Il Toro

Sorride l’Inter. Due punti recuperati al Milan, tre alla Juventus: bianconeri raggiunti mentre i cugini rimangono a +1. Il Toro mata un Verona che si è battuto con l’onore delle armi e non ha sfigurato al Meazza facendo la solita partita attenta, uomo su uomo. 3 punti che peseranno molto, sia nell’immediato, che nell’economia del proseguo del campionato. Ora Riyadh, ma questa è un’altra storia.

Lautaro c’é, messaggio al Milan?

Per pensare alla finale di Supercoppa c’è tempo. L’Inter partirà si domani, ma fino a mercoledì l’attesa sarà, ancora, lunga e spasmodica. Con il Verona occorreva vincere per recuperare punti alle rivali di una vita, ma anche perchè, se vuoi coltivare un sogno, devi avere i presupposti per farlo. Il primo presupposto, dopo Monza, erano questi 3 punti.

L’uomo copertina della serata del Meazza è stato il Toro, Lautaro Martinez. Il dieci nerazzurro ci ha impiegato poco meno di 4 minuti per far esplodere il catino bollente, nonostante le temperature basse, del Meazza. Il tiro rimpallato di Gagliardini è andato a finire sul sinistro di Lautaro che ha solo dovuto prendere la mira e battere, con tutta la precisione del caso, Montipò. All’onor del vero, Martinez ne aveva segnati due di gol nella serata meneghina, ma il secondo è stato annullato per un fallo precedente dello stesso giocatore interista. La decisione, seppur condivisibile, di Fabbri ha lasciato qualche perplessità di fondo

Il giocatore della serata è stato dunque lui che, gol a parte, si è comunque battuto per aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo prefissato, quei 3 punti, mai quanto stasera, fondamentali per poter continuare a coltivare un sogno e ad accorciare sulle rivali di una vita.

 

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Occorre ritrovare la brillantezza perduta

E’stata una prima parte di gennaio molto intensa. Napoli, Monza, Parma in Coppa Italia, e Verona, tutte racchiuse nello spazio temporale di dieci giorni. Le energie utilizzate sono state tante, sia fisiche (con Napoli e Parma specialmente), che psicologiche, (Monza comanda). Risultato? L’Inter vista contro il Verona non è stata tra le più brillanti che si siano viste negli ultimi anni

Parte del merito va riconosciuto anche all’avversario che ha avuto la capacità, soprattutto nel primo tempo, di pressare a tuttocampo e accettare l’uno vs uno con tutti i giocatori nerazzurri che han fatto fatica a trovare delle contro misure adeguate. La circolazione della palla era facilitata dalla presenza della qualità di Calhanoglu e Mkhitaryan, ma in certi momenti è stata fatta in maniera lenta e confusa. Tutto questo, per forza di cose, non ha facilitato lo sviluppo del gioco.

In alcune fasi della partita, l’Inter ha avuto delle chances per segnare il raddoppio, ma, sfortuna a parte, i nerazzurri non hanno, appunto, avuto la brillantezza, sia nelle gambe che nella testa, per poter colpire e far male all’avversario. Tutto ciò si è palesato, soprattutto nei cross provenienti dalle fasce che non hanno mai portato a situazioni di potenziale pericolo. Le uniche occasioni veramente pericolose, gol a parte, sono arrivate attraverso una progressione di Mkhitaryan e un tiro da fuori di Asllani. Troppo poco per essere a San Siro.

La brillantezza è il primo ingrediente che va ritrovato per poter contendere, nelle giusta maniera, la Coppa al Milan nella finale di mercoledì.

L’infermeria non aiuta

Simone Inzaghi ancora non può sorridere, le buone notizie dall’infermeria nerazzurra non arrivano. Con il Verona si sono rivisti sí Chala e Barella, fermatisi a Monza, mentre per la sfida con il Milan, per stessa ammissione di Inzaghi nel post Verona in mix zone, non saranno disponibili né Brozo, né Handanovic. Lukaku invece sarà rivalutato giorno per giorno.

Mercoledi il primo obiettivo stagionale. Conquistarlo darebbe una spinta emotiva importante a questa Inter che al momento si regge su Lautaro Martinez