pareggio agrodolce

13 anni fa, di questi tempi, l’Inter s’apprestava a vivere la semifinale con il Barcellona. Sono stati 13 anni difficili fatti di alti e bassi che hanno caratterizzato e condizionato le varie stagioni che si sono conseguite. Da Spalletti in poi è stato un continuo crescendo e, stasera, con un pareggio agrodolce conquistato al Meazza l’Inter si guadagna l’accesso alle semifinali di Champions, quasi nel silenzio generale di chi, forse, è ancora incredulo. L’avversario? Diciamo solo che potrebbe valere una rivincita lunga 20 anni.

San Siro da mille e una notte

Per l’occasione, San Siro si presenta vestito del suo miglior abito. 75.000 anime nerazzurre vogliono spingere i ragazzi verso il passaggio del turno e lo fanno con una coreografia che coinvolge tutti e tre gli anelli. Impressionante, anche, il boato finale che accompagna il finale dell’inno della Champions. E’ tutto pronto, verrebbe da dire.

E’ pronta anche la Beneamata che parte con il piglio di chi la sfida la vuole subito portare dalla propria parte. La squadra è, finalmente, organizzata e capace d’organizzare il gioco in una certa maniera e, infatti, dopo 14′ di partita Barella inventa un gol alla Barella…non tanto per le qualità che caratterizzano il giocatore, quanto piuttosto per la caparbietà e la forza con cui spedisce la palla all’incrocio realizzando un gol capolavoro. L’Inter c’è ed è padrona del campo, il Benfica appare tramortito. Lautaro va in gol ma viene annullato per fallo dello stesso toro argentino. Poco prima del thè, tuttavia, una disattenzione difensiva porta al gol di Aursnes. Tutto, o quasi, da rifare.

Pareggio agrodolce figlio della ripresa

Nella ripresa si soffre. Il gol del pari ha galvanizzato il Benfica che spinge forte costringendo l’Inter a rintanarsi in difesa. Il fortino, neanche fossimo in guerra, regge bene. Brozovic prova, da ultimo baluardo prima della zona rossa, a dirigere il traffico. Al 20′ il capolavoro, l’estasi…In ripartenza Di Marco e Mkhitaryan confezionano un uno-due che consente all’italiano di mettere dentro una palla che Lautaro Martinez deve solo appoggiare in rete. San Siro è in delirio.

 

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Inzaghi da respiro ai suoi giocatori, specialmente a chi è a rischio squalifica, attraverso i cambi. Qualcuno storce il naso a veder entrare Correa temendo il peggio come nella normalità dell’essere interista, ma al primo pallone il Tucu scherza con il difensore avversario prima di mandare la sfera a baciare il palo lontano e poi in rete. Esultanza polemica, ma stasera tutto, o quasi, è concesso. Non sono concessi, ad esempio, i due gol finali regalati al Benfica che, da squadra mai doma, salva onore e faccia venendo eliminato con un rocambolesco 3-3 che lascia una sensazione di pareggio agrodolce in una partita che l’Inter avrebbe meritato

E ora?

E ora? Nessuno ne vuole parlare, ma tutti ci stanno già pensando. Nelle due settimane che scandiranno la metà del mese di maggio i nerazzurri affronteranno il doppio impegno che garantisce, a chi vince, un viaggio a Istanbul. L’avversario della doppia sfida? Non si tratta di una storia romanzata quanto piuttosto di uno scherzo beffardo del destino che potrebbe voler dire gloria o morte. A fronteggiarci sarà il Milan come successe, a livello di semifinale, 20 anni fa quando i rossoneri passarono con due pareggi.

Rispetto a 20 anni fa combaciano tre semifinaliste su quattro, (alle milanesi si aggiunge il Real), ma a differenza di vent’anni fa l’Inter e i suoi tifosi vogliono cambiare il destino e presentarsi a Istanbul giusto per il gusto di vedere cosa succede alle latitudini turche.

Nessuno lo dirà mai, ma tutti ci sperano. D’altronde solo un pazzo poteva prevedere una semifinale di Champions 13 anni dopo l’ultima, ma questa è diventata realtà dopo questo pareggio agrodolce

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