caratteristiche degli interpreti di centrocampo. Non a caso, 4 dei 5 goal di ieri sera sono stati siglati da 3 centrocampisti. La doppietta di Mkhitaryan, il rigore di Calhanoglu e l’inserimento allo scadere di Frattesi hanno sottolineato l’apporto in termini realizzativi che questo reparto può dare alla squadra, soprattutto in partite come queste in cui Lautaro è braccato da difensore esperti e gli è concesso pochissimo spazio di manovra. Appena gli impegni ravvicinati si faranno più frequenti, le rotazioni a centrocampo diverranno inevitabilmente la prassi. Ma con alternative di lusso come Frattesi, Sensi, Klaassen e – perché no – il giovane Agoumé, i possibili turnover obbligati che tanto ci hanno preoccupato gli scorsi anni non dovrebbero più essere un problema.
Reti, sponde, strappi, leadership: che Thuram!
Seconda rete consecutiva in campionato per il nostro Marcus Thuram. E che rete! Il suo bolide da posizione defilata e distante toglie le ragnatele alla porta difesa da Maignan e corona una prestazione straordinaria fatta di sponde intelligenti, strappi imprendibili, giocate brillanti e leadership da veterano. Una vera e propria sorpresa di inizio stagione che sta conquistando la tifoseria col suo impegno ed il suo strapotere fisico. “Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua, per vedere segnare Thuram” rimbomberà per molto tempo negli incubi dei difensori milanisti e nei sogni dei tifosi nerazzurri, che aspettano soltanto di cantarla nuovamente il prima possibile.
Milano è solo nerazzurra
Ormai non ricordiamo più come si perde un derby. Sono ben 5 su 5 le vittorie della Beneamata nell’arco del 2023 tra Serie A, Champions e Supercoppa. Il parziale finale è davvero impietoso: 12-1 per noi. Giroud è un po’ che non si gira, Leao per qualche partita non c’è stato. E se c’era lui… non sarebbe cambiato niente. Adesso c’è un primo posto da difendere ed un sogno da coronare. Milano è solo nerazzurra.