Un mercoledì sera calcistico tutto pepe, almeno per l’Inter, che ha condito un turno infrasettimanale con una vittoria contro lo Spezia e due punti guadagnati sul Napoli capolista. Quindicesima di A ancora da concludersi (terminerà stasera con Lazio-Udinese e Torino- Empoli) che ieri ha visto scendere in campo nel pomeriggio proprio le due squadre che daranno vita al big match di sabato all’Olimpico: dall’Inter in casa contro lo Spezia che trova i tre punti con una partita mai messa in discussione e dalla Roma in trasferta al Dall’Ara sconfitta da una rete di Svanberg, e la sera il doppio scontro con Genoa-Milan 0-3 e il pareggio clamoroso, per come è arrivato, tra Sassuolo e Napoli per 2 a 2.

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La sfida casalinga contro gli spezzini non ha fatto altro che dimostrare tutto ciò che nelle ultime uscite nerazzurre abbiamo visto e imparato: l’Inter è una squadra forte che gioca bene.
Seppur i più penseranno che la vittoria contro la squadra ligure doveva esser d’obbligo per voler essere competitivi e vincere lo scudetto, a maggior ragione quando si insegue, e ai più io do ragione, non bisogna affogare nel grande mare del banale.
Non è da tutti vincere come (fondamentale il come per rendersi conto del potenziale di questa squadra) ha fatto l’Inter nelle partite di Spezia ieri e Venezia sabato: dominio totale del campo, padroneggiare il gioco e praticamente non subire per 180 minuti reali pericoli o su per giù.
Chi non si rende conto di questo e non dà la giusta importanza al contesto nel quale arrivano queste vittorie inconsapevolmente non sta dando merito ad Inzaghi.

La difficoltà della semplicità

La vittoria dei ragazzi di Inzaghi contro gli uomini di Thiago Motta non era affatto scontata, proprio come quella raggiunta contro il Venezia nel turno precedente, ma che doveva arrivare ed è arrivata.
Oramai possiamo dire che l’Inter non ha grandi problemi quando ha davanti a sé una gara da dover vincere soprattutto se a ridosso di una ben più “importante” ed impegnativa.
I sei punti su sei che sulla carta sembravano più che abbordabili lo sono in realtà solamente ora che sono stati aggiunti in classifica perché senza queste due vittorie, ripetiamo sulla carta scontate, non si sarebbero potuti fare rosei programmi futuri.
L’apparente semplicità di partite di questo genere si nasconde dietro la difficoltà di alcune situazioni che vanno da un turnover forzato (tante le assenze in casa Inter) al fattore tempo: il dover scendere in campo in anticipo rispetto a Milan e Napoli avrebbe potuto comportare una, legittima, paura di sbagliare con conseguente distaccamento in classifica da parte delle suddette.
Tutto ciò non è accaduto ed anzi, grazie al pareggio di Sassuolo, Inzaghi ha potuto accorciare la distanza con i partenopei, primi, ora a solo due lunghezze.
Non solo, è la facilità che ha l’Inter di dimostrare nettamente la sua superiorità che stupisce. Lo Spezia è un avversario che può risultare ostico, che basa la sua forza sull’atletismo e dal centrocampo in su gode di una buona dose di tecnica velenosa in contropiede, molto similare come organico proprio al Venezia affrontato sabato sera scorso. E proprio come in laguna così a San Siro: due a zero e partita mai in discussione, unico pericolo nel finale di primo tempo sventato da Handanovic ma troppo poco per definirlo più di un brivido.

Panchina lunga e certezze

Le assenze per Inzaghi ieri sera non erano poche e neanche banali, se unite poi alla scelta di fa riposare qualche elemento in vista di Roma e Real Madrid arriviamo a poter affermare che il risultato ottenuto è davvero positivo. Le risposte di Dumfries, Correa, D’Ambriosio e Gagliardini, impiegati oggettivamente poco per ora, sono state tutt’altro che negative anche se dai primi due ci aspettiamo ancora il vero exploit. Inutile inserire in questa categoria Dimarco che oramai possiamo considerare come un titolare per minutaggio, impatto sulle gare e prontezza.
Alla lunga la forza di una rosa folta potrà fare la differenza ed Inzaghi può contare su un gruppo di giocatori di alto livello che gli stanno dimostrando di poter contare su di loro.
Fondamentali sono però le certezze che arrivano da parte di Calhanoglu, Skriniar, Perisic, Brozovic e Lautaro.
Il turco indemoniato forse è lo adesso che veste nerazzurro, contro il Venezia ha messo in campo tanta qualità mentre con lo Spezia ha dimostrato di tirar fuori all’occorrenza anche la quantità, il peso specifico del contenimento, di un lavoro più accorto che è andato abbassandosi per forza di cose senza Barella  ma che non ha inficiato grazie proprio (anche) alla prestazione di Calhanoglu.
Lautaro trova la terza rete consecutiva, in un momento in cui Dzeko va centellinato, gestito e questo incastrarsi tra i due, rendersi fondamentali quando l’altro manca è segnale di forza, l’alternarsi nell’essere decisivi ed esserlo quindi nel momento giusto deve essere una chiave per aprire partite difficili o apparentemente tali.
Su Brozovic non c’è molto da dire, basta andare a vedere le statistiche e via, si capisce tutto.
Mister Inzaghi si fida di tutti, non sempre è un bene e lo abbiamo già vissuto sulla nostra pelle ma è anche grazie a quell’eccessiva fiducia concessa in alcune circostanze se in questo momento l’Inter la trainano in tanti e non in pochi.

 

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Roma, Real e discesa

Ora, lasciamoci alle spalle le positivissime prestazioni di Venezia e Spezia, e plachiamo l’euforia per aver accorciato la classifica perché tra poco meno di 72 ore affronteremo la Roma a Roma.
La sconfitta subìta ieri sera a Bologna in realtà non è poi una così bella notizia, la squadra di Mourinho sarà rabbiosa, famelica di punti e negli ultimi quindici anni non abbiamo un gran storico con la Roma.
L’unico aspetto positivo per la sfida di cartello di sabato sono le assenze di Karsdorp, Pellegrini e Abraham visto che come dichiarato da Mou la panchina della Roma non ha i carati di quella nerazzurra.
Forse vincere contro le squadre di alta classifica (una solo contro il Napoli) è l’unica pecca che possiamo annotare sull’Inter di Inzaghi, anche se con i punti appena guadagnati si potrà commettere un piccolo errore all’Olimpico (ipotizziamo sempre il peggio), il calendario ci permette questi tipi di ragionamenti.
Infatti dopo il Real martedì, l’Inter affronterà nell’ordine: Cagliari, Salernitana e Torino a dicembre, con la sfida in terra campana quando si scontreranno proprio Napoli e Milan il che vorrebbe dire, con una vittoria, riguadagnare punti almeno su una delle due.
Saranno queste le partite da non sbagliare, le partite “facili” che portando a casa potranno essere decisive a maggio alla fine dei giochi.
Il cammino è in discesa e favorevole all’Inter ma bisogna continuare così senza credere che la rimonta sia completata, rilassarsi potrebbe essere un errore fatale ma mister e calciatori non sembrano aver intenzione di fermarsi qui.