Disappunto, rabbia, sgomento, queste le sensazioni di stamattina, quando svegliandomi ricevo questa foto su Wattsapp da Edo della Redazione.
“Ecco lo sapevo, l’InterWall è durato solo due giorni” – rispondo. Purtroppo, devo dire la verità, me lo aspettavo sarebbe finito così, appena l’ho visto realizzato ho subito pensato che qualche imbecille da lì a poco lo avrebbe imbrattato.
Vigliacchi!
Chi lo aveva realizzato, probabilmente credeva sarebbe bastato elevarlo un pò rispetto al suolo, e invece eccoti le “uova di vernice” usate per raggiungere anche le parti più alte del murales. Oltre a una scritta, che rappresenta davvero una sconfitta per tutta la città di Milano, sì, perchè questa è la vittoria dell’inciviltà che una città come Milano non si merita
Un vero atto di vigliaccheria compiuto stanotte da qualcuno che non vogliamo definire tifoso, perchè i viglilacchi non sono tifosi, chi non mostra il volto, chi non si firma non deve nemmeno essere definito.
L’Inter wall, il murales di 18 metri di altezza e 10 metri di larghezza era sorto in via Borsieri (quartiere Isola) a Milano per celebrare i 110 anni dell’Inter.
Il tema del murale (18 metri di altezza e 10 metri di larghezza), svelato il 19 marzo, rappresentava le tappe più significative della storia dell’Inter: tappe scelte dai tifosi dell’Inter stessi attraverso un sondaggio online curato da Mediaset Premium.
La storia dell’Inter rappresentata
I momenti maggiormente simbolici ed evocativi erano stati immortalati all’interno del murale, in cui comparivano tra gli altri Ronaldo, Javier Zanetti, Giuseppe Bergomi, Giuseppe Meazza e Giacinto Facchetti.
Per ogni decade i tifosi avevano scelto un episodio. Vediamoli: la fondazione (1908), l’esordio di Giuseppe Meazza (1927), il cambio di nome in Ambrosiana-Inter (1928), il periodo nerazzurro dell’attaccante Annibale Frossi (1936-1942), Benito Lorenzi detto “Veleno” (1947-1958), Armando Picchi e la grande Inter (1962-1966), Giacinto Facchetti (1960-1978), lo “zio” Giuseppe Bergomi (1979-1999), Ronaldo (1997-2002), capitan Zanetti (1998, l’anno in cui indossò la fascia), il “triplete” del 2010.
La storia ce le teniamo lo stesso
Purtroppo l’Italia è anche questa, rispetto per la storia e le leggende delle altre squadre sono concetti che non esistono. La storia e l’orgoglio neroazzurro rimangono, anche dopo questo atto incivile di un paio di imbecilli.
Sdegno e tristezza le sensazioni raccolte sul nostro forum e sulla nostra pagina Facebook subito dopo l’atto vandalico.
Daniele –
Tutti gli stadi inglesi hanno statue di giocatori e simboli fuori, mai ne ho vista una imbrattata.
Andrea –
Veramente una vergogna, sarebbe bello fargli ingoiare la vernice che hanno usato per imbrattare il murales
Lucia –
Complimenti a l’eroe del giorno!!!vigliacco miserabile
Elena –
In Italia non c’è più rispetto per niente