Al cospetto di quasi 60.000 fedelissimi ed encomiabili tifosi, l’Inter trova per l’ennesima volta il modo di ferire il loro amore incondizionato e la passione ineguagliabile offrendo una prova scialba e demotivante, venendo sconfitta per 1-0 a seguito di una clamorosa svista di Nagatomo ma subendo per 90 minuti il gioco frizzante e brillante del Napoli. Da una parte si è vista chiaramente una squadra che gioca da squadra che esegue in maniera precisa lo script del match e lonfa con idee precise, dall’altra parte, i padroni di casa, un’accozzaglia di 11 esseri umani svogliati ed in cerca di autore e capitati su un campo da calcio forse casualmente, e di certo con una maglia che non sono in grado e non sono degni di vestire.

Il risultato, purtroppo per noi, non era difficile da pronosticare ma quel che più lascia sgomenti è l’atteggiamento di totale non curanza da parte della società, dell’allenatore e dei calciatori e la loro ormai manifesta e rassegnata accettazione della sconfitta, elementi questi intollerabili per un club come dovrebbe essere l’Inter. Una sconfitta in campionato è sempre una sconfitta e non può essere in nessun caso che questa possa essere accolta in maniera positiva (n.d.a. della serie “abbiamo preso solo una rete”) o come normalità. L’atteggiamento in questione è quanto di più nocivo e dannoso ci possa essere perché è l’anticamera del ridimensionamento della mentalità e delle ambizioni.

Urge un cambio di rotta sotto tutti gli aspetti perché il rischio di trovarsi ad aver la stessa visione di Lazio e Fiorentina, con tutto il rispetto, è concreto e si spera non accada, nè oggi nè mai. La Società deve iniziare ad essere credibile e forte in primis nelle questioni interne, perché se quanto si afferma viene poi smentito da comportamenti di allenatore e calciatori allora il castello crolla sin dall’inizio, e poi anche esternamente ricordando sempre che è in inutile chiedere rispetto da parte di organi di stampa e di informazione se poi i primi a non portare rispetto sono i propri dipendenti o tesserati. I dirigenti devono avere sempre in mente che in nessun caso per l’Inter una vittoria contro una squadra di medio-alta classifica possa essere considerata come un evento speciale: semplicemente deve essere la normalità e devono adoperarsi perché ciò sia. L’allenatore dal canto suo non può in nessun caso adombrare una benché minima forma di dubbio o paura nei suoi ragazzi con dichiarazioni o azioni in campo e fuori dal campo. Ed i giocatori che devono far parte di questa Inter non possono far disonore a chi prima di loro li ha preceduti: scambiare uno che al massimo può fare l’uomo immagine dell’Inter in Oriente per uno che può calcare il prato di San Siro è errore imperdonabile come pure pagare da stella un onesto mestierante del pallone. In questa Inter nessuno ha ancora la mentalità per competere ai livelli che ci dovrebbero spettare e non sono più di 5 i giocatori che potenzialmente ne avrebbero le doti.

Quanto prima in Società se ne rendono conto, tanto prima apparirà la luce fuori dal tunnel..